Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

Al contrario, la maggioranza nera oppressa era sospeuosa verso ogni compromesso che, in un modo o nell'altro, Li avrebbe lasciati in una situazione di svantaggio o ruscriminazione. Era urgente trovare una risposta alle paure dei bhmchi. Alla fine i negoziatori trovarono modi ingegnosi per aggirare l'ostacolo, fa cendo concessioni prowisorie chiamHte St4nset clnuscs (clausole del tramonto). Una di queste, per esempio, fu il prolungare la durata delJe amministrazioni municipali. Fu quindi possibile accordarsi su una costituzione prowisoria, che consentisse di giungere a elezioni democratiche, per poi scrivere w1a costituzione definiùva, in cui tutti avrebbero avuto il diritto di esprimersi. Oggi abbiamo una delle costiruzioni~ più pro~ressistc del mon - do e un'efficace eone costituzionale. Risultato ru tale processo è la crescita di una cul tura dei dirit ti umani e una società fondata stùln legalità. li processo di riconciliazione in Sudafrica si fonda nettamente sulla fede da rutti condivisa nel valore del dialogo. Per questo, oggi, sudafricani bianchi e neri viaggiano nel mon~ do per portare il loro aiuto nelle situazioni ru conflitto, «prerucando» i valori delle soluzioni negoziate. Una caratteristica delJ'esperienza sudafricana merita di essere ricordata: i negoziati non sono stati mai mediati o facilitati da forze esterne, neppure quando essi minacciavano di interrompersi o quando, in un paio di casi, erano arrivati a un punto ru rottura. n fatto che gli stessi negoziatori furono capaci ru raccogliere i pezzi in continuazione e riportare il processo in carreggiata, deve essere attribuito alla eccezionale saggezza emagnanimità dei nostri leaders. COMMISSIONE VERITÀ ERICONCILIAZIONE La risoluzione negoziata doveva includere qualche forma di anlnistia A sinistro, Porto Elizobet: udienza in uno sessione dello Tre e, sotto, uno madre confortato mentre racconto allo Tre le ingiustizie patite durante /'apartheid. Pumlo Gobodo-Modikizela presiede lo Commissione verità e riconciliazione. per le decine di migliaia di persone colpevoli ru violazioni dei diritti umani duranre il regime eli apartheid. Senza di essa, oon era possibile alcun accordo. L'ultima clausola deUa Costituzione prowisoria obbligava il futuro governo a stabilire i meccanismi per regolare tale amnist:ia. Ncl1995, l'anno dopo le prime elezioni democratiche, fu istituita la Commissione verità c riconciliazione (Tre), composta da 17 membri e presieduta daJ vescovo Desmoncl Turu, con il mandato di investigare le gravi violazioni dci dili1 ri umani , facili tare la concessione di amnistia H coloro che avrebbero confessato tutto ciò che avevano commesso, provando che lo avevano fatto per motivi politici. Inolt re, la commissione doveva suggerire le modalità per restituire alle vittime la_p ropria dignità e suggerire qualche fonna di ri sarcimento. Negli anni seguenti , furono raccolte più ru 20 mila dichiarazioni da parte delle vinin1e, di cui 2 mila in udienze pubbliche, trasmesse integralmente dalla radio e in parte daJla televisione. Ci furono 8 mila domande di amnistia, anch'esse rese attraverso udienze pubbliche. MC l 1\lillo·os.osto 2005 pogino 27

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