Missioni Consolata - Settembre 2005

buisce i piccoli pacchi che l genitori mandano ai figli. «C'è qualcosa per me?» chiede ogni settimana il piccolo Nanc.hito, 7 anni, pelle nera e occhi grandi. No, nessuno si ricorda di lui; però padre Juan ha comprato un pacco di bi.- scotti e con la penna blu ha scritto in un angolo della catta rossa: «Nanchito, te lo manda papà». E non è una bugia; non è un inganno: è solo un regalo che dà Ja sensazione di esistere. Originariamente W. /inca <lpparteneva a un generale dell'aeronautica; oggi i tre diciottenni ospiti della fon - dazione occupano la casa del generale, mentre quella dei contadini è stata abbattuta per dare spazio a un primo blocco a due piani, adibito ad aule per lo studio. Oltre a una nuova cucina, sono stari costruiti 4 dormitori con letti a castello. Per le educatrici e~~ ospiti, ci sono 6 stanze con servlZI. La gestionedella_Hnca richiede un grosso impegno economico, perché, oltre alla costruzione, ampJi<IIDento e manutenzione della struttura, bisogna pensare ai vestiti , al trasporto giornaliero fino alla scuola, alla divisa, cibo, materiale scolasticoe personale professionale: una psicologa, una pedagoga e una cuoca che vivono 24 ore su 24 con i ragazzi. I 4.3 ospiti della}i"nca vanno tutti i giorni a scuola e nel pomeriggio, dopo i compiti, coltivano il piccolo campo, raccolgono cacao, banane, MC l settembre 2005 pagina 20 Sopra, dormitorio: i ragazzi imparano ad outogestirsi. In bosso, ogni martedì arrivo il carico di cibo da Bogota. pomodori , allevano polli e maialini. I ragazzi fanno votazioni periodiche per eleggere il presidente, vicepresidente, segretario e i responsabili di quattro aree: studio, lavoro nel campo, spiritualità e convivenza. Ogni settimana c'è un'assemblea per discutere i problemi quotidiani e per scrivere su un foglio a quadretti, sottoscritto in calce dai partecipanti, le richieste di materiale da inoltrare a padreJuan. Gli adulti hanno diritto a parlare ma non al voto, ed è così, attraverso l'educazione all' autoresponsabilizzazione, che bambini di strada, abi - tuati alla violenza e portatori eli ferì - te profonde e rabbia, si avvicinano a se stessi e agli altri con l'idea eli una convivenza possibile. Q uando i ragazzi tornano alla /inca, dopo un breve periodo eli vacanza nei quartieri di Bogota, ci vuole almeno un mese per riportare l'equilibrio nel gruppo, perché nei quartieri periferici, dove la prepotenza è l'arma del vincitore, è costante la tentazione della droga e il ricorso alla violenza. Nel sud della capitale i paramilitari stanno reclutando giovani per i loro «servizi» di ordine sociale: li atti - rano colmiraggio di qualchemigliaio di pesos per impiegarli come spie o direttamente neJw.lotta armata. Ecco perché è forte il bisogno di dare al più presto ai bambini e ai giovani uno spazio alternativo, dove sia possibile imparare a fidarsi di se stessi e degli altri, nella prospettiva di un impegno comune e una solidarietà che conservi la memoria del passato e apra al presente. Sono i biUllbiol a dare fabrione a pa· dre Testa: sono i loro sorrisi, la vitalità che hanno dentro, J'immedlarezzanel togliersi i vestiti per buttarsi nel fiume e la voglia di credere che quello spazio, un po' sospeso tra il tropico e l' inferno, sia davvero un piccolo paese dove tutto può accadere. Ci si può arrabbiare e ci si può picchiare, sì può chiedere scusa e si può ricominciare. Si deve ricominciare. Lo si capisce vedendo la felicità sulla faccia di Nanchito, che ha il colore rosso di un pacco di biscotti e un nome scritto a penna. Lo sì capisce vedendo la felicità sulla faccia di Nanchito e provandone stupore. Stupore e meraviglia per un piccolo, fondamentale passo nella costruzione di un uomo che un giorno potrà raccontare che la vita, a lui, in fondo ha datola possibilità di sceglierecomediventare. IM l PurvenendodaCaracoli, C o soprattutto per quello. Padre Juan cerca volontari per l.aftnca del nino. Chi volesse ripetere l'esperienza fatta dall'autrice dell'articolo. offrendo un po' del suo tempo e capacità ai bambini colombiani, può mettersi direttamente in contatto con la fondazione e con padre Gianfranco. E-mail: gianfrancotesta2001@yahoo.com

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