Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

e il progresso economico hanno cambiato il modo di pensare e di vivere degli europei; ma l'identità che rende «uno» il continente europeo rimane all'interno della sua storia e cultura, nel patrimonio spirituale e morale comune ai popoli che lo compongono. Ovviamente la concezione del - l'uomo e della società e la comprensionedei diritti dell'uomo, oggi, non sono più quelle della primitiva «cri - stianità». Lungo isecoli, la civiltà europea è stata alimentata anche da tradizioni culturali diverse (ebraica, islamica, Ulwninistica). Ciò non è stato un male, ma un arricchimento: «La storia dell'Europa • secondo la bella immagine di Giovanni Paolo u - è un grande 6ume, nel quale sboccano numerosi affluenti, e la varietà delle tradizioni e culture che la formano è la sua ricchezza>>. Ma la corrente che prevale è l'onda cristiana. Non deve stupire, perciò, il risveglio e bisogno eli spiritualità che si riscontra in rutta l'Europa. Altrettanto significativo è il fatto che i paesi dell'Est si sentano uniti all'Europa occidentale in virtù dei vincoU spirituali e culturali che essi hanno conservato con il cristianesimo, nonostante il tentativo di spezzarli compiuto dal comunismo. Lo riconosceva Mi.khail Gorbaciov, alla vigilia della caduta del muro eli Berlino: l'Europa, scriveva, è una <<Casa comune», dove geografia e storia hanno strettamente int recciato i destini dei popoli e nazioni che la compongono. Poi esclamava: anche «noi (i sovietici) siamo europei: la vecchia Rus' era unita all'EuMC l lugllo-a gcuto 2005 pagina 16 ropa dal cristianesimo». In realtà a Mosca, la «terza Roma>>, va il merito di aver salvato l'eredità bizantina, consentendo così alla «cristianità» di continuare a respirare con isuoi duepolmoni: quel - lo occidentale e quello orientale. Perciò, oggi, per costruire l'Europa come una «casa comune», cuJtu· ralmente pluralistica, plurietnka e multireligiosa, non si può fare a meno di porre a fondamento dell'unione politica del continente anche quei valori spirituali e culturali , ovviamente ripensati e approfonditi , che sono parte inseparabile deUa sua storia. I 4 PILASTRI DEL TRATTATO L'importanza di tali valori , è stata riconosciuta, benché indirerramente, dal Trattato costituzionale europeo, approvato il 18 giugno 2004 a Bruxelles e firmato aRoma il29 ot· tobre 2004. Così recita l'articolo 2: «L'Unione si fonda sui valori della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato eli diritto e rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a una minoranza. Questi valori sono comuni agli stati membri in una società caranerizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e parità tra donne e uomini». In sostanza, sono 4 i pilastri su cui si basa la nuova Europa: dignità umana, libertà solidale, uguaglianza, diritti wnani. Oggi sono tutti valori considerati «laici>> e non si pensa piLa aUa loro radice religiosa. Se insistiamo sul rapporto originario che essi conservano con la visione cristiana dell'uomo e della società, non è per menere un cappello «clericale» o «confessionale» alla Costituzione europea, la quale è laica e laica deve restare; ma per stimolare soprattut · to i cristiani a un impegno coraggioso per dare alla costruzione dell 'Europa un'anima etica il più coerente possibile con i valori enunciati dalla Costiruzione, nel rispetto del pluralismo e regole democratiche. l o pilastro: LA DIGNITÀ DELLA PERSONA UMANA È INV10LABILE. L'uomo, cioè, vale per quello cbc è, più che per quello Che ha o che fa. Perciò il Trattato europeo pone al centro del sistema politico la persona umana e ne tutela i diritti: dal di - riuo alla vita a quello dell' integrità fisica e psichica. A sinistro, gli ordini monastici del medioevo hanno trasmesso lo cultura sacro e profano, conservato in codici manoscritti. Sotto, particolare dello splendido Deposizione scolpito do Benedetto Ante/ami nel 1178, conservato nel duomo di Parma.

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