Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

Società e staco possono disporre (in una legislazione democratica) dell'attività dei singoli, per il raggiungimentodei fini comunitari, ma non della persona e della sua vita. «L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne e un mercato unico nel quale la concorrenza è libera e non falsata» . Chi può negare che questo primo principio «laico» abbia «radici cristiane»? Infatti, considerare l'uomo come «autore, centro e fine di tutta la vita economico-sociale» ( Gaudium et spes 65) è il caposaldo della dottrina sociale cristiana. La ragione di tale primato è essenzialmente religiosa e risiede nel fatto «che l'uomo è stato creato "a immagine di Dio", capace di conoscere e amare il proprio Creatore, costituito da lui sopra tutte le creature terrene quale signore di esse, per governarle e servirsene a gloria di Dio» ( GS 12 ). r pilastro: LIBERTÀ SOUDALE. La D parte della Costituzione tratta della libertà. Essa non è intesa come individualismo, ma legata ai rapporti tra persone. Su tale concezione solidale si fondano il rispetto della dignità della persona, parità tra uomo e donna, «diritto di ogni individuo alla libertà di pensiero, coscienza, religione» (II,lO), espressione e infonnazione (n,ll), riunione e associazione (rr,12), di sposarsi e costituire una famiglia (u,9), primo nucleo della società umana. Anche il secondo nucleo, la società civile, si radica nel principio di libertà solidale, poiché né la persona, né la famiglia possono esistere al di fuori della società. Sullo stesso principio l' Unione «combatte l' esclusione sociale e discriminazione e promuove la giustizia e protezione sociali, parità tra donne e uomini, solidarietà tra le generazioni e tutela dei diritti del minore. Promuove la coesione econonùca, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli stati membri» (1,3,3). Tale solidarietà è garantita anche in situazioni di emergenza: «L' Unione e gli stati membri agiscono congiuntamente in uno spirito di solidarietà, qualora uno statomembro sia oggetto di un attacco terroristico o sia vittima di una calamità naturale o provocata dall' uomo» (1,43}. Anche questa tutela «laica» della libenà e solidarietà si radica nella visione antropologica di ispirazione cristiana. «Dall'indole sociaJe dell' uomo - spiega il Concilio · è evidente come il pedezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa società siano tra loro interdipendenti. Infatti, principio, soggetto e fine di tutte le istituzioni sociali è e deve essere la persona u - mana, come quella che di sua natura ha sommamente bisogno di socialità... L'uomo cresce in tutte le sue doti e può rispondere alla sua vocazione attraverso i rapporti con gli altri, i mutui doveri, il colloquio con i fratelli>> (GS25). Per questo la coscienza cristiana considera la solidarietà non come «un sentimento di vaga compassione o superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. AJ contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune di rutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti>> (So/licitudo rei sodalis 38). 3° pilastro: L'UGUAGLIANZA. Su di essa si basa lo stato di diritto. «L'Unione rispetta, in tutte le attività, il principio dell 'uguaglianza dei cittadini, che beneficiano di uguale attenzione da parte delle sue istituzioni, organi e organismi» (1,45). In altre parole: i cittadini dovrannopartecipare alle scelte e alla vita dell ' Unione, secondo regole che assicurino la corresponsabilità di tut· ti, nel rispetto delle prerogative peculiari di ciascuno. Non è ammessa alcuna discriminazione «fondata su sesso, razza, colore, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali» (o,21). Da qui la preoccupazione di evitare gli eccessi della burocrazia e di un centralismo soffocante e di valorizzare l'apporto dei gruppi sociali, classi, autonomie locali (r,5). Quasi non bastasse, si specifica ulteriormente: «In virtù del principiodi sussidiarietà, nei settori che non sonodi sua competenza esclusiva, l'Unione interviene soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere sufficientemente raggiunti dagli stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell'azione in questione, essere meglio raggiunti a livello di Unione» (I,ll). Anche qui, non è difficile scorgere il rapporto tra questa concezione «laica» dello stato di diritto e i concerti di uguaglianza e di partecipazione responsabile (o sussidiarietà) sviluppati dal pensiero sociale cristiano. Già Pio Xl scriveva nel1931: «Come è illecito sottrarre agli individui ciò che essi possono compiere con le proprie forze e di loro iniziaMC l luglio-agosto 2005 pagina 17

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