cabile guida dell'African NationaL Congress (Anc), che visse in esilio durantegli anni cupi della prigionia di Mandela e Sisulu e che, pmtroppo, non visse abbastanza a lungo per assistere alle prime elezioni democratiche del paese. Stesso destino toccò a Stephen Biko, torturato e ucdso nel 1979 dalla polizia dell'apartheid, ma ancora ricordato come eroe e sorgente d'ispirazione. Anche due dirigenti del Partito comunista sudafricano meritano di essere menzionati per il significativo contributo al miracolo della ri - conciliazione: Chris Hani, figura estremamente importante e carismatica, assassinato dai bianchi di estrema destra nell993, e Joe Slovo, militante dell 'Anc. Nonostante fosse un bianco, Slovo seppe guadagnarsi la stima di tutti e giocò un ruolo fondamentale nel negoziato e nel primogoverno, prima della morte awenuta alla fme degli anni '90. Anche grandi personalità religiose contribuirono in maniera sigrìillcativa al processo di pace e riconciliazione del Sudafrica: il vescovo anglicano Desmond Tutu, il donor Beyers Naude, direttore dd Christian Imtitute e J'ardvescovo cattolico di Durban, Denis Hurley. E poi migliaia di «eroi sconosciuti», tra cui molte donne, imprigionati, torturati e uccisi affmché il popolo sudafricano potesse godere la libertà. Ciò che l'esperienza sudafricana ci insegna è che la giustizia, la pace e la riconciliazione possono essere Il moHo della Commissione verità e riconciliazione: «Nessun futuro senza perdono». A sinistra, Fredrick De Klerk: capo del Partito nazionalista, ha avuto il coraggio di porre fine al regime de/l'apartheid . SoHo, Nefson Mandela: da prigioniero politico o protagonista Clelia riconciliazione. A destra, Thabo Mbeki, aHuale presidente del Sudafrica. raggiunte solo grazie a una Leadership efficace, cioè, non solo forte e capace di imporre decisioni, ma soprattutto umile, onesta, disinteressata e fondata su una profonda )j . bertà personale. Usando un concetto cristiano, potremmo definire questo stile come «Santità», applicata alla guida di un popolo. n fatto che essa sia stata vissuta da persone che poco o nulla avevano a che fare con lachiesa, è una sfida alla nostra teologia. POLITICA DI NON-RAZZISMO V An c, a cui aderiva la maggior parte dei grandi Leaders politici, ha sempre sostenuto una politica non razzista. n vero nemico, sostenevano, non era la popolazione bianca, il NationaLParty o il presidente segregazionista P. W. Botha, ma l'ingiustizia insira nel sistema dell'apartheid. Era il sistema da distruggere, non la gente. n confljtto, cosi come era inteso, non era traminoranza bianca emaggioranza nera, ma tra politica razzista e politica non razzista. Di fano, i bianchi che erano realmenre convinti della necessità di una politica anti-razzista lottarono a fianco dei neri, mentre alcuni neri che, per qualsiasi ragione, decisero di adat· tarsi al sistema di segregazione razziale, cooperarono con la politica razzista dei bianchi. Questo awenne soprauuno nelle cosiddette homelands o banluslans. n confliuo sudafricano non fu rri - bale, né emico e tanto meno religioso. Difatti, escludendo tutt:1la gente di colore, senza distinzione di cultu· ra, religione o origine ernica, il regime dei bianchi riusd a suscitare l'unanime opposizione di tutti igruppi etnici e religiosi neri. Dato che solamente coloro cbe erano giudicati di pura stirpe bianca erano ummessi al voto, il conflitto divenne tra razzismo e democrazia più che tra bianchi e neri semplicemente. Naturalmente non tutti leggevano la situazione in questo modo. Ci furono interminabili discussioni se essere non-razzisti o anti-razzisti, se ammettere o meno i bianchi nella lana, se bisognava parlare di tona di razza o di classe. Ma non c'è dubbio che la politica di trattare il sistema di apartheid in sé come il vero nemico contribuì in maniera sostanziale alla tranquilla transizione politica e, pur con tutti i suoi limiti, alla riconciliazione che ne è seguita. Tutto ciò ha pure reso possibile ai cristiani c persone di altri credi religiosi di appoggiare la lotta con una teologia di giustizia e pace; fu anche possibile, tra l'altro, stigmatizzare il peccato di razzismo senza odiare i peccatori. MC l luglio-ogoato 2005 poglno 25
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