Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

P arlando di Europa, istintivamente pensiamo aUa «moneta unica» e problemi economici: contenimento della spesa pubblica e inflazione, stabilità di mercati finanziari, parametri di Maastricht, quasi che la costruzione europea si riduca ai conti economici. Certamente l'euro è una meta importante. Bisognava raggiungerJa, anche in vista dei nuovi equilibri che si stanno delineando a livello planetario. Tuttavia, neppure tali equilibri saranno di natura meramente economica. Per ClÙ, mentre costruiamo l'Unjone, occorre non perdere mai di vista il n1olo morale, oltre che economico, che l'Europa è destinata ad avere nel mondo. L'allargamento a 25 stati membri ha aperto una fase nuova, non solo all'interno del cammino comunitario, ma anche nella sua proiezioneesterna: i valori culturali e spirituali basilari comuni trascendono i confini del vecchio continente e ci impegnano rutti a renderti universali. LE TRE EUROPE La storia dimostra che l'Europa non è nata come un mercato, ma con radki cristiane, i cui valori umani e umanistici non sono mai venuti meno. Nella sua storia possiamo distinguere tre fasi. La PRIMA EUROPA è quella medioevale, nata sulle rovine dell'impero romano e formatasi sotto il regno di Carlo Magno (771 -814), caratterizzata dall'unione tra trono e altare. Fin dall'inizio essa fu soprattutto una unità cuJturale, fondata sui valori spirituali cristiani. Tanto cbe chi non condivideva la cultura della «cristianità» (ebrei, arabi, musulmani, «b:ubari» del nord), era visto come straniero spiritualmente e politicamente, pur abitando il medesimo spazio geografico. La fusione tra valori cristiani e vita storico-politica era capace di produrre effetti straordinari: cattedrali, università, ospedali, ospizi per i poveri... Tale unità tra spiritualità cristiana e cultura ha lasciato impronte indelebili nel pensiero, costume giuridico e civile, letteratura e arte, formando una coscienza più forte e resistente di ogni altro vincolo geografico, mercantile o politico. Come ogni storia, anche quella lo roHuro del soHile equilibrio tra Est e Ovest europeo ho provocato un terremoto politico planetario e posto lo premesso per un nuovo ordine mondiale. Il prossimo equilibrio sarà pluripolore. Oltre agli Uso, già si delineano nuove potenze emergenti (Cino, Indio, Brasile), con cui dovrà confrontarsi il «Vecchio continente». Di qui l'importanza, per i ciHodini europei ecristiani, che lo nuovo Europa nasco bene sin dallo suo costituzione. europea è piena di luci e di ombre: l' identificazione di croce e spada produceva ferite tuttora non sanate: crociate, guerre di religione, colonialismi, roghi, torture e massacri perpetrati spesso in nome della fede. Eccessi negativi di cui il papa ha chiesto perdono, ma che sono stati motivo della scristianizzazione nei secou seguenti. Infatti,}a SECONDAE UROPA, quella moderna, è caratterizzata dalla rot· tura dell'unità politica, culturalee religiosa del continente, ed è segnata da profonde trasformazioni, seguite all'esplosione dell' umanesimo e alle grandi scoperte geografiche dell5° secolo. Con l' awento della riforma, si formarono nel vecchio continente due blocchi: da un lato, l'Europa centro-settentrionale protestante, staccatasi da Roma; dall 'altro i catto· lici rimasti fedeli al papa. Ora, mentre la fine dell'unità fra trono e altare segna la fine della <<CÒ· stianità» e lascia il posto agli stati nazionali assoluti, una nuova coscienza dei diritti dell 'uomo e nuove correnti di pensiero frazionano anche culruralrnente il vecchio continente. Con la rivoluzione francese (1789), al centro della vita sociale e politica ormai non ci sarà più il «cristiano», ma il «cittadino». Avanza e si diffonde cosl quel processo di «secoJarizzazione» che, attraverso l'illuminismo, razionaJismo, liberalismo, scientismo, positivismo e legrandi ideolo~ie dei secoli lJD e 18°, sarebbe sfociato nel «secolarismo» dei nostri giorni. Cosl, un processo di per sé positivo come la «secoJarizzazione>>, inte· sa come distinzione tra chiesa e sta· to, è approdato al «secolarismo» che esclude Dio dall 'orizzonte umano. Tuttavia, nonostante la fine della «cristianità», il confronto-scontro tra la cultura cristiana e le nuove correnti del pensiero «liberale» e <<laico» non riuscì acl a(fossare in Europa la tradizione umanistica, fondata sul primato dei valori. Essa manterrà a lungo la supremazia anche nei confronti della nascente cultura scientifica. La TERZA EUROPA è quella postmoderna, dopo Ja smentita storica delle grandi ideologie dell8° e 20° secolo. Se queste non sono riuscite a scalzare la plurisecolare tradizione umanistica nel vecchiocontinente, ne hanno però laicizzato la culrura e il costume, rendendolo per molti aspetti «posrcristiano». n secolarismo (degenerazione del processo di secolarizzazione) ha get· tato la cultura contemporanea in preda a forme di n.ichilismo, relativismo etico e neoliberismo selvaggio. Tanto che negli ultimi decenni del 20°secolo, anche come reazione a tali processi degenerativi, è tornato di attualità il dibattito sui fondamenti spirituali e culrurali dell 'Europa. Un tema da approfondire, senza rimpianti per la «cristianità» perduta, guardando avanti, verso la «casa comune>> da costruire in continuità con i valori della civiltà europea, nel rispetto della laicitl1 della politica e del pluralismo culturale degli stati membri. « LA CASA COMUNE» Lo sviluppo delle scienze e della tecnica, le correnti di pensiero laico MC l luglio-agoltO 2005 posina 15

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