Missioni Consolata - Luglio/Agosto 2005

ta del giovane. La maglietta di marca, le scarpe alla moda, la moro, cliv~ntano_esigenze eli .c~ prima non SI aweruva la necessna. Se il giovane tradizionale conduceva una vita per lo più soli taria, dedicando gran parte del tempo al lavoro, il. giovane d'oggi vive un'apparente contraddizione. Da una parte tende a riunirsi in gruppi eli coetanei , nei quali incontra appoggio e fona, dall'altra si trasforma in un individualista, incapace di condividere vita e beni con i compagni o la comunità. Tