Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Vittime c carnefici dell'industria del sesso. E poi , si riducono i viaggi forzati e le forme di inganno diventano sempre più sottili ma aumenta anche la disponibilità delle donne ad accettare il lavoro sessuale come opzione di guadagno. Gli anni '80 e '90 hanno sicurameoce portato con sé cambiamenti che sono stati determinanti. Il crollo del blocco sovietico ha aperto la strada verso una difficile e lenta transizione. Nei paesi del Sud come in quelli del Nord si è imposta l'applicazione eli politiche eli stampo neoliberista che hanno reso più profondo il varco esistente tra ricchi e poveri. La distanza in termini di benessere socio-economico e tutela dei diritti minimi tra Nord e Sud è aumentata. E poi, l'estendersi di conllitti già esistenti e l'esplosione di nuove guerre hanno creato senso di precarietà e spinto alla fuga intere popolazioni. E mentre tutto ciò aweniva, il modello di vita della società dei consumi divent ava riferimento in aree sempre più ampie del mondo. Inoltre, nel Nord ricco e dei diritti (oggi in realtà sempre più nominali) mestieri non più coperti dalla manodopera locale esercitano una funzione di attrazione. Per l'occasione della conferenza di New York Pechino+ lO, numerose organizzazioni e associazioni nel mon· do hanno fatto il punto sui progressi e sulla strada da compiere per vedere realizzata la piattaforma firmata nell995 nella capitale cinese. I dati a disposizione parlano eli un grave e generalizzato peggioramento della posizione delledonne. Secondo uno studio realizzato dalle Nazioni Unite, il 51% di tutti i migranti nel mondo sono donne, le quali migrano spinte più da ragioni di emancipazione personale piuttosto che per far fronte alle necessità econonùche della famiglia: fuggono cioè da forme di discriminazione di genere divenute per loro insostenibili. Spesso in famiglia sono le uniche a prendere l' iniziativa e assumono un dinamismo e un ruolo fondamentale anche per gli altri membri del nucleo. In un contesto siffatto, reti di traffico da sempre esistenti in funzione «facilitatrice» hanno via via raggiunto una srrutturazione sapiente e capillare. La loro organizzazione si è affinata e rafforzata nel tempo, tanto da farli divenire capaci di gestire e accompagnare lo spostamento di nùgliaia di persone ogni anno. Una caratteristica di queste reti, oltre alla loro potenza e spregiudicatezza, è la capacità di studiare nuove rotte appena una di q_uelle battute viene messa in pericolo dai controlli delle forze dell'ordine. Le donne che ne sono vittime sono sempre più giovani e con minore esperienza e provengono da contesti socio-econonùci sempre più marginali; dunque sono meno preparate a proteggersi. La tratta delle donne a scopo di sfruttamento sessuale è un fenomeno che ormai interessa intere aree del mondo e non solo l'area occidentale: anche questo è bene ricordaclo per rimuovere la percezione dell' invasione che il cosiddetto Nord sta subendo e non oscurare la natura globale del fenomeno. L'industria del sesso si amplia e si diversifica ovunque e le modalità di sfruttamento del lavoro sessuale sono le più varie. Dalla prostituzione di strada, quella più visibi - le, alla prostituzione negli appartamenti , negli hotel, nei locali notturni. Le aree maggiormente interessate sono il Sud Est Asiatico, l'ex-blocco sovietico e l'area latino-caraibica. Ma il fenomeno è presente anche in Africa e nell'area mediorieotale. Nigeria, Ghana, Etiopia e Mali sono i principali paesi di p rovenienza delle donne trafficate per l'area africana. DALLA NIGERIA: STORIA DI JENNY Dalla Nigeria le donne partono verso Italia, Belgio e Paesi Bassi principalmente per la prostituzione. Mentre per gli altri paesi prevale il lavoro domestico sfruttato. Ma l'Africa centrale e occidentale è un'area marcata da gravi forme eli violazioni dei diritti umani, prima fra tutte lo sfruttamento del lavoro dei bambini. Secondo Je denunce di Human Rights Watch, sarebbero migliaia i rujnori sfruttati nell 'area in condizioni di schiavitù. A volte le vi tcime della tratta internazionale hanno iniziato esperienze Lavorative già in tenera età e in contesti pericolosi. Jenny è una ragazza nigeriana, la prima di lO figli, trafficata in Italia alla fme degli anni '90. Nella sua infanzia pochi altri ricordi oltre il lavoro, iniziato con i compiti domestici e il dovere di aiutare la madre, rimasta vedova, nella crescita degli altri fratelli. Finitele elementari, inizia a lavorare fuori casa. «Quando ho fmito la scuola ho detto: ''cosa vuoi fare?". Vedevo com'era la vita d i mia mamma, come soffriva, che era difficile darci da mangiare, mandarci a scuola, che non c'era nessuno che ci aiutava, allora ho detto: "Vado in città". Sono andata a Benin Ciry, da sola e mi sono messa a lavorare per fare i soldi, per aiutare mia madre». Inizia come baby sitter, poi fa la domestica, poi fmisce a servire ai tavoli in un locale, poi eli nuovo lavori domestici. A 12 anni è già di ritorno a casa, costretta a scappare da una famiglia nella quale il padrone aveva cercato di abusare eli lei. E non può sorprendere se alla fine incontra un uomo cbe Je dice: «Perché non vieni in Italia? Si sta molto bene ili>. Jenny viene trafficata ed era poco più che diciottenne. «La mia famiglia mi diceva: "Vai in Italia che lì ci sono i soldi ! Noi abbiamo fame, abbiamo bisogno!". Ho detto: "Ma voi sapere come vivono lì?", e loro: "Vai, lì in I - taUa lavori in campagna, raccogli pomodori, aiuti atenere i bambini , aiuti i vecchi , faj cose così». L'area del Mediterraneo orientale (Israele) Ogura invece come zona di destinazione. Infine, le barriere sempre più rigide poste all'entrata nell' Unione europea hanno l'effetto di trasformare regioni tradizionalmente di «transito» in aree di destinazione. È il caso deUa Turchia. MC l ottobre-novembre 2005 pogina 25

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