sono vittime di abusi sessuali -spiega suor Rita -. Noi cerchiamo di dare loro anche un'assistenza psicologica e conduciamo una formazione di prevenzione contro rHiv, inoltre prowediamo a fornire loro un pasto giornaliero. Alla fine del corso, che durerà due anni, le ragazze riceveranno un'assistenza di micro credito per poter iniziare concretamente un'attività commerciale». Tale progetto nasce proprio all'interno del compound, a stretto contatto con la vita quotidiana delle ragazze, del loro mondo; non vengono sradicate dalla comunità, ma hanno la possibilità di cresce~e e di essere ed.ucate proprio alrinterno, là dove porteranno i frutti del loro studio e successivamente del loro lavoro. Aqualche chilometro dalla capitale, a Kafue, ce n'è un altro molto simile, gestito anch'esso daitaliani: il Saint Ambrose training center (scuola professionale). La prima cosa che colpisce arrivando al centro è il laboratorio di falegnameria, i lavori dei ragazzi sono eccezionali, mobili di altissima qualità, creati con legname pregiato di cui lo Zambia è ricco: teck, ebano, rosewood. Pietro Radaelli, volontario del CeNON PIU ORFANI H a 48 anni eun sorriso che lascio il segno; è THfRESA CttiUSH. Quando ho saputo che lo comunità di Kafue cercova persone disposte ad adottare bambini rlroostì adoni a causo dell'Aids, si è subito olfer1o e, oottobre 2004, è dtvenrota loprimo «abitante• del ChlldtM'shome vii/age a Kofue: un villaggio destinato aosplkne coppie o vedove che scelgono di accogliere bambini rimasti senza famiglia esenza tetto.Altre coppie sl preparano o occupare le oltre case del villaggio in costruzione. Cuondo il progetto del Villaggio sarò complelato, ospiterò 50 barnblnt distrlbu!H in 1 O famiglie. Nello suo coso, semplice, ma dignitosa, Theresa è lo nuovo mamma di Clilford, 11 an n~ figlio di un suo fratello, eMaxwel, 9anni, Vissuto per un mese do solo nello foresta, rifiutato dal suoi nonni. A novembre è arrivato Gift, il più piccolo. ~malato ela nuova mamma ne è molto preoccupato. Thereso ci racconto pt.re lo suo storia pefSOOOie: sposata nel 1972, rimasto vedovo nel1992, si trosferl con l due f1Qii a caso dei genitori. Quando il «pane» cominciò a scarseggiare, tenlò lo fortuna oKafue,Cui è riuscita osopravvivere raccogliendo 11 pesce che 1 pescatori spesso abbandonano lungo il fiume, per noncuranza o perché ubriachi. Non sempre lo fortuna ero benigna: avolte dovevo pagare il pesce, soddisfacendo le voglie dei pescatori. Una brutta storia che Thereso ho lasciato alle spalle. Oro lo comunitO parrocchiale si è strana attorno alla suo nuovo famigllo. Per sostenere i tre bambini, le viene garantito un piccolo assegno mensile. A Mozabuka, 55 km o sud di Katue, lo comlllitò parrocchiol.e locale, oflidota al tidel dof)um milanese®n MaurizioOonclìni, sta sperimentando <:lo dueanni un altro progetto a favore degli adoni, soprattutto adolescenti . Sono 5 caselle, chiomate «Arche•; formano un piccolo villaggio su uno prop(telò dello parrocchia; ogni Arco ospita uno declno di ragazzi adoni. Nelle Arche i ragazzi imparano o convivere, gestire le plceole faccende domestiche, rispettare ciascuno i tempi degli altri. A volersi bene. Su dJloro veglio lo «ZIO»: un ragazzo di qualche omo più grandedegli altri, cui viene affidato dallaparrocchia la responsabilità di ogni coso. La vito nelle Arche cerco o fatico dì assumere colori econtorni dello quolidlonitò. Durante il giorno i ragazzi vanno o