Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Vittime e carnefici delle vecchie infrastrutture pubbliche si sono via via sgretolate e la loro ricostruzione si è rivelato un passaggio non facile. Nei j)rimi anni '90, la dimensione dell 'abbandono (nd quale si ritrovano intere fasce di popolazione) è immensa e i tempi che i cambiamenti richiedono non corrispondono alle aspirazioni dei singoli. «Mio padre ha sempre bevuto tanto, ma dopo la morte di mia mamma è peggiorato. Nell' uJtimo periodo mi faceva sempre storie perchè non era d'accordo che studiavo. Noi abitavamo fuori città e dopo aver finito la scuola con ottimi voti non avevo nessuna intenzione di fare la casalinga, come voleva lui. Quindi me ne sono andata di casa.(...) In Ucraina, quando non bai la casa che ti ha dato lo Stato e non hai soldi da parte, trovare un posto dove stare è difficilissimo. (...) Io pagavo un affitto che superava la mia busta paga: 25 dollari, più l'acqua e il gas. La casa costava tantissimo, per questo abbiamo deciso che era meglio che mia sorella lasciasse gli studi e si trovasse un lavoro. Lavoravamo per vivere, solo per vivere, non riuscivan1o a risparmiare niente. Sempre debiti, sempre debiti». È Diana che racconta, una ragazza ucraina trafficata in Italia verso la fme degli anni '90. Dopo il crollo dd sistema comunista, nd suo paese come in altri paesi dd blocco sovietico subentrò la paralisi totale. Negli anni in cui lei decide di venire via, 1'80% delle donne erano disoccupate nel suo paese, il cibo era razionato, c 'erano ancora problemi a trovare l'indispensabile per sopravvivere, anche il cibo. «lo volevo più vita, più lavoro, forse anche mettere su un'attività mia. Cosl ho preso la decisione di andannene». Ma lei, come tutti gli ucraini, pensava che bastasse il passaporto per andare in Italia invece scoprirà Daii'Esf europeo alla sfrada che l' unico rapido lasciapassare per raggiungere l'Ovest può essere la prostituzione. Dall 'Europa dell 'Est e dall'ex-blocco sovietico proviene oggi la maggior parte delle donne trafficate a fini di prostituzione io Europa occidentale. Moldavia, Ucraina, Romania, ma anche Lituania e Russia sono i principali paesi di provenienza. Gli stati dell' Europa centrale vicini all'Unione rappresentano una sorta di zona fluida nella quale le donne partono, arrivano, transitano o si fermano. In queste aree si è generata gradualmente anche un'industria dd sesso che copre la domanda dei clienti locali ma anche dei turisti occidentali. L'Ungheria, per esempio, è divenuta una delle principali sedi europee dell' industria pornografica. In Bulgaria è stata recentemente segnalato il ruolo delle agenzie di fotomodelle nd portare le ragazze fuori dal paese. Ma il bacino di provenienza si amplia e si sposta sempre più verso est. Secondo i dati di Oim, nd 1999, 4 mila donne sono state trafficate dal IGrghlzistan e 5 mila da Kazakistan, prevalentemente a scopo di sfruttamento sessuale. Negli anni '90 la nazionalità dominante in Italia era costituita dalle albanesi; oggi in Europa Occidentale e nei Balcani la maggior parte sono moldave e rumene. In Moldavia su un totale di 4 milioni di abitanti si calcola che l milione vive all'estero. Nd 1998 il ministero degli interni stin1ava che 400 mila donne ucraine fossero state oggetto di tratta in un decennio ma Ong e ricercatori sostengono che la cifra sia ancora più devata. Sembrano cifre inverosimili e forse sono anche sovradimensionate. Ma sono stime che comunque ci permettono di intuire la percezione che dd fenomeno si ha in un paese come la MolMC l ottobre-novembre 2005 pagina 27

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