«È molto importante amare i popoli: impareremo ed insegneremo ~olto gli uni agli altri della nostra Vtta, delle nostre culture» Rigoberta MenchuJ premio Nobel per la pace 1992 tra loro. Lo schermidore si deteriora facendo la boxe. li rematore deve diffidare degli esercizi alla sbarra... So per certo che i rappresentanti dci diversi sport non si erano mai messi insieme per un'opera comune, fino a quando io li riunii per la formazione del Comitato per la diffusione degli sport scolastici. Un anno più tardi, l'organizzazione delle gare del congresso dell889 rni - se insieme, questa volta ufficialmente, i rappresentanti presso il ministero della Pubblica istruzione>>. Malgrado questi risultati, nel 1894 Cupertus ritirava l'adesione dei ginnasti belgi alle prime olimpiadi, affermando: <<La mia federazione ha sempre creduto e crede aoco~:a cbe la ginnastica e gli spon siano cose opposte e ha sempre combattuto questi ultimi come cose incompatibili con i suoi principi>>. Intanto il25 novembre 1892, nel grande anfiteatro della vecchia Sorbooa, in occasione della celebrazione del 5° anniversario dell' Union de SportsAthlétiques, con coraggio Pierre de Coubertin annunciò il ripristino dei giochi olimpici. Quali furono le reazioni?Racconta il padre delle moderne olimpiadi: <<Applausi, approvazione, auguri di grande successo, ma nessuno aveva capito niente. Cominciava allora l'incomprensione totale, assoluta. E doveva durare a lungo». E prosegue con ironia: «La gente "colta" usava fare dello spirito nell 'informars1 se le donne sarebbero state ammesse tra gli spettatori delle nuove olimpiadi o se, come in ceni periodi dell'antichità, sarebbe stata imposta la nudità per meglio proibire al sesso debole l'accesso agli stadi». Finalmente, nel18%, dopo intensi lavori di preparazione e non pochi patemi, i primi giochi olimpici furono celebrati con gioia in Grecia, dove le diverse categorie dello sport furono presentate «su un piano di eguaglianza>>. Le olimpiadi moderne erano così decollate. Nel1900 furono celebrate a Parigi, nel 1904 in America (Saint Louis), nell908 a Londra, dove «era la prima volta che le dottrine ginniche svedesi e tedesche si affrontavano sul campo; la prima volta che le regate sul Tamigi dovevano essere accessibili a tutte le nazioni. Per la prima volta la s6lata dei 1.500 atleti in marcia dietro alle loro diciannove bandiere...». Le olimpiadi del 1912 di Stoccolma furono dtenute esemplari da de Coubertin, perché si vide «tollerare la glorificazione di tutti gli sport io piena Stoccolma e l'erezione degli attrezzi, ftno allora banditi, proprio in mezzo allo stadio... (mentre) grazie allo sforzo svedese il divorzio tra giochi olimpici ed esposizioni sarebbe stato concesso». Infarti, il padre delle moderne olimpiadi è molto critico circa l'inserimento delle precedenti olimpiadi in grandi fiere o esposizioni, perché «il loro valore filosofico evapora e la loro portata pedagogica diviene inoperante», tanto che, a Saint Louis nell90-t, <<io fatto di originalità, il programma ne offriva una sola) ma incresciosa. Si trattava delle due giornate. Denominate bizzarramente anthropologiCJJI day, riservate alle gare dei neri, degli indiani, dei filippini, degli ainos e, come se non bastasse, a essi furono aggiunti turchi e siriani. E questo solo20 anni fa! ... Osereste dire che il mondo non ha camminato da allora e che l'ideale sportivo non ha fatto progressi!». L a bandiera olimpica, che ancora oggi ci annuncia fcstosnmente le olimpiadi, fu ideata da Pierre de Coubenin e presentata a Parigi nel 1914, in occasione del21 o annive~:sario delle ollinpiadi. La 6losofia e gJj ideali del suo inventore si intrecciano in quei cinque cerchi uguali, ma di diverso colore, che presentano su un phmo egualitario tutta l' umanità. Conoscendo bene, però, l'enorme diversità tra culture, il padre delle moderne olimpiadi ammonisce con chiaroveggenza: «Credo che non ci si debba fidare del cosmopolitismo, che nato da un semplice viaggio, può aprire il passo a pericolose incomprensioni e illusioni>>. Se la bandiera olimpica ci offre con un colpo d'occhio l'ideale olimpico, è però il Cio (Comitato olimpico internazionale) il motore che muove e controlla il grande evento. Anch'esso fu inventato da Pierre de Coubertin con caratteristiche ben. precise: <<Il giorno in cui avesse cessato di essere un se/j-m:ruiting body, il Cio avrebbe MC / IU9Iio-ogosto 2005 pagina 55
RkJQdWJsaXNoZXIy NTc1MjU=