Dalla 8l.bbi.a le pCU'Ole della vlt:a (7) NEL GIARDINO DI EDEN ccii Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo servisse/coltivasse e lo custodisse» (Gen 2-,15) «Tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglje del parto>> (Roo! 8,22) di Paolo Farinello, biblistQ N ella. coscienza dei popoli aumenta la preoccupazione per il futuro della terra. Lo sviluppo disordinato e lo sfruttamento delle risorse idriche, alimentari ed energetiche hanno imboccato la via di non ritOmQ,verso l'implosione dell'ecosistema. I governi sono i soli a non preoc:cuparsene, dal momento che essi sopravvivono t~na manciata di istanti e non interessa loro La sorte dellegenerazionifuture, l'lla il risultato immediato. Domani altri governeranno; ad altri i problemi eli domani. Governare è prevedere.Anzi, governare è aniicipare leprevisioni. Prendere coscienza della terra o, come si dice oggi, dell'a.mbjeme in cui viviamo è un imperativo morale e religioso, oltreche civile. Per il credente il rispetto e la cura della terra sono un atto di obbedienza al Creatore del cielo e della terra e un inno di lode al Dio redentore del - l'umanità e dell'ambiente che la contiene. Chiunque insulta, defrauda, violenta, sfrutta ]a terra e le sue risorse compie un atto blasfemo contro se stesso e contro Dio. L'inquinamento ha raggiunto livelli insopportabili; il degrado delle urbanizzazioni selvaggehannoprodotto la cementificazi.one della terra. con la conseguenza che sono in aumento la desertificazione, alluvioni, mutamento delle stagioni, scioglimento dei ghiacciui, cataclismi di cui siamo attoniti e impotenti testimoni. Eppure Ja bibbia si apre appunto con la questione ambientale, fulcro di tutta la storia di salvezza. :n fondamento di tutto ciò era già scritto fin dal principio, ma pochi ne hanno coscienza, anche tra i credenti. 1n nessun programma di poUrici sedicenti cristiani e/o cattolici ho mai visto un espresso capitolo dedicato all'ambiente o alla ter· ra e al conseguente sviluppo sostenibile. Guardandomi attorno, vedo che1'umaJùtà è ancora ferma ai primi 11 capitoli della Genesi: non ha fatto un grande progressoda un punto divista antropologico. Questa constatazione diventa drammatica se guardiamo al rapporto tra gli uomini, tra uomo e natura, tra uomo e creato. Tutti gli scienziati liberi (non a libro paga dei governi) dicono che il mondo stamorendo per opera dell'uomo e le proiezioni parlano di uno stravolgimento epocale che sovrasta le teste dci nostd figli, perché il rapporto dellJuomo con la terra è un rapporto di violenta aggressione, quasi una volontà positiva di distruggereJ1 creato. Tutto era previsto dal x sec. a.C. in poi. Tutto era scritto gia nel sec. IV a.C., nei primi 11 capitoli del libro dellaGenesi. Essisono .ilrisultato:finale di una lunga riflessione sull'esperienza di fede del popolo MC / 5etfembre 2005 pagina 48 d'Israele, fmtto di diverse tradizioni orali e scritte. Sono La proiezione all'indietro dell'esperienza storica vissuta lungo 5 secoll (x-v a.C.): laproblematka che attraversa l'anima umanaè proietratasu uno sfondocosmjco per dire che si tratta di una realtà universale. Genesi 1-11 è una «narrazione storic~t>>, nel senso che te· matiche universali come dolore e morte, violenza gratuita e org.anizzata, lavoro efatica, ilisgregazione dell'ambiente e cat~clismi, sofferenza<.legli innocenti e successo degli ingiusti, attrazione dei sessi e dolore dd parto, mistero dellavita emortalità, società e sovversionedell'ordine morale... sono patrimonio dell'umanità che cammina nel tempo della storia. Sempre. Genesi 1·11, però, supet:a i confull di un tempo specifico o di una generazione e per questo vengono collocati «in principio», perché fanno parte del patriOlonio storico che ogni generazione lascia a quella successiva. Ieri come oggi e come domani. A distanza di almeno 3 mila anni, infatti, anche oggi siamo alle prese con gli stessi interrogativi. Ai quali interrogativi, l'uomo biblico dà una risposta di fede. chepuò essere sintetizzata cosl: l'uomo/ Ad4m che non riconosce la «signoria» diDio, cioè, non accetta il pro_Rrio limitedi creaturae si ribelkl nel tentativo di sostituirsi aDio stesso, va jncontro a una serie di fallin1enti senia ritorno. Adam disponeva delgiardino di Ede11; era <<Signore» di tut· to il creato; dove svolgeva un compito sacerdotale di rappresentanza. E~li era La «Starualimmagine» del Creatore, la coscienza vigile dell'intero creatoattraverso l'~rcizio di una <<Signoria vicaria» che avrebbe dovuto fare sperimentare al creato la provvidente paternità di Dio-Signore. L'uomo poteva <<dare il nome~> agli animali, cioè esercitare su di essi un compito non di dominio, ma una prt'rnazia di signorilità: come il sacerdo1e nel tempio di Gerusalemme rappresentava liturgicamenteDiodavanti al popolo e il po· polo davanti a Ojo attraverso il sacrificio perpetuo e il sacrificio di lode ($al53,8; 115,8; 1Mac456; Eb 13,15), cosìAdam nell'Eden, tempjo cosmico, celebrava la liturgia di lode in rappresentanza,elncomunionecon il<::reato: umani, animali e cose. IL «principio~> o fondamento della creazione e.ril l'armoniadel creato, cotne contesto aell'armonia del regno vegetale, animale e umano e segno dell'armonia E_a~èat11 dell'animo umano. Ad Adam non basta. Egli vuole essereDio, non solo la sua immagit1e:; non accet· ta di essere quello che è, tna wole di\Tentare cbi non è, in· t:roducendo nel suo cuore. nella relazione con la donna e nel mondo incero Ugennedel disordinee divisione. Per responsabilitàdell'uomo il virus della disgregazione è inocu-
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