Ospedale di Kafue: medicine pe_r i malati di AidJ e, in basso, distribuzione di bevanda vitaminica. diatamente evidenti. Avolte chi decide per il test è già aU'ultimo stadio e non possiamo fare più nulla. Ma anche verso il test éè una certa disaffezione. Le donne temono le ire dei mariti che, in caso di sieropositività, te accuserebbero sicuramente di infedeltà coniugale. La morte, poi, in ogni caso, arriva in giovane età. La si accetta con serena rassegnazione. Per La gente sapere che è sopraggiunta a causa dell'Aids o di quatcos'altro ~uguale. Anzi, a volte preferisce che l'Aids non venga diagnosticato, perché servirebbe solo a provocare depressior~e, viste te difficoltà di cura. Nel paese solo 15 mila pazienti, l'l% di tutti i malati, sono curati con farmaci antiretrovirali, in grado di rallentare la progressione della malattia. Ogni ospedale aderisce a un programma per ridurre la trasmissione del virus da madre a fig lio; questo tipo di cura nel 50% dei casi ha successo, ma è molto costosa. Un mese di cura per una persona costa 8 dollari, sempre troppo per una popolazione il cui 75% vive con meno di un euro al giorno. I tre pilastri su cui si basano le campagne di prevenzione sono: ABC, owero Acome astinenza; Bcome be faithful (fedeltà coniugale); in ultima istanza, Ccome condom. Bisognerebbe cominciare nelle scuole a insegnare La prevenzione; e bisognerebbe utilizzare maggiormente il counseling, servizio di consulenza per le coppie, visto che l'Hiv ha molte implicazioni, non solo legate alla salute, ma anche all'impatto sociale». Il governo ha diviso lo Zambia in distretti sanitari, a ognuno dei quaLi destina mensilmente dei soldi. Cè un ufficio distrettuale dove sono situate La direzione generale e la logistica. In ogni distretto ci sono alcuni health cef7ters, che funzionano come i medici di base. Rappresentano il primo gradino del sistema sanitario al quale ci si deve sottoporre obbligatoriamente. Solo se non si è riusciti a risolvere il problema li, si ricorre all'ospedale. Una «piaga» dello Zambia è la cosiddetta «fuga dei cervelli». Medici e infermieri sono attratti dagli stipendi più elevati offerti dai paesi circostanti e anche dall'Europa. Chi rima· ne, o è professionalmente meno bra· vo, o comunque è meno motivato. L'ospedale dove opera Astrid è l'unico in un distretto di 240 mila abitanti. Vi lavorano 110 persone tra personale sanitario e non. La struttura è sorta nel settembre 2003 per volere di don Antonio Novazzi e delLa comunità. Accoglie, in quattro reparti distinti, uomini, donne, bambini e puerpere. Nonostante questo, il 50%delle donne ancora partorisce in casa con l'aiuto di altre donne. Ci sono: laboratorio, radiologia, sala operatoria, cappella per i funerali, perché sarebbe molto più oneroso per i familiari trasportare i morti altrove. Facendo di necessità virtù, don Antonio ha avviato una falegnameria, dove vengono costruite bare e vendute a costo simbolico, così che tutti possano avere una sepoltura dignitosa. Lavorare in questa terra significa anche questo. • Do•sl.r MC / luglio-ogosto 2005 pogino 39
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