Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

trekking va alla guida e all 'agenzia, nascono attività «complementari» come la vendita di manufatti arti - gianali, l'elemosina, o il farsi pagare per essere fotografati . Quando i vilJa~i tribali non si adeguano all'invasione del turismo, e coraggiosamente resistono rifiutando di vendere la loro cultura, capita che le agenzie ricorrano a veri e propri attori: raramente il turista si nccorge della differenza o «fa finta di non accorgersene>>. Quando popolazioni che hanno un forte radkamento dei valori tradizionali nella comunità locale riescono a sviluppare un rapporto equilibrato con il turismo,questo può invece rappresentare un'occasione di valorizzazione delle culture locali. Basti pensare ai kuna di Panama, una piccola popolazione indigena che è riuscita a mantenere il controllo della produzione e della commercializzazione di un prodotto artistico-artigianale come le molas, stoffe colorate sovrapposte lavorate dalle don~e d~a comunità, delle qu~ s~­ no nusou a conservare anche 1 SI· gnificari spirituali più profondi. ANDANDO••• «A QUEL PAESE» Da più di venti anni le agenzie di viaggio «classiche» sono state affiancate da altre che propongono un modo di viaggiare diverso. Non più hotel a 4 o 5 stelle, villaggi e dub riservati, ma un viaggio in mezzo alla gente del luogo, sfruttando le loro stesse strutture o quasi. Viaggi che all 'awentura (che spesso significa semplicemente fare ciò che i locali fanno quotidianamente per vivere) uniscono un rapporto nuovo era viaggiatore e popolazione locale. Insomma, viaggi che sipongono il problema di «come andarci a quel paese»! Cosa significa fare turismo «alternativo»? Come fare un turismo che porti vero sviluppo nei paesidel Sud del mondo? ( FINE PRIMA PARTE· CONTlNUA) Dite~tUtUt etico: queut.do :)i :)catta """ foto... U na delle prlndpaH attMtà che caratterizzano Uturista è queDa del fotografare. Le proiezioni di ~ al ritorno dal viaggi eono ormai diventate un rito a a.d l w.ggiatori e gli amici dei ~ori al sottopongono Inevitabilmente. Quante volte abbiamo parlato, dialogato, oon quelli che conm.ddlttorlamente vengono chiamati "8099ettbo delle fotografie, mentre lnvecle ne sono gU oggetti. foi"N, e mi metto tra ooloro che hanno tcattato molte foto nel loro viaggi, d accorgeremmo che In molti casi quelle persone non le abbiamo neppure salutate, non ne conoedamo U nome, figurlamod la storia. a •• presenta in un villaggio, in un'abitazione. a una cerimonia~ dietro le ~e macdUne fotografiche e altcatta. E dò che vediamo lo pensiamo già In funzione deD'Imrnagine che vorremmo trame. Per quelto scegliamo l' obbiettivo adatto e l'angolatura migliore. Là dietro, In fondo aDa figura nel mirino, l'Individuo inquadrato diventa un' Immagine del'indMduo. Perde la sua penonalltà per acquistan queDa che O fotografo Intende aMegnargiJ: mistico, esotico, pittoraco, Mlvagglo. Questo approccio fotografico finltcc per 5J)ersonalizzare Inevitabilmente O rapporto tra fotografo e fotografato, lonelc:ando spalO dinamk:he di tipo comrnerdale (i nativi che chiedono soldi per essere fotografati) che suscitano talvolta tentiment:i di indignazione nel turisti. Fotografare qualcuno o qualc:ose •lgnlflca reputarlo lnterestante, magari bello, non onormaJ,e... Ecco O problema di fondo: .cegliendo un indMduo come soggetto deDa nostra fotografW lo allontaniamo inevitabilmente da noi e lo trasfonnlarno in shnbolo. Ne esaltiamo le differenze, .tendendo un velo .Wle sbniUtudinl. Più è diverso, più d sembra lntereasante. .. La lentezza, aboUta dalla maggior parte dei programmi di "'-9gio, potrebbe divenire un valore se viuuta oome mezzo per approfondire l'Incontro, per dllul· re almeno un po' la diltanza esistente tra turista e nativo. Ad esMre vissuta come valore del turista è Invece la cona a vedere quanto più possibile. a fare un elenco cl luoghi più che a gustarli e a conoscerU. Basta pusard poche ore per dlre di oeaerd stati>t. In ogni caso la fotografia diventa una oompensazlone aDa brevità del viaggio: fisso un' immagine e poi me la rivivo a casa. DaO'altro 11 trasforma In un Inevitabile strumento creatore di barriere. VIsto che le tenSaZioni prodotte daDa visione di una diapositiva non ponooo esMre paragonate a quelle vissute nella realtà visitata, la mia modetta proposta a chi davvero vuole diventare «turista responsabi.IP (e anche a chi propone viaggi dJ quato tipo) è di provare a lasdare a c-. la maochina fotografica e a rallentare U proprio viaggio. Non credo che questo basti a risolvere Il diJem.. ma etloo del turista, ma forse qualcoea può cambiare. La realtà va oaervata per ore, gionù, settimane, non a 1/ 125 dJ secondo e allora le persone polSOno vivere come tali e non come soggetti da inquadrare. DA: MARco AME, IN «Sou:waarrA IN VIAGQOto BIBUOCRAAA E.SSIXllAI..E: • Solidariet à in uloggio. A lla scoperta dello .COrto d 'Identità;. per Viaggi Sostenlblli, Roberto Varone, CISV, Altr, Cmsr, lcei e Mlal • State of the World '02. Stato del pianeta e sostenlbllltà, a cura dJ Gianfranco Bologna, Ed. Ambiente, 2002 • Andare o qu.e l paese. Vodemecum del turista responsabile, Duccio Cancstrtni, Feltrlnelll, 2003 • Trekklng tribole. dJ Marco Cordero, In Volontari per lo Sviluppo, agosto/settembre 2001 • Tourlsm Highllghts, Edltlon 2004, Wto, World Tourlsm Barometer, Wto, Vol.3, No.1, January 2005 Sm INTt:RNtm www.world-tourism.org www.tourtsmconcem.org.uk www.homoturistlcus.com (a cura d1 Duccio Canestrini) o ., <l , "'.'.·.· , ., .. ...... ~ oJ ., .. J

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