Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

molti studiosi, il turismo distrugge posti di lavoro. A questo si aggiunge anche la tendenza delle strutture alberghiere a privilegiare beni esteri anziché locali. Spesso il cibo è infatti importato, anche a causa di una distorta informazione e sensibilità del turista, che ritiene scadenti gli alimenti locali. Quando poi il turismo rappresenta l'unica risorsa di un paese, per di più dipendente da clienti di paesi del Nord, basta poco per mandare a picco il fatturato del! industria turistica per una o più stagioni. Periodi eU recessione nei paesi di provenienza dei turisti, periodi di instabiLità politica e crisi internazionali, problemi sanitari locali, guerriglia, campagne di stampa che deviano i flussi turistici verso altre destinazioni. Il paradosso è che le mete più ambite dagli operatori turistici sono quelle politicamente più stabili, stabilità che nei paesi in via di sviluppo è spesso ottenuta a spese della democrazia, tramite dittature e regimi militari. n che ci pone di fronte ad una domanda: è giusto fare turismo in paesi nei quali i diritti umani non sono rispettati? PISCINE OFORESTE DI MANGROVIE? D turismo è generalmente concepiro come alternativa so/t allo sviluppo industriale. Interessato alla conservazione e valorizzazione di ambienti, culture, monumenti, siti archeologici, giardini e parchi naturali, di fatto in diversi casi ha spinto alcuni governi ad attuare politiche di protezione di habitat e di specie a rischio di estinzione, utilizzando anche finanziamenti internazionali. In molti altri casi, invece, il desiderio di profitti sempre maggiori ha ponato a consumare, logorare e distruggere proprio quelle risorse da cui lo stesso turismo ~pende. Anche se basato spesso sulle risorse ambientali e le bellezze naturali, quando diventa di massa il turismo inquina e dan· neggia proprio l'ambiente che lo sostiene. Strutture e infrastrutture per alberghi, alloggi e servizi, che deturpano il paesaggio, occupano suolo e distruggono habitat naturali; distruzione dellemangrovie, tipica vegetazione della costa tropicale, e dei banchi di corallo; deforestazione, con la conseguente scomparsa o il drastico ridimensionamento di fauna e flora locale; desenifìcazione; essiccamento dei fiumi per il prelievo di acqua; inquinamento delle acque dovuto ad acque reflue non o mal depurate, ma anche a perdite di petrolio e sottoprodotti della benzina scaricati dalle barche. È il risultato di un turismo di massa incontrollato, il cui impatto è ancora più distruttivo nelle terre vergini, il cui ecosistema viene sconvolto irreparabilmente. In generale i turisti possono essere considerati come abitanti che si vanno ad aggiungere alla popolazione residente. Questo implica che lo stesso territorio deve supportare un maggiore livello di consumi (acqua, energia, cibo, ecc.) e smaltire più emissioni e rifiuti. A rutto ciò si sommano però le abitudini chemolti turisti pretendono di conservare anche a migliaia di chilometri di distanza dal proprio paese: riscalda-

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