Missioni Consolata - Ottobre/Novembre 2005

Liberi tutti di sfruttamento sessuale. Q ueste donne hanno subi to uno spaventoso svuotamento del loro essere donne: da una pane si vedono cercate e usate, dall'altra si sentono umiliate, disprezzate, giudicate, condannate. Avevano un sogno e si ritrovano nel p.iù grande fallimento, con ferite profondissime. Per cw non è facile aiutarle ad avere fiducia in se stesse, riacquistare la propria immagine e senso di dignità. Nelle comunità queste giovani trovano una nuova famiglia, in cui possono sentirsi accolte, amate, capite e sostenute nel crurunino di reintegrazione umana, sociale, spirituale e legale. Trovandosi insieme rumene, nigeriane, latinoamericane... imparano a convivere in una società nonnale. Inoltre esse sono aiutare a ottenere il permesso di soggiorno, a imparare la lingua, apprendere un lavoro con cui rendersi completamente autonome. La comuni tà r imane sempre un punto di riferimento. Chi invece vorrà tornare in patria, viene aiutata con progetti mirati, per rifarsi una vita nonnale nel propr_i~ paese. Ma il nostro lavoro diventa sempre più difficile: la vera emergenza, ora, sono le espulsioni o deportazioni. E cioè... L'articolo 18 del Decreto sull 'immigrazione del 1998 (legge Turco-Napolitano) prevedeva la possibilità di ottenere il «permesso di soggiorno per protezione sociale Il CLIENTE N ella catena della schiavitù del terzo millennio, il consuma· tore - o cliente - è uno degli anelli più tenaci . Infatti. egU appoggia e alimenta l'industria sessuale. Mentre l'evoluzione socioeconomica nei paesi sviluppati ha facilitato l'émancipazione della donna in ogni campo, rendendola indipendente, autosufficiente, competitiva, non più passivamente sottomessa all 'uomo, essa non ha avuto lo stesso effetto sugli uomini . Questi non hanno sperimentato la medesima crescita e liberazione, piuttosto hanno mantenuto lo stessoatteggìamento dJ dominio, dJ potere e di ricerca di gratificazioni. Spesso nell 'ambito dJ relazioni e affetto, gli uomini hanno optato per una scorciatoia, usando metedi maschili che nonpermettono discussioni e non li fanno sentire a disagio. In molti casii'uomo coscientemente preferisce pagare per Usesso, perché in quello scenario la donna non gli interessa e non la considera persona, ma unicamente un oggetto su cui egli può sfogare le sue frustrazioni personali, le ìnsicurezze, Il suo bisogno di possesso e didominio su un altro individuo. In questo modo il sesso diventa bana~: non è più considerato come dono reciproco, come comunicazione interpersonale o relazione d'amore, ma si trasforma tn transazione economica. D fatto che cl siano tante •prostitute" sulle nostre strade, costrette a vendere i loro corpi , dimostra che c·è una fQrte ri· chiesta. E la donna povera e ipdìfesa, senza carte d'identità, senza uno stato legale, senza diritti né patria né famiglia é diventata la risposta a questa domanda. l clienti, la cui età si estende dai 18 ai 70 anni , provengono da ogni ceto e regolarmente usano e abusano di queste oschiave della strada•. D70% clèi cUentl sono o sposati o conviventi con unadonna.Sfortunatamente si sa e si parlamolto poco d~l problema dei clienti che (spesso ogni notte) cercano le prostitute, le usano e poi le scartano come rifiuti, proprio secondo quanto la nostra società consumistica propone... •usa e getta•. Spesso parliamo di prostituzione come un problema della donna, mentre dobbiamo cominciare a considerarlo come un problema dell'uomo. EUGENIA BoNETTI MC l ottobre-novembre 2005 pagina 102 Colpita con un'arma da fuoco da un cliente a Bari, questa ragazza ha riportato lesioni al midollo spinale: tornata in Nigeria è morta nella propria casa. e per ragioni umanitarie». Grazie a questa clausola, più di 5 mila ragazze sono passate nelle nostre comunità e inserite nel mondo del lavoro e neUa nostra società. L' Italia è stara la prin1a nazione a riconoscere a queste donne lo stntus di vittime deUo sfruttamento. Con la legge Bossi-Fini del2002, le donne senza documenti sono criminalizzate: sono clandestine, hanno infranto una legge; come tali vengono catturate dalle rerate della polizia, rinchi use nei l5 Centri di permanenza temporanea (Cpt), identificate ed espulse entro 60 giorni In fatto di permessi di soggiorno, la nuova legge è molto restrittiva. Abbiamo ragazze ferme da mesi nelle nostre case, che hanno fatto tutto il cammino di recupero, ma il permesso non viene dato loro (vedip.lll). Ponte G1tleria è uno di questi Cpt: ha posto per 188 recluse, ma è sempre pieno, anche se ogni settimana un aereo riporta in patria le rumene e una volta al mese le nigeriane. Ripartono con i vestiti che hanno addosso e nulla più. Quando siamo venute a conoscenza di questo, abbiamo fatto pressione per visitare queste donne. Abbiamo detto al prefetto d i Roma che non eravamo assistenti sociali, ma volevamo dare a quelle donne assi - stenza religiosa, cui hanno diritto anche le detenute. Cosa fate a Ponte Galerla? Siamo 11 suore di diverse ungue c nazionalità: 2 nigeriane, 2 cinesi. una rumena, una ucraina, una bosniaca, una irlandese e 3 italiane che sanno l' inglese. Turri i sabati pomeriggio entriamo nelle stanze delle detenute, ci fermiamo con loro e poi le invitiamo a un momento di preghiera ecumenica. In maggioranza sono cristiane (ortodosse, protestanti, cattoliche, difficilmente t rovia-

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