Missioni Consolata - Settembre 2005

Dall'alto, Mario Eberardo Tisto, coordinatrice del Conoviguo e Norma /sobel Sontic Suque, presidente dell'Associazione politico donne moyo (Moloj} . nostra cultura e, al tempo stesso, la proibizione delle nostre credenze e tradizioni culturau. Per esempio, nella nostra cultura gli anziani hanno un ruolo centrale, perché concentrano in sé tutta la saggezza tramandata oralmente di generazione in generazione: sono una "biblioteca vivente.,. Ebbene, questi anziani non hanno avuto lo spazio d' insegnRre alla nostra gente quesro sapere miUenario, perché per più di tre decenni hanno dovuto restare in silenzio. fuggendo dalla guerra. Inoltre, cosa ancor più grave, molti di essi sono stati rapiti e assassinati dall'esercito, in cui mil itavano molti indigeru che, qldndi, sapevano dell'importanza degli anziani nelle nostre società indigene. La nostra cultura ha subito una specie di amputazione. Tuttavia abbiamo resisti - to, nella convinzione di avere il di - ritto di sopravvivere, conservando la cultura e cosmovisione maya. Nonostante tutto, siamo ancora il 70% dcUa popolazione del paese>>. NUNCA MAS «Un paese senza memoria e autocoscienza della propria storia - dicono i guatemaltechi -, non riuscirà a costruire una pace duntturn». Per rimarginare le ferite aperte nel tessuto socialeoccorre conoscere la verità di quanto è accaduto; altrimenti la pace sarà sempre fragile. La ricerca della verità è lo scopo principale del <<Progetto incerdiocesano di recupero déUa memoria storica» (Remhi) che, neU'immedlato dopoguerra, ha pubblicato il rapporto Guatemala nunca mds (Guatemala mai più), pietra miliare del processo di chiarificazione storica. Questo rapporto, promosso dal - l'Ufficio per i diritti umani deU'arcid iocesi d i Città del Guatemala (Qdhag). fu fortemente voluto dal vescovo della capitale, mons. J uan Gerardi, che tre giorni dopo la pubblicazione venne assassinato. In Guatemala nunca mds, fruno di meticolose indagini, mons. Gerardl denunciava dettagliatamente gli omicidi e altri crimini contro i diritti umani perpetrati dai miJitn1i durante la guerra. Vi sono registrati 663 massacri. Finora, in 12 anni di lavoro, sono state realizzate 38L esumazioni, il 57% dei massacri registrati; ma si stima che ce ne siano altrettanti non ancora scoperti. In 36 anni di conflitto ci sarebbero state oltre mille esecuzioni di massa. li lavoro di rieswnazione, in cui è impegnato anche J'Odhag (vedi riquadro), è fondamentale per la ricostruzione della verità: è la chiave di volta per una vera pacifìcazione del Guatemala attuale. Ma non basta. Oltre che ricostruire la memoria storica della società guatemalteca, l'Odhag è impegnato nella ricerca di nuove forme di convivenza, nel rafforzare l'organizzazione comuniCOME AWIENE lA RIESUMAZIONE C e ne parla Ronald Solis, responsabile dell'Odhag per rarea della riconciliazione: «Il nostro lavoro si svolge soprattutto nelle comunità più colpite dal conflitto; in particolare ci impegniamo nella ricerca e nello scavo dei cimiteri clandestini. Abbiamo un duplice obiettivo: promuovere Ca ricostruzione culturale di quello che significa un massacro per le popolazioni coinvolte e avviare azioni di riparazione nell'ambito psico-sociale, a Livello sia individuale che familiare e comunitario». IL processo di esumazione procede in tre fasi. La prtma, strettamente tecnica, consiste nella raccolta della documentazione necessaria, fatta dai familiari dei desapareddos. Si passa, quindi, alla ricerca di tutte Le informazioni possibili per ubicare geograficamente il luogo del massacro e l'eventuale cimitero clandestino. Contemporaneamente, si realizza un processo di accompagnamento legale che, tuttavia, non è realizzato dalla nostra istituzione. Aquesto punto inizia la seconda fase, che riguarda il lavoro che viene svolto durante l'esumazione. Una volta iniziati gli scavi, si procedè, attorno alla fossa, a un lavoro di archeologia forense, che consiste in una intervista ai familiari dei desapareddos, chiamata ante mortem, per avere informazioni sull'aspetto fisico degli scomparsi (come lesioni, fratture ossee, dentatura, altezza, peso e corporatura) per facilitare il riconoscimento della salma. Poiché in quasi tutti i massacri éè almeno un testimone oculare, si cercano anche testimonianze utili a ricostruire il modo in cui queste persone sono state uccise: con un colpo di grazia, o a colpi di mochete, oppure con colpi di arma bianca. Intanto continuano gli scavi: si raccolgono i singoli resti ossei e si procede all'imballaggio in sacchetti speciali, a cui si dà un codice specifico di identificazione, riportando luogo dello scavo, numero di fossa in cui si sta lavorando e numero dei resti ossei ritrovati. Quindi si passa alla terza fase, che è il lavoro di laboratorio. Si fa ranalisi dei resti ossei per scoprire le caratteristiche antropometriche: altezza, sesso ed eventuali lesioni precedenti quelle causate nel massacro. Una volta completata questa documentazione, la si verifica con quella raccolta nella seconda fase, owero nelle interviste realizzate durante gli scavi. Aquesto punto, dal~incrocio tra le informazioni fornite dai familiari e quelle ricavate in laboratorio, i vivì raggiungono la certezza di avere trovato i loro cari scomparsi. Parallelamente a queste tre fasi, si fa un lavoro di psicologia sociale, per far comprendere ai familiari dei desapareddos che le esumazioni sono un loro diritto legittimo e fondamentale, per fare chiarezza sui motivi e sulle circostanze in cui sono morti i loro cari. Solo allora si chiude il caso. MC l sett.mbre 2005 pogino 63

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