Missioni Consolata - Settembre 2005

visitare il Mica (Mercato internazionale del cinema e televisione africani), un'esposizione di operatori nel settore video e cinema, giunta alla sua 12• edizione. Ma sono le sale cinematografiche il cuore pulsante della manifestazione. Due grandi sale con aria condizionata (che fatica, vista la quantità di pubblico), due cinema all'aperto e due allestimenti temporanei, anch'essi esterni, per godersi i 35 gradi serali. La partecipazione è alta, sia di burkinabé che di stranieri e i cinema sono spesso stracolmi. Alla sua 19' edizione, il Fespaco è stato, per la prima volta, segnato dal lutto: due ragazze sono morte nella ressa allo stadio per assistere alla cerimonia di apertura . Oltre una decina sono stati i feriti: schiacciati, soffocati. Il caldo ha fatto la sua parte. Un fatto drammatico che dà la dimensione della partecipazione popolare, ma anche della difficoltà o talvolta della leggerezza delle autorità, sorprese a gestire un evento dall'eccezionale afflusso. I PROTAGONISTI Ma quali sono i film che i festivalieri si raccontano e si consigliano l'un l'altro di andare a vedere in un tourdeforce cinematografico? l'edizione ha mostrato una forte partecipazione, in quantità e qualità, del cinema anglofono, in particolare sudafricano. «Questo premio è un enorme onore per il cinema sudafricano, e per il suo popolo, per la sua bellezza, forza, resistenza nella lotta e vittoria di uno dei più brutali regimi del xx secolo» afferma commosso Zola Maseko, regista di Drum e vincitore assoluto del Fespaco 2005, pochi istanti dopo aver ritirato lo Stallone d'oro di Yennenga in uno stadio stracolmo. Ex militante del braccio armato dell'African National Congress (Anc), Maseko è riuscito a fare un film forte ed emotivo, sulla storia vera del giornale Drum e del giornalista Henry Nxumalo. Ambientato nel Sudafrica degli anni '50, quando il regime di apartheid si inaspriva, il film racconta una società stratificata e la presa di coscienza di alcune persone contro l'ingiustizia. I film sudafricani, presenti con quattro titoli nella sezione lungoIl reflista sudafricano Zola Moseko, vinc1fore del primo premio (Sto/Ione croro di Yennenga) al Fespaco. Sopra, il regista morocchino Hosson Bengelloun, vincitore del secondo premio (Stallone d'argento di Yennenga}, converso con alcuni fans . Sotto, il regista burkinabé Doniel Kollo Sonou~, vincitore del terzo premio (Stallone di bronzo) e del P.remio del pubblico per il film Tosumo. r A Yennenga, figlia ribeUe l di un re sudanese, piaceva scoprire il mondo. Un giorno, In groppa al suo cavallo Imbizzarrito, fu salvata da Rlalé, un cacciatore mende. l due giovani diedero origine al mossi del Burkina Faso. Da tale leggenda nasce j li nome dell 'oscar cinematografico africano: Stallone di Yennenga. metraggi, hantJo anche fatto il pie· no di premi. «E un giusto riconoscimento per un cinema che è molto avanzato- dice Idrissa Ouedraogo, il più noto regista e produttore burkinabé -. Noi, in Africa dell'Ovest, dobbiamo metterei al passo e migliorare il nostro livello se vogliamo competere con loro». Drum conquista anche il premio della migliore scenografia, mentre Zulu love letter di Ramadan Souleman ottiene il premio speciale Unione europea, perché «ben rappresenta i valori delrUe» e la miglior interpretazione femminile, con la brava Pamela Monvete Marimbe. Il film di Souleman presenta un Sudafrica dopo apartheid, alle prese con il suo passato che ritorna, lavo· glia di riconciliazione, ma anche di verità sui crimini commessi e la dif· ficile convivenza tra vittime e carnefici di un tempo. Ma è anche la storia del rapporto, difficile, tra madre e figlia. «Questo film è un ringraziamento alle donne, che in Sudafrica hanno sempre continuato a tenere in piedi le famiglie. Aloro dobbiamo un contributo notevole nella lotta di liberazione» dichiara il regista. lo scanzonato Max and Mona di Teddy Mattera (vedi riquadro) si aggiudica il premio Oumarou Ganda, con un film allegro, tecnicamente ben fatto, che mostra in modo grottesco Le differenze tra la campagna e la città, e come la tradizione trovi il posto nella modernità. Mattera, con un'aria di giovinetto ribelle, urla al pubblico: «RespectAfrica! Il miglior premio è essere qui». Beat the Drum, sul tema dell'Aids, di David Hickson, da qualcuno dato per favorito, si è dovuto accontentare di un paio di premi speciali (eraDouler MC l aett.mbre 2005 pagina 31

RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=