Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Vittim~ c carnefici prostituzione in Grecia per lei è senz'altro meno doloroso che rimanere in patria, portando il peso di un fallimemo così ingente. Secondo una ricerca realizzata dall 'organizzazione internazionale Save thechildren, già nel 2001le albanesi costrette a prostituirsi in paesi stranieri sarebbero state almeno 30.000, molte delle quali minorenni: circa 15.000 nella sola Italia. Ma queste cifre sono sempre state contestate dal governo albanese, che le considera gonfiate e lontane dalla realtà. Di fatto, non ci sono dati certi sul fenomeno e in fondo la storia di queste ragazze messe in vendita perché erano una delle poche risorse a disposizione per tanti uomini senza scrupoli non è ancora stata adeguatamente serina. Ma una ricerca sulle sentenze penali emesse negli anni 2001-2003 , realizzata da una locale organizzazione di donne, ha evidenziato che nella maggior partedei casi esisteva un legame tra la vittima e il trafficante: principalmente fidanzamento e falsa promessa di matrimonio. Tuttavia, dal200 l il loro numero è iniziato a decrescere e le modalità del rapimento e della costrizione sonomeno presenti. Ma le ragazze albanesi delle aree più marginali, ancora strette in una vita inaccettabile per loro, continuano a portare in viaggio i propri sogni di cambiamento, a qualunque costo. VINCERE L'IPOCRISIA La tratta configura una molteplice relazione di potere che non può essere spezzata definitivamente se anche solo un lato di questo «cubo magico» non viene smontato. MC l ottobf..novembre 2005 pogino 30 Prima di tutto viene ]a relazione di potere &a uomo e donna, in virtù della quale la stragrande maggioranza di persone che comprano servizi sessuali nel mondo è costituita da uomini. Poi ci sono i capisaldi patriarcali, che legittimano questa domanda maschile, anche nelle situazioni più vergognose. C'è la mancanza di potere sociale ed economico delle donne, le quali, per inseguire un'opportunità di cambiamento, arrivano ad usare quella che è diventata la loro unica risorsa: il corpo. C'è, infine, La relazione tra Nord e Sud del mondo: nel mondo preso nel suo insieme e nello stesso Nord, tra nativi e migranti, legali o dandestinL Sono nodi di potere che è inevitabile sciogliere, se si vuole pensare ad un futuro nel quale il fenomeno tramonti. Tutto quello che, nel frattempo, possiamo fare - legislazionj adeguate, misure di contrasto all' interno dei paesi e a livello rrasnazjonale, «buone pratiche» di lavoro sociale con le vittime nei paesi di destinazione e/o nei paesi di origine e di rientro, ecc. -è un contributo per contenere il numero delle vittime e ridurre o <<riparare» il danno che l'esperienza di tratta ha avuto e può avere nelle loro vite. È un contributo essenziale ma, qualora si accompagni alla negazione dell ' immensa drammaticità del tutto, diventa solo ipocrisia. • NOTE: (1) Le storie e testimonianze r-accontate nel presente articolo siriferiscono a interviste raccolte dall'aurrice durante il lavoro sul campo in Colombia, Albania e Italia dal 2000 in poi. Una pane delle stesse sonostate pubblicate in: CorsoCarla, Tri.firòAda,. . n t amo partite! Migrazione, tratta eprostituzione straniera in Italia, Astrea, Giunti, Firenze 2003. (2) «Lungo le rotte della tratta, nella speranza di una vita diversa» in: Ada Trilirò, Co/ombra. Voci di donne da un paese in gue"a, Palombi Editore, Roma 2002. (3) D canale peruvianoVIene spesso utilizzato per le donne colombiane, che vengono portate nel vicino paese dove vengono fomite di una falsa identità peruviana. In Perù esiste una folta comunità giapponese che ha accesso privilegiato al Giappone. (4) Ho visto Amanda (il nome è di fantasia) per l'ultima volta nel 2001. Non so dove si trovi adesso. (5) lsabel Alleode, La figlia della fortuna, Universale Economica Feltrinelli, Milano 200 l. (6) Paola Monzini, Il Mercato delle donne. Pros/ttuztone, tra/la e sfruttamento, Donzelli Editore, Roma 2002. (7) Secondo stime dell 'ambasciata thai landese in Giappone, nel 1993 fra 80 mila e 100 mila donne thailandesi lavoravano nella prosriru.z.ione. Notizia riponata in: Siripom Skrobanek, Nattaya Boonpakdi ,Chitna}anthakeero, Tra/i a> de muj~es Realrdad~s humanas en elnegoztomtemacionaldel s~o. Narcea, Madrid, 1999, pag.49. (8) Um• bambina inThailandia «Vale quanto un televisore», scrive Kevin Bales. Vedi in: l nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globale, Saggi Universale Economica Feltrinelli, Milano 2002. (9) Dati del Dipartimento di stato statunitense. (lO) Secondo i dati di 1om (bollettino n. 23, aprile 2002) in dieci anni 200 mila donnesarebbero state trafficate a scopo di prostituzione in Bangladesh. Secondo alcune Ong viemamite, dalla fine della guerra Gedda 400 mila donne sarebbero state truf6cate ascopo di prostituzione. Secondo una denunda di Human Rights \Va teh del2000,migliaia di donne tbailandesi venivano attirate ogni anno in Giappone con la premessa di impieghi remunerativi, per poi trovarsi int.rappolare in debiti elevatissimi (dai 25 mila ai 40 mila dollari) che le obbligano ad anni di lavoro coatto. Vedi: «New Iom figures on the glob:ù scale of traffìcking», Trafficlcing ~1igranrs, QuaterlyBulletin, n. 23, aprile 2001, Iom (/ntematiomd organization /or migration).

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