Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

l l l i RUOLO DELLA SOCIETÀ CIVILE Un altro elemento tipico del cambiamento in Sudafrica fu lo sviluppo di una forte società civile. Siccome solo ai partiti politici di opposizione più moderati era permesso eli operare, i veri oppositori dell'apartheid, bianchi e neri, agirono dentro e attraverso gli organi della società civile. Molti sudafricani erano infatti membri di movimenti «fuori legge» come l'A/rican National Congress (Anc), il Pan A/rican Congress (Pac) o il South A/rtean Communist Party (Sacp), ma di fatto lavorarono in movimenti civili come sindacati, movimenti giovanili, studenteschi e femminili, come pure in organizzazioni di volontariato o non governative, che si occupavano di realtà sociali come povertà, educazione, analfabetismo o handicap. Chiese e comunità religiose, specialmente i movimenti e organismi religiosi impegnati nel campo di giustizia e pace erano pure viste come parte integrante della società civile. All'interno di questi organismi, gente di differente colore e credo impararono a lavorare uniti contro il comune nemico: l'apartheid. Nel 1983, quasi tutte queste organizzazioni e movimenti, compresi alcuni movimenti ecclesiali, si unirono per formare il fortissimo Fronte democratico unito (Udf). I.:incrollabile fiducia nella società civile è uno dei tratti distintivi che ha caratterizzato l'esperienza sudafricana, rispetto ad altri stati africani o mondiali dove gli unici protagonisti in conflitto sono stati solo j politici di professione. Ne è un eMC l luglio-agosto 200S pogino 26 sempio la Repubblica democratica del Congo, dove la società civile non ha alcuna voce. I conflitti sono ]orte di potere tra uomini politici e i loro eserciti. È impossibile esagerare il ruolo della società civile ncl miracolo sudafricano, specialmente dopo che giunse a formare un fronte comune contro l'apartheid, facendo s1 che sfociasse in una vera lotta di popolo, in cui anche le comwlità religiose poterono fare la loro parte. E stata la fede delle comunità a rendere in gran parte possibile lariconciliazione in Sudafrica. Le comunità di fede, specialmente le chiese cristiane (anche se non tutte), appoggiando la lotta all'apartheid e rifiutandone l'ideologia come «eretica», hanno aiutato a smantellare la segregazione razziale e portare i politici e rivoluzionari intorno al tavolo dei negoziati. Il CAMMINO DEI NEGOZIATI Da anni il governo dd National Party aveva cercato di contenere la rivoluzione. Al tempo stesso, l'Anc era impegnato in azioni di guerriglia urbana, nota come lotta armata; la gente comune, specie attraverso l' Udf, stava rendendo il paese ingo· vemabile; le chiese delegittimavano la politica dell 'apartheid, mentre le sanzioni intemazionaJi facevano vacillare l'economia. U regime aveva tentato ogni forma Il vescovo cattolico Denis Hurley, il pastore calvinista Beyers Naude e il vescovo anglicano Desmond Tutu. possibile di repressione per mantenere lo status quo: arresti di massa, torture, uccisioni, intimidazioni, propaganda, giustificazioni teologi-· che, spionaggio, infiltrazioni, tattiche di divide et impera, massacri orrendi... fmo a trovarsi a un bivio: raggiungere un qualche tipo eli accordo, oppure proseguire nella distruzione reciproca, affogando il paese in un bagno di sangue. Dal canto suo, 1' Anc aveva sempre spinto per una soluzione negoziata. Le varie forme di lotta, compresa quella armata, tendevano a questo: condurre il regime al tavolo dei negoziati. I leaders dell'Anc sapevano perfettamente che una vittoria militare o un colpo di stato erano impossibili. In entrambe le parti quasi tutti arrivarono a capire che un negoziato doveva offrire la possibilità di una vittoria per tutti, senza vinti né vincitori. ll National Party e i suoi alleati dovevano capire che non ci sarebbe stata alcuna riconciliazione senza «giustizia»; l'Ance i suoi alleati dovevano rendersi conto che non ci sarebbe stata alcuna pace senza «com· promesso». PACE SENZA GIUSTIZIA Nel corso degli anni un numero crescente di bianchi venivano implorando pace e riconciliazione; però non e rano disposti a sacrificare i loro privilegi e concedere ugua· li diritti alla maggioranza nera, in una nazione indivisa. Volevano la pace senza la giustizia. Fu necessario negoziare duramente per cambiare questa visione.

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