Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Vittime c carnrlìci I TAPPm DEGLI SCHIAVI-BAMBINI In Pakistan e in India si consuma anche un altro dl·amma: è il lavoro minori!e in schiavitù collegato a forme ancestrali eli usura che obbligano le famiglie indebitate a lavorare a vita per gli usurai. Si stima che nel sub continente indiano i bimbi tenuti in schiavitù siano circa 10 milioni con presenze anche nella produzione di tappeti destinati al mercato americano ed europeo. n loro lavoro consiste nel fare nodi su dei fili ben tesi che corrono daJ tetto al pavimento montati su dei sostegni. Per questo stanno tutto il giomo seduti su una panca, con le braccia sollevate. A seconda delle dimensioni del tappeto, sulla panca siedono, gomito a gomito, anche dieci ragazzi intenti a formare disegni complicati. Al minimo errore sono picchiati e se rallentano un po' il ritmo il padrone li richiama e li minaccia. La giornata di lavoro comincia al mattino presto e finisce a notte fonda con due o tre interruzioni per mangiare e fare i propri bisogni. La sera, quando il padrone decide che è l'ora di smettere, i ragazzi scendono dalla panca e simettono a dormire suJ pavimento di terra battuta. [) padrone, andandosene, chiude la porta a chiave per impedire che scappino. Lo spazio che accoglie il telaio e che funge anche da refettorio e da dormitorio, consiste in una stanza di fango aggiunta alla casa del padrone. Raramente ha una finestra ed è illuminata da una fievole lampada elettrica che pende sopra il telaio. Nel complesso i bambini lavorano nella penombra e la loro vista si deteriora anche perché devono stare a elistanza molto ravvicinata dalla pezza. I bambini, naturalmente, hanno anche tanti altri problemi di salute. Per cominciare sono male alimentati. MoJti hanno riferito di aver ricevuto soltanto acgua, schiacciatine di farina e una brodaglia a base di lenticchie e riso scadente. Quasi tutti hanno delle malattie alla pelle. Poiché dormono nella polvere, stanno sempre appiccicati l'uno all'aJtro e non possono lavarsi , si passano la scabbia dall 'uno all 'altro; Esausto, un bambino dorme sulle palle da baseball, che produce. poiché si grattano con le unghie sporche si J?rovocano delle escoriazioni che immancabilmente si infettano. Molti bambini soffrono anche di disturbi respiraLori provocati dalla polvere che si sprigiona dai fili di lana e dalla scarsa ventilazione dell 'ambiente in cui lavorano. Ma nessuno di loro è mai visto da un medico. I padroni si preoccupano della salute dei bambini so· lo quando si tagliano con i pesanù coltelli che usano per sfilacciare i monconi dei nodi. Molti hanno riferito che quando si tagHano, i padroni comprimono nelle loro ferite dello zolfo ottenuto dalle capocchie dei fiammiferi e poi gli danno fuoco . In questo modo arrestano il sanguinamento e possono chiedere ai bambini di seguitare a lavorare, senza Ja paura che sporchino i Lappeti di san· gue. Naturalmente non si curano affatto del dolore che provano i bambini mentre brucia la loro carne e del dolore che provano a lavorare con una piaga aperta. L'im· portante è non perdere tempo! UNA SOCIETÀ DA MARCIAPIEDE Esiste purtroppo anche un'altra forma di schiavitù minorile ancora più grave: la prostituzione (ne parla l'articolo di Nicoletta Bressan). Per quella adulra basta attraversare le città dopo le nove di sera per renders i conto che ovunque c'è un fiorente mercato sessuale che coinvolge prostitute di ogni colore e nazionalità. Ognuna di loro potrebbe raccontare una storia diversa (articolo di Adi:z Tn/irò). Nessuno sa con esattezza quante donne nigeriane, ucraine, albanesi, moldave, battano i marciapiedi delle città italiane o si prostituiscano in case clandestine (per clienù di rango elevato, preoccupati per la propria reputazione). Ma quante che siano sono il segno del nostro degrado umano, morale e civile. Una società che, in -nome del denaro e del mercato, sfrutta i propri figli e trasforma le persone in corpi da vendere ha già perso se stessa. •

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