scuola oai lavoro; allo sera si ritrovano 'lutti Insieme. A volte lo serata scorre serena, altre volte nascono ottritl e piccollllflgì. Nell'Arca n. 3 è spesso lo chltorra dell'energico Brian, che ho un grande talento di pittore ecoltiVa ambizioni di successo, od OCCOfllXlQnare le serate degli altri ragazzi. l giovani delle Arche sono ormai 52. Fra d1 loro, 13 ragazze, che condiVidono uno delle cinque case. Fra gli qll» che vegliano sui ragazzi ce n'è uno del tutto speciale: si chiamo Celeste. Quando è arrivato dall'Italia, un anno fo, doveva fermarsi solo un mese. Invece «Zio• Celeste è ancora Il, a fare do angelo custode ai «SUUI• ragazzi. Mangio, dorme, vive con loro, in una delle cinque Arche. Condivide con toro le ristrettezze elo fatica del vivere insleme.Organizzo lo coltivazione dell'orto, lo curo del pollaio elo gestione del bort:Jershop, tre ottivìtà che lo parrocchia ho oflidoto alle Mche con l'obiEIItivo di responsabilizzare l rogozzi. Mentre parta della vito nelle Arche, arrivo un ragazzo che gli racconta concikrto di uno piccola rissa in cui è stato coinvolto. Celeste lo ascolta, poi lo rimprovero. Lo scommesso di recuperare l ragazzi a UI1Q vito normale è un sentiero In santo, ma lungo lo strada giò l primi fiori stanno sbocciando. Douier MC / luglio-ogo•to 2005 poglno 46 Robet'fa Vollan lim (Centro laici italiani per le Missiom, Milano), ci racconta il progetto di scuola creato aKafue, in cui ragazzi e ragazze sono awiati al lavoro attraverso corsi di cucito, informatica, falegnameria, elettricità emeccanica. «Ouello che cerchiamo di fare - racconta Pietro -è insegnare loro un mestiere per avere uno sbocco nel mondo del lavoro; tutti gli insegnanti sono zambiani, molti dei quali usciti proprio da questa scuola. Il nostro obiettivo è quello di consegnare loro la gestione dell'istituto, entro il 2007, perché diventino essi stessi gli artefici del proprio futuro». SCUOLA COMUNITARIA A Kafue eMazabuka i preti fidei donum di Milano gestiscono due Commun;ty School. Con questo nome si intendono scuole gratuite per bambini e ragatti che non hanno la possibilità di pag.arsi l'istruzione e che spesso provengono da situazioni difficili, nella metà dei casi sono orfani di entrambi i genitori. Benché non siano sowenzionate dallo stato, le Community School sono riconosciute alivello nazionale: alla fine della terza media gli alunni affrontano l'esame statale, ricevono il diploma epossono accedere alle classi superiori. Ilproblema delristruzione sta diventando sempre più grave in Zambia. Durante la presidenza di Kaunda, cioè fino alla metà degli anni '90 l'istruzione era gratuita e garantita a tutti; ora, invece, le scuole statali sono diventate apagamento; inoltre gli studenti devono pagarsi la divisa e il materiale scolastico. Molti in questi ultimi anni hanno abbandonato gli studi e sempre meno famiglie riescono a mandare i loro bambini a scuola. NeUa scuola di Mazabuka abbiamo incontrato Brian, un ragazzo che, accompagnandosi con la chitarra, ci fa ascoltare la canzone che ha scritto per 1a sua patria nel 40° anniversario dell'indipendenza. Nelle sue parole traspare il senso di tanti suoi sacrifici e sofferenze. Brian ha 18 anni; è orfano e, come racconta padre Maurizio Canclini, è determinato e testardo nel pretendere per sé un futuro migliore. Lo sta cercando e ottenendo proprio aMazabuka dove riceve un'istruzione e
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