Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

UN GIORNALISTA DA SALVARE Alla sera, Lucio F lavio Pinto, giornalista che vive quasi nascosto a Belem e da vent'anni cerca eli difendere l'Amazzonia dai grandi speculatori, nù chiama: ha una cosa da farmi vedere. Pinto insegnava all'università ed era un giornalista famoso anche a Rio eSan Paolo: nabrica sul quotidiano O Libera!, talk show in televisione, ma poi gli è venuto in mente m rivelare i progetti che avrebbero desertificato la foresta. Ha perso tutto. Minacce di morte. Scrive da solo un mens ile di denw1cia: fomrd Pessoal. Lo ricevono i Verdi di mezzo mondo. Tira avanti così. Otto anni fa il presidente Scalfaro lo ha chiamato al Quirinale assieme agli altri vincitori della «Colomba della Pace>>. Per lo più stranieri, gente che gli somiglia. Erano accompagnati dagli ambasciatori dei loro paesi; mancava l'ambasciatore brasiliano. governo Cardoso. Quel martino Pinm vuoi farmi conoscere un fotografo che al pomeriggio ba seguito la polizia ed è tornato sconvolto. Può accompagnarmi in un certo posto, se voglio. Piove ed usciamo dalla cinà verso una fattoria. Durante un controllo fiscale gli ispettori di Brasilia hanno aperto un armadio e trovato strane cose. <<Accendevo il flash senza guardare... ». 11 fotografo ancora si emoziona. Non guardava semplici vasi di vetro: in un liquido marrone galleggiavano orecchie e dita tagliate. Le punizioni raccontate da Carlos Augusto. AJJe redute che sbarcavano contente del nuovo lavoro, il delle guardie mostrava il cuopi~trio: <<Chi vuol scappare, Vasi custoditi nell 'armadio cio, a portata di mano. Cinque giorni più tar& Folha do Sàn Paulo che la ne di Carlos Augusto Alvares ra davanti alla commissione di lia, ha svelato «un losco traffico di . . sert umanJ». Ce l'ba fatta a diventare lo schiavo liberato 778. Bambine di un accampamento dei «Sem Terra». MC l ottobre-novembre 2005 pagina 49

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=