Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Vittime e carnet ici DAL GIAPPONE IMPERIALEAL K.OSOVO La guerra non è solo una delle cause scatenanti della tratta, In quanto aff1Jgge alcuni del paesi dJ provenienza. In realtà c'è \.D10 stretto e Inquietante legame che corre tra presenza miiJtare e prostituzione o tra guerra e tratta delle donne a sco po di sfruttamento sessuale. Ed è oo legame presente In varie epoche storiche ed hl varie parti del mondo e che 8.llllO\Iml tra l suoi protagonisti non soltanto spietati soldati (come quelli dell' esercito Imperiale gJapponese), combattenti appartenenti aDe ftJe della guerriglia o del paramiJttartsmo (comeac.cade nella tonnentata Colombia) ma anche soldati delle coskldette -forze di pace~ . Ma per un banale fatto: la guerra schiera «UUmini" e Il separa da un proprio contesto affettivo, per loro acquistare servizi sessuali diventa un modo per soddisfare l propri blsognJ flslcl e affettM. E ftno a qui niente di nUO\IO. D problema sorge Invece quando le donne s i trovano In una sltuazJone di costrizione o quando 80ilO minori o quando la presenza militare scatena processi che conducono ad una diffusione dell'industria del eaeo tale da alterare gb equilibri locali, come è accaduto rwl Sud Est asJatico al tempi della guena In Vletnam o In Koeovo dopo d '99. Dopo d 1999, con l'arrivo della forza Internazionale di peacekeeplng (Kfot') e l'istituzione della missione delle Nazioni UnHe per l'ammbllstrazione ad lnterim del Koeoyo (Unmlk), la piccola regione è diventata il principale luogo di eserdzlo della prostituzione forzata nel Balcanl. SJ ltlma che il nwnero dei night dub, bar, ristoranti, hotel nel quali vengono sfruttate ragazze locali e .traffk:ate,. è passato da 18 nell999 a circa 200 del 2003. Amnetty lntemational ha ptù volte lanciato l'allanne sulla gravità della situazione e nel mese di aprile 2004 ha put>. blk:ato l rt.ultati di una ricerca basata su Interviste e racconti di alcune vittime che accusa In maniera chiara la conuUtà Internazionale. Net periodo 1999-2000 il personale Internazionale avrebbe eottltUito 1'80% dei clienti dell'industria del sesso, che poi ~arebbe cresciuta e diversificata In maniera tale da incontrare anche la domanda degU uomlnllocalJ. Nel 2002 U personale Internazionale costituiva ancora il 30% dei cllentJ ma continuava a generare la parte più rilevante dei proventi: circa 1'80%. Ad oggi, si stbna che l clienti delle vittime di tratta siano costituitl per u 20% da personale internazionale, nonostante questa presenza non superi 112% dela popolazione locale. La maggiori parte delle donne straniere sfruttate provengono da Moldavla, Romania, Bulgaria e Ucralna; spesso vengono fatte transitare dal Kosovo ma sono destinate ad altri paesi, tra cui Gran Bretagna, Italia e Olanda. La rlcerta ha rivelato l' esistenza di una tratta di giovanlssJme, anche bambine di l l anni. Esse hanno parlato dell' e- *enza di <.aee di vendita~~ nelle quali venivano trasferite dietro pagamento da lD1 trafficante ad oo altro o da un proprietario di locale ad oo altro. La tariffa può variare da 50 a 3.500 euro. D rapporto Include testimonianze di coercizione, eottrazione della Ubertà, negazione della libertà di movimento, rapimento, maltrattamenti ftsicl e psicologk:J e penino catl di tortma. Tutta\'la, d personale della -Missione ad lnterim delle Nazioni Unite In KOSOVOo> (UnmJk) e deDa •forza militare b)- ternazionale In KOSO\IOit a guida Nato (Kfor) gode dlimmu- ~. salvo quando le Inchieste vengano esplicitamente richieste direttamente dal segretario generale deU'Onu o , nel caso deUa Nato, dal rispettivi comandanti nazJonall . Nel gennaio 2001 , Unmtk ha adottato li Regolamento 2001/ 4 sulla proibizione del traffico di esseri wnani In Kosovo, che criJnb\allua sia l trafficanti che le persone che consapevolmente si servono delle prestazioni delle vtttlme. Secondo l dati dell'•Unltà trafflco e prostituzione della Unmllot (llpu), nel periodo compreso tra gennaio 2002 e luglio 2003, da 22 a 27 soldati della Kfor sono stati colrwoltlin crimini connessi alla tratta. Tuttavia nel rapporto si affenna cheAl non ha lnfonnazJoni su eventuaJI procedimenti dlsclplin;;tri a loro carico e la npu non ha saputo dare notlzte al riguardo. Risalendo Indietro di qualche decennio nella storia, uno ~ gli esempi più eclatanti di sfruttamento sessuale collegato aDa guerra è quello delle -comfort women• (Je fanfu) dell' eserdto Imperiale giapponese: donne coreane, taJwanesl, fllipplne e di altri paesi occupati dal Giappone che durante la D guerra mondiale venivano tenute In campi di detenzione • denomblati ianjo- posti sotto li controllo dell' esercito imperiale giapponese ed obbligate a prostituirsi al soldati giapponesi . «11 sistema deUe lanfu (...) è stato definito "d più grande ed elaborato sistema di traffico di donne nella storia dell 'umanità". SI trattò di una forma milttarizzata dl prostituzione forzata e di sfruttamento femminile la cui dimensione sbalordì per d numero di donne coinvolte, l'lntemazlonalttà del sistema, la capillarità dell'organlzzazlone militare proposta al procacdamento delle vtttime, la durata deJ tempo In cui fu operante e l'ampiezza dell'area e deJ paesi che Interessò> (,. La misura veniva dettata dalla neces6ltà di preservare l soldati dal rischio di contagio da malattie veneree ma anche per evitare che gli stupri di donne dvlli perpetrati dai soldati, che esasperavano l'antagonismo delle popolazioni occupate. Inizialmente nel postriboU per soldati vennero çon· dotte prostitute giapponesi, ma con l'estendersi del fro~te di guerra ll nwnero deUe donne che si richiedeva era sempre più alto. Fra 111932 e 11 1945 un numero compreso tra 80 mila e l 00 mila donne sono state vittime di questa pratica; si ritiene che 1'80%di loro fossero coreane. Le atrocità commesse a danno di queste dorvle sono state taciute per decenni. ftno a quando, con l'appoggio di organlsmllntemazlonali e gruppi di difesa dei diritti tmaJ'\l. non se ne Inizia a parlare. La questione è stata riportata all'attenzione del governo giapponese e del mondo durante gli anni Novanta grazie aD' lnl.zlativa di un gruppo di donne coreane che ne sono state vittime e che sono ancora in vita. Ma d governo gJapponese non ha mal ricono6cluto che d sistema degU lanjo fosse stato pianificato e gestito direttamente dall' eserdto, ne ha solo riconoecluto m coirwolgtmento. E ow1amente non ha riconoscJuto formaknente 1' entità dei crimini COI1'DleSSi come <rimini di guerra.. né ha accettato di risarcire le donne che ne sono state vittime. A.T. r> Alessia Mazzoni, Le «Comfort womero> dell'esercito imperiale giapponese: una questione irrisolta, in http:/ /www. terrelibere.org. MC l ottobre-novembre 2005 pagina 29

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