\ ' illillll' l' carnefin nal, associazione con sede a Londra, afferma che, oggi, nel mondo più di 200 milioni dj persone vivono in condjzione di schiavitù e sono merce per i trafficanti ili esseri umani. La cifra è stata confermata dalle Nazioni Unite a Palermo, dove è stato firmato il Protocollo contro la schlavitù 03-12-2000). In vari articoli di gjornali, libri e si ti internet si possono incontrare cifre decisamente inferiori; ciò è dovuto all' impostazione e interpretazione che si dà alle ricerche. Kevin Bales, per esempio, autore del famoso libro l 1'movi .rcbiavt; la merce umana nell'econorma globale (Feltrinelli 2000) parla dj 27 milioni; ma afferma di non considerare schiavi coloro che ricevono una minima remunerazione, ma semplicemente dj fare una vita da schiavi. ll Rapporto 2005 dell 'Organizzazione internazionale del lavoro (OiJ), calcola che 12,3 milioni di schiavi sono costretti al «lavoro forzato» in imprese private e altri 2,5 milioni sono condannati alla stessa sorte da stati o gruppi guerriglieri. Ma precisa che le cifre riportate nel docu - mento sono calcolate per ilifetto e aggiunge che, <<in termini dj reale conoscenza e consapevolezza del moderno lavoro forzato, ci sembra ancora dj vedere solo la punta di uno spaventoso zceberg». La Bbc va addirittura oltre le stime deiJ'Onu: in uno speciale dedicato ai minori afferma che «almeno 250 milioni di bambini in età scolare sono costretti a lavorare. Quasi la metà di essi è impegnata in lavori a tempo pieno in cambio di un basso salario ed è esposta a pericoli». Costoro sarebbero i 100 milioni ili bambini che, secondo l'Ufficio internazionale del lavoro «subiscono oggi le pii:1 selvagge e infamanti forme ili sfruttamento». Entrando nei detta~ dello sfruttamento sessuale di donne e bambini, le dfre sono altrettanto raccapriccianti e vergognose. U rapporto Onu del settembre 2002 calcola che, ogni anno, -1 milioni di donne sono vendute ai fini della prostituzione, schlaviru o matrimonio, e 2 mi· lioni di bambine, tra i 5 e i 15 anni, vengono introdotte nel turpe commercio. L'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) calcola in 700 mila il numero delle donne che og~i anno gjungono in Europa occidentale, collegate al traffi - co di persone ai fini dello sfruttamento sessuale. Due terzi di queste provengono dai paesi dell 'Est. [n Germania sono straniere il75% delleprostitute, a Milano 1'80%, e così nella maggior parte delle città europee. In qualsiasi modo si valutino le cifre della vergogna, una cosa è certa: og~ ci sono più schiavi al mondo di quanti non ne abbia fatttJa tratta transatlantico dal1600 al1880. MAFIE EPROFITTI La tratta di persone implica, secondo la definizione del Protocollo di Palermo, «il reclutamento, iltrasporto, il trasferimento, l'atlogp,io». Agestire tale affare, quindi, non sono singoli individui, ma reti ili persone o ma6e, composte dai reclutatori delle vittime neJ paesi di origine, da coloro che prowedono al trasporto, da quelli che si occupano del transito nei paesi dj passaggio, fino a coloro che prendono le vittime in consegna nei paesi di destinazione e provvedono alloro maggiore sfmttamento. 1più noti gruppi di tale criminalità organizzata sono la camorra italiana,le trz'adi cinesi, la mafia russa e la yakuza giapponese. La camorra opera in ltalia, Spagna, GermaMC l ottob,...novembre 2005 pogina 12 Minorenni nepalesi, schiavi de/lavoro per debito, in una fabbrica tessile. oia, Brasile e altre zone dell'America Latina. Si calcola che la mafia russa sia composta da 5 mila gruph!~~inali organizzati di cui , almeno 200, operano e o collegamenti in 30 paesi differenti (fonte: Guida per il11uovoprotocollo dell'Gnu riguardo al tra/fico di persone). Ognuno dei suddetti gruppi criminali si distingue forse per il campo di operazione e di influenza, ma non siwùfica che sia composto da persone deUa stessa nazionaTità. Nelle reti mafìose italiane, per esempio, possono esserci albanesi , russi, nigeriani... tutti uniti da un unico scopo: il profitto. Secondo alcune stime, la tratta di persone occuperà, in questo decennio, il primo posto nella scala del crimine organizzato per via degli altissimi guadagni che procura. Un documento delJ 'Usmi (Unione delle superiore maggiori d'Italia) riporta la seguente testimonianza di un sensale europeo: «La donna procura un guadagno superiore a quello della droga o delle armi. Quesù articoli si possono vendere una sola volta, la donna, invece, può essere ri - venduta, finché muore ili Aids, impazzisce o si uccide». n commercio sommerso di carne umana avviene nelJa quasi totale impunità ed è onn ai una vera «industria», che muove miliardi di euro. L'Oim lo ha definito la terza attività illegalepiù redditizia del mondo, dopo quella delle armi e della droga; parla ili 12,5 miliardi di dollari all 'anno: un'attività, quincli, molto redditizia e senza gravi rischi, gestita spesso dalle stesse reti che trafficano la droga e riciclano il denaro. Assai maggiore è il valore indiretto, cioè, quello prodotto dalle varie attività in cui sono condannati gli schiavi per debito e per contrattualizzazione. I trafficanti guadagnano fra i 4 mila ed i 50 mila euro per ogni donna trafficata. n prezzo dipende dall 'età, bellezza, esperienza e ilistanza dal paese di origine: ogni volta che passa una nuova frontiera il suo valore aumenta. Generalmente le vittime sono rivendute più volte fra i trafficanti stessi o i proprietari dei locali. Per esempio, i mediatori esportano la donna daiJ'America Latina in Giappone per 15-20 mila euro, dove viene rivenduta ai padroni dei locali per 35-40 mil~1 euro. Uoa somma che
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