Missioni Consolata - Settembre 2005

SCHEDA GUATEMALA Superflde: 109.117 Kmq Popolazione: 14 milioni (stima 2004) Gruppi etnfd: 61% discendenti dei maya, distinti in 23 gruppi linguistici Capitale: Città del Guatemala Religione: cattolici (75,9%), protestanti {21,8'Yo), altri (2,3%) lingua: spagnolo (ufficiale), 23 lingue indigene partate dalla maggioranza Moneta: quetzal Ordinamento politico: repubblica presidenziale Presidente: Oscar Berger Economia: si fonda sull'agricoltura per la sussistenza (mais, ri so, frumento, sorgo, patate, fagioli) e per resportazione (caffè, banane, canna da zucchero); allevamento di bovini; le foreste forniscono mogano e caucciù tano la strategia della «terra b ruciata». Per eliminare l'appoggio al la guerrigJ ia, 400 comunità indigene vengono c.lisarticolate e ristn1nurate, secondo un progetto di ingegneria social.e, in «poli di sviluppo», cioè, «villaggi modello», in cui i contadi - ni furono trasferiti e costre tti a p rodurre per l'espo rtazione e non per l'autosostentamenro. otto la vigilanza stre tta dell 'esercito, essi venivano indottrinati . Una vasta rete d ' informatori bloccava qualsiasi manifestazione di dissen - so. Molti contadini e indigeni furono costretti a entrare nelle Pattuglie di autodifesa civile (Pac), una sorta di gruppi param iJitari che, sotro il controllo dell 'esercito, dovevano combattere la guerriglia. Vari tentativi di ritorno alla democrazia furono frustrati dalJ ' ingerem~a dei militari, che proseguirono nella violazione dei diritti umani , in massacri e assassini politici ftno al 1996,quando vennero fi nnati gJi accordi di pace tra il governo, guidato da Alvaro Arzu del Partito progressista nazionale, e l' Unione rivoluzionaria nazionale guatemalteca (Urng), formata fin dal 1982 dai ere principali gruppi guerriglieri. RICERCA DELLA MEMORIA Finito il conflitto, rimangono le ferite d a rimarginare, come racconta una leader indigena, Maria Ebedarda Tista, coordinatrice del Comitato nazionale delle vedove del GuaMC l settembre 2005 pogino 62 temaJa (Conavigua). «La nostra organizzazione è sorta negli anni '80, durante la repressione perpe tra ta <.!all'esercito e "squadroni dcUa morte". È composta prevalenlcmente da vedove che, lìn dal l' inizio, si sono poste l'obiettivo Ji appo~giare la smili tarizzazionc del territorio e la ricerca della pace. Oggi Conavigua lavora in 12 dipan in1enti del Guatemala, prevalentemente nell 'ambito della ricostruzione della memoria c delle esumazioni. Le donne sopravvissute tÙ genocic.l io continuano a cercare i loro familiarj desaparecùlm, fino a d enun - ciare davanti ai tribunali le ingiustizie subite e chiedere le esumazioni c.lei resti dei fam iliari, sepolti io più cJi mille cimiteri clanJcstini in rutto il territorio gua temalteco. È l'aspetto più in1portante: queste Jonne sono riusci re ad arrivare alJe autorità giutliziarie, farro insolito per una indigena in q uesto paese, c avviare i Sotto, guerriglieri indigeni degli anni '80. In bosso, bombino soldato. processi contro i loro carnefici, responsabili di 250 mila morti tra assassinati e desaparecidos». Pumoppo si assiste a un fenomeno preoccupante, precisa la leader indigena: «Molte d i queste donne ri - cevono intimidazioni e minacce e sono perfino oggetto d i attentati , per far sì che desistano dal loro proposito di chiedere giustizia». Al momento la quasi corali tà dei responsabili del genocidio restano impuniti, protetti daUa connivenza dell' élite• politica e dal loro passato di porcnt i gerarchi dell'esercito. Uno dei più feroci dittator i contemporanei, per esempio, l'ex generale Rìos Montt, ha avuto l'ardire di canili - darsi alle p residenziali del2003, con una campagna elettorale di intimidazioni e violenze, gettando di nuovo il paese nel terrore. I l recente passato c.lel Guatemala cominua a pesare eoonnemente sul presente, come spiega la signora Tistll : «L'impatto culturale dello sterminio delle comuni tà indigene, per noi J onne, ha significato la perdita dei nostri c.liritti fondamental i, della

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