Missioni Consolata - Settembre 2005

lo meno una buona parte di loro. Un'analisi pubblicata dalla rivista medica The Lancet diversi mesi fa aveva sottolineato che non erano necessari grossi progettl e finanziamenti impegnativi: pochi interventi semplici e di basso costo (promozione dell 'allattamento al seno, disponibil ità di zanzariere trattate con insetticidi , vaccinazioni contro il morbillo e terapie reidratanti) avrebbero già abbassato drasticamente il numero di morti. NEMMENO UN MESE Considerando poi solo il sottogruppodei neonati, cioè i piccoli con meno di un mese di vita, i morti contati ~ni anno sono 4 milioni , circa il38% del totale. Di questi, tre quarti non arrivano nemmeno a compiere una settimana, muoiono prima, muoiono subito. E il 99%di queste morti neonatali avviene ancora una volta nei paesi più poveri, soprattutto nelle zone dell 'Asia sudcentrale (con l'eccezione del Bangladesh e Sri Lanka, dove la situazione è migliore) e dell'Africa subsahariana. Due terzi di queste morti sono concentrate in l O paesi e la metà avviene in casa, senza assistenza. Muoiono perché nati troppo presto, prima del termine, per difficoltà respiratorie, per infezioni , come il tetano, che è facilmente prevenibile, malattia di altri tempi per i paesi ricchi. Ancora una volta la rivista medica OBIETIIVO N°4 Ridurre di due t erzi rispetto al1990 la mortalità infantile Vi sono enormi differenze fra le possibilità di avere una vita futura offerte a un bambino in base a dove nasce. Se infatti nei paesi in via di sviluppo muore 1 bambino su 12, prima dei cinque anni di età, nei paesi più ricchi ne muore 1 su 143. Complessivamente ogni anno muoiono quasi 11 milioni di bambini nei paesi più poveri prima del loro quinto compleanno, e la maggior parte di queste morti sarebbe evitabile migliorando l'assistenza sanitaria, l'alimentazione e le terapie mediche. !:Obiettivo di sviluppo del millennio numero quattro si propone di ridurre di due terzi la mortalità infantile prima dei cinque anni entro il 2015 (rispetto ai dati registrati nel1990). The Lancet ha dedicato una serie di articoli proprio alle morti neonatali , dei primi giorni di vita, sottolineando come la loro prevenzione non sia un punto centrale nei programmi sulla sopravvivenza infantile e la salute materna: il risultato sono 450 neonati che muoiono ogni ora, l O mila ogni giorno, ancora una volta per cause, nella maggior parte dei casi, evitabili. Ma non se ne parla, fa parte delle emergenze dimenticate. E in fondo basterebbero pochi semplici interventi per migliorare di molto il desolante quadro: per esempio vaccinazioni contro il tetano per le donne in gravidanza, parti in condizioni igieniche e pulizia adeguate, allattamento al seno immediato ed esclusivo, assistenza per i nati di basso peso e antibiotici per le infezionì neonatali . CERCARE lE SOlUZIONI Le ultime previsioni delle Nazionì Unite, sulla base dell 'andamento finora registrato, mostrano un quadro pessimistico per il raggiungimento del quarto obiettivo: se si fallisce , fra oggi e 112015 moriranno 29 milioni di bambini prima di arrivare a 5 anni di vita. Dieci nazioni africane hanno oggi una mortalità peggiore di quella del2000, anno in cui sono stati stabiliti gli obiettivi; altre 29 potrebbero invece arrivare al risultato, ma con 35 anni di ritardo. Eppure, a volte basta dawero poco per ottenere grandi risultati , come attuare gli interventi raRidi ed economici prima ricordati . E importante riuscire a calarsi nelle realtà che si hanno di fronte, pianificare sulla base del tessuto sociale in cui si agisce e delle risposte che si possono ottenere; capire quali siano i reali bisogni primari, capire come arrivare alle famiglie , come integrare l'intervento perché diventi un progetto comune e abbia possibilità di riuscita. Certo vi sono, in diversi stati, campagne internazionali di diffusione delle vaccinazioni e di prevenzione delle malattie. Quella promossa in Togo alla fine dello scorso anno è un esempio fra tanti , in cui sono stati unìti gli sforzi contro morbillo, poliomielite, vermi intestinali e malaria. Lo scopo era raggiungere e proteggere circa un milìone di bambinì fra i nove mesi e i cinque anni. Ma a volte la soluzione è nascosta anche in interventi apparentemente banali e di basso costo, che aggirano l'ostacolo della povertà, dell ' impossibilità di avere attrezzature sanitarie adeguate. Interventi che. per esempio, permettono di salvare la vita a molti bambini disidratati dalla diarrea anche se non ci sono i soldi per ricoverarli o dar loro liquidi in vena. Il Bangladesh ha fatto da apripista in questa ricerca di risposte semplici e immediate ed è stato tra i primi a utilizzare per questi bambini una semplice bevanda, composta da acqua, sale e zucchero. Perché, se è importante non trascurare la ricerca sul Dna e su nuovi vaccinì, a cosa serve se i bambini muoiono di una banale diarrea prima di poterne beneficiare? La somministrazione della bevanda in sostituzione della più complicata, e spesso impossibile da realizzare, terapia endovenosa si valuta abbia salvato nel corso degli anni 40 milioni di persone. E dagli anni settanta a oggi la mortalità infantile in Bangladesh è pressoché dimezzata, ridotta a un terzo in alcune zone. • DYII OWBI, UN preclicts lhot miUeMium tlne/opment goals will be mìssed by owitle morgin in Africo, BMJ 2005; n. 330:1350. 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