Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

VITTL\1E E CARNEFICI Bambini (3) l I bambini soldato «SUPER SOLDIER» E«SUPER BOY)) Sono 300 mila i minori impegnati nelle guerre del mondo. La maggioranza ha tra i 15 e i 18 anni, ma ci sono anche reclute di 1 O anni. Operano soprattutto in Africa, ma non mancano negli altri continenti. Mentre loro muoiono o uccidono, i loro coetanei dei paesi ricchi giocano alla guerra, con il benestare degli adulti. DI PAOLO MOIOLA Urliamo a squarciagola: "Siamomissionari, non ,/,/ sparate". I governativi ci sono addosso. Mol- ' ' ti di quelli della prima linea, sbucati a sorpresa dall'erba, sono bambini di dieci-undici anni, militari regolari nonostante le promesse ufficiali di non arruolarne piÙ>>. Cosl racconta Giulio Albanese in un capitolo di So/dAtini di piombo (l), il suo appassionato lavoro dedicato alla tragedia dei bambini soldatO in Uganda e Sierra Leone. Secondo la coalizione internazionale <<Stop all'uso dei bambini soldato» (Stop using chi/d soldiers), più di 300 mila minori di 18 anni sono attualmente impiegati in conflirti nd mondo (2). Sia negli eserciti governativi (Congo, Uganda, ecc.) che nei gruppi armati d'opposizione (Colombia, Myanmar, ecc.). Chi tra Loro riuscirà a soprawivere, porterà sempre con se pesantissime conseguenze fisiche e psicologiche. <<Ho ripreso astudiare -diceGeorge, 16 anni (3)- e vorrei fare il medico ma per il momento non posso sognare troppo perché debbo anche lavorare. Faccio il magazzi. niere e guadagno molto poco. A volte ho paura di incontrare persone cui ho ammazzato qualcuno e questo mi rende nervoso: è come se la guerra continuasse dentro di me. In effetti, non riesco ancora a ere- • dere che l'incubo sia finito». Anche le ragazze sono reclutate e la maggioranza di loro subisce stupri e abusi sessuali. Albanese racconta di Margaret, 1.3 anni, sequestrata in Sierra Leone da un comandante del Fronte unito rivoluzionario (Ruf): <<Lo odiavo a tal punto che avrei voluto ammazzarlo, ma avevo troppa paura» (4). EJohn, 15 anni, ex schiavo-soldato dell 'esercito ribelle di Kony, in Uganda: <<Le tre raga2ze che facevano parte del miogruppo furono subito costrette a prostituirsi con i capi. Di notte le sentivo piangere e io piangevo con loro» (5). I bambini vengono arruolati perché non chiedono paghe, perché si possono controllare più facilmente di un adulto, perché affrontano il pericolo con maggiore incoscienza, perché le nuove reclute non bastano mai. Anche SuperSol.dier era una recluta: <<Aveva tredici anni· scrive Albanese (6) -egià da quattro imbracciava, non per volontà sua, un fucile. Quando fu sequestrato dai ribelli del Fronte unito rivoluzionario (Rut), qualcuno Jdj raccontò che avrebbe dovuto combattere per il bene eTei suoi genitori. Peccato che erano stati proprio g~eì sanguinari aguzzini a massacrare l'intera sua famiglia: il paare, la madre, tre fratelli e due sorelle. Super Soldier trovava il coraggio per uccidere grazie a droghe micidiali, di quelle che bruciano il cervello)). Qualcuno obietta che c'è anche un arruolamento «volontario»: se i ragazzi aderiscono volontariamente, verrebbe meno il conceno di schiavitù. Non è così semplice, anche non considerando la questione della maturità necessaria per fare scelte tanto impegnative. Sì, perché la volontà non è Libera quando c'è la necessità dd sopravvivere. Come in Congo, come in Colombia, tanto per fare alcuni esempi. Nei paesi del Nord non ci sono i bambini soldato combattenti, ma l'idea della guerra è nella testa dei minori, con il benestare de~ adulti. Come nella Russta eli Putin: «Tra i poderi di Zhukovskij, un'ora di corriera a sud di Mosca, dopo la scuola si radunano in 183. (...)Hanno tra i 10 e i 18 anni e la prima cosa che imparano è attraversare i pantani senza baUn bombino soldato in Sudan.

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