Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

Roma, 29 ottobre 2004: firmo dello Costituzione Europeo, sotto lo statua del popo benedicente Innocenza x. tiva per trasferirlo alla comunità, così è ingiusto affidare a una maggiore e più alta società quello che le minori e inferiori comunità possono fare. È questo, insieme, un grave danno e uno sconvolgimento del reno ordine della società; perché l'oggetto naturale di qualsiasi intervento della società stessa è di aiutare in maniera suppletiva le membra del corpo sociale, non ~à di distruggerle o assorbirle>> ((,.luadragesimo anno 86). Più vicino a noi, il Vaticano n ri - badisce la necessità di vegliare «affinché i cittadini non siano indotti ad assumere di fronte alla società un atteggiamento di passività o irresponsabilità» ( GS 69); occorre invece concepiree attuare soprattuno le politiche sociali, attraverso l'intervento creativo delle diverse istanze della società civile, riconoscendone il ruolo insostiruibile accanto a quello del mercato e delle istituzioni. 4° pilastro: DlRIITI UMANI. D 1rattato .riprende integralmente laCarta dei diritti fondamentali del - l'Unione approvata a Nizza nel dicembre dd 2000 (1 ,9). Oltre a garantire a singoli e gruppi tutti i diritti civili e le condizioni materiali necessarie all'esistenza, viene tutelaMC / IU91io-ogosto 2005 pagina 18 ta la libera fruizione dei beni di natura superiore: arte, cultura, dimensione spirituale e religiosa della vita. Anche questa impostazione, ancora una volta «laica>>, è in chiara continuità con la concezione cristiana della società. Questa, come specifica il Concilio, prevede che «siano rese accessibili all'uomo tutte quelle cose cbe sono necessarie a condurre una vita veramente umana, come vitto, vestito, abitazione, diritto a sceglie:rsi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, educazione, lavoro, buon nome, ri - speno, diritto alla necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in campo religioso» (GS26). IMPEGNO PER I CRISTIANI La continuità dei valori «laici» con l'ispirazione religiosa originaria risalta maggiormente la responsabilità dei cristiani nella costruzione dell'Europa. Lavorando insieme a rutti i cittadini del continente, sono chi.arnati a far sì che i valori <<laici» comuni su cui poggia l'Unione non solo siano rispettati, ma vengano applicati, evitandone interpretazioni riduttive o errate, ricuperandooe il significato originario. Tale continuità con i valori cristiani, infatti, non significa che Ja Costituzione europea sia pienamente conforme a essi. Ne è un esempio l'ambigua posizione assunta nei confronti della famiglia: non affermare esplicitamente che essa si fon - da sul matrimonio tra un uomo e una donna, lascia in pratica la porta aperta alle unioni di fatto , anche tra omosessuali. Parimenti, comemoJri hanno rilevato, nonostante l'evidente impegno nel promuovere la pace e tutelare l'autorità dell'Onu, nella Costituzionemanca un rifiuto esplicito della guerra come strumento per risolvere le controversie tra gli stati. È auspicabile che su questi e altri punti importanti, qual i l'appUcazione delle nuove tecnologie aUavita umana, istruzione, giustizia sociale, relazioni internazionali, il testo del Trattato possa in futuro essere ulteriormente perfezionato. Al tempo stesso i cristiani devono evitare di cadere nella trappola della cosiddetta «religione civile>>. RELIGIONE CIVILE Da qualche tempo, nella cultura occidentale, secolarizzata e lakizzata, si assiste a una rinnovata attenzione verso la religione in genere e verso quella cristiana in particolare. Dopo l'ostracismo decretato dall' illuminismo, che riduceva il fenomeno religioso a mero fatto privato, senza alcuna rilevanza sociale, e dopo La guerra contro la religione da parte delle dittature di diversa ispi· razione ideologica, oggi ci si rende conto, invece, che la religione ha una sua rilevanza sociale. La religione è ritenuta necessaria sia sul piano culturale (per plasmare e custodire l'identità nazionale all'interno della società pluralistica e plurietnica), sia sul piano politico (come fattore di stabilità civile di pacificazione contro la violenza), sia sul piano etico (per dare senso al lavoro umano, responsabilizzare i cittadini verso il bene comune). In quest'ortica si spiega perché l'articolo 52 della Costituzione europea riconosca in modo esplicito il valore sociale della religione e l' utilità, anzi la necessità, che si instaurino rapporti stabili di collaborazione tra istituzioni democratiche e comunità religiose: «L'Unione rispet - ta e non pregiudica lo status di cui godono negli stati membri, in virtù del diritto nazionale, le chiesee le associazioni o comunità religiose. L'Unione rispetta ugualmente lo status di cui godono, in virtù del diritto nazionale, le organizzazioni .6Joso6che e non confessionali. Riconoscendone l' identità e il contributo specifico, l'Unione mantiene un dialogo apeno, trasparente e regolare con tali chiese e organizzazioni». Senza negare l'importanza del dima di rispetto e dialogo che sista instaurando nei rapporti tra isùtuzioni politiche e comunità religiose, è chiaro che la <<religione civile» può trasformarsi in una trappola per la chiesa e la sua missione. Da una parte lo stato riconosce l' importanza della religione c ricerca l'appoggio della chiesa per gli utilizzi sociali che essa offre (oratori, ospedali, scuole...). Dall 'altro, la chtesa vede con favore tale ricono-

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