Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

·- E Q) - ..a o .. a.. UNA SOLA MADRE TERRA di Silvia Battaglia, ingegnere ambientale l DISASTRI DELL'«HOMO TURISTICUS» Il turismo è lo primo attività economico olivello mondiale. Sembrerebbe uno buono coso, ma lo realtà è diverso equasi sempre misconosciuto, specie nei paesi del Sud. Escludendo le forme più infami, il turismo, come oggi è concepito, produce disastri rilevanti. Sull'ambiente e popolazioni locali. leggere per credere... Para~i tropicali ,. natura s~­ vaggta, sptagge mcontamtnate, avventura, popoli gentili e ospitali, con il ritmo nel sangue, il sorriso stÙ volto, voglia di vivere e elignità della propria condizione. Come resistere ad una vacanza che promette questo ed altro? Per molte persone il costo economico di un viaggio in qualche paese esotico è sempre più alla portata del proprio portafoglio. Ma ci sono altri «costi>>, dei quali nessuna agenzia, nessuna pubblicità o rivista specializzata ci avvisa al momento della partenza. HOMO TURISTICUS Nomadi, marinai, mercanti, pellegrini... I:uomo ha viaggiato da sempre, motivato innanzitutto dallii necessità. Solo in tempi recenti si comincia a viaggiare «per piacere», grazie alla disponibilità di mezzi, per curiosità culturale, ma anche per una sorta di «dovere» che ci obbliga, perioelicamente, a lasciare il lavoro e la casa per «andare in vacanza». n turismo diventa un fenomeno eli massa e, come eliceDuccio Canestrini, nasce l'«homo turisticus», che con relativa disponibilità di denaro parte verso luoghi lontani da casa per tornare presto alla routine quotidiana. Proprio perché la visita fa J?.arte delle sue vacanze e non della sua vita professionale, il turista «è un visttatore frettoloso che preferisce i monumenti agli esseri umani», sostiene Tzvetan Todorov. La conoscenza dei costumi umani, infatti, richiede tempo, e l'incontro con «.l'altro» rischia di mettere in gioco la nostra vita quotieliana, eli mettere in discussione le nostre motivazioni e la nostra stessa identità. Senza contare che, anche se l'atto stesso di viaggiareprovoca un senso eli benessere fisico e mentale, nello (Prima parte) spostamento è insita una sensazione di spaesamento e distacco. Di tutto ciò l'industria turistica è ben consapevole e non esita a ricreare un modello di vita del tutto simile a quello appena lasciato. Stesso cibo, stesso ambiente, stessi ritmi di vita, stessa lingua e stessi compagni. Con la conseguenza di svuotare il viaggio dalla componente esperienziale che ha sempre avuto: conoscere meglio gli altri e se stessi. D risultato è che viaggiamo sempre di più, ma di nuovo vediamo ben poco. «.L:occbio dello straniero vede solo ciò che già conosce» recita un proverbio africano. E sembrano lontane anche le parole di Marcel Proust: «ll vero viaggio di ricerca non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi». In effetti il termine turismo deriva dal francese «tour», cioè giro, percorso, viaggio, ma può essere fatto risalire a una parola e-

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