Missioni Consolata - Settembre 2005

Secondo lei gli europei hanno paura dell'Africa? Molti lo dicono: hanno una cattiva coscienza rispetto a tante cose che immaginano ma non possono capire. Così la paura detrAfrica viene datale memoria soffocata. L'Africa è stata saccheggiata e violentata, ma una parte della storia non è per nulla stata assunta. Se la gente non si riconosce in questa storia e non dice: siamo spiacenti, le stesse cose continueranno, magari in modo più nascosto con le istituzioni internazionali. Finché non Lo avremo riconosduto, continueremo ad avere rapporti molto falsi con l'Africa. Lei vive da molto tempo in Europa. Eallora? Come si trova? Bene. Vivo anche nello sguardo degli altri l'immagine dell'Africa. Non si è discriminati 24 ore su 24; ma in Francia la discriminazione esiste: è dappertutto. Non nei testi ufficiali, ma nelle istituzioni. Egli africani la 1/giovone regista burkinabé Adamo Rouamba {a destra) con alcuni colleghi. Dossi.r MC l aett.mbre 2005 pagina 38 subiscono. Alivello politico pochissimi neri arrivano in alto. C'è un «soffitto di vetro» che fa sì che un nero sia sempre l'ultimo .a essere promosso, anche se ha competenza. C'è sempre un razzismo strisciante. Nel film si porta di «colonizzazione dellementi» oltrechedelle terre. Le chiese africane che si formano dopo le chiese missionarie, possono ave-- re un ruolo in tale decolonizzazione spirituale? Non ho pensato a questo. Nella chiesa della Namibia per esempio, qualcuno parla di rivendicazioni e lotte, ma allo stesso tempo restano motto attaccati alla chiesa come istituzione. Non so se può avere questo ruolo, perché credo che si debbano rimettere in questione un certo numero di concetti, e non sono sicuro che l'istituzione lo faccia. Ma la chiesa nella sua lotta per la dignità dell'uomo ha fatto molto. Le chiese della Namibia e del Sudafrica hanno fatto un lavoro enorme per la lotta contro l'apartheid. Non so se si possono decolonizzare le menti, perché la chiesa resta un luogo di formattazione del pensiero. Eil modello è quello occidentale. Ma almeno la paIl regista senegalese Ben Diogaye Beye. rola di Dio non è piO uno strumento di oppressione. Nel film lei dice che i missionari furono identificati come i migliori «civilizzatori», nel momento in cui si voleva civilizzare per occupare le terre degli africani. Vede dei lati positivi della missione? Non sono uno specialista della missione. Cerco di mettere in fila gli

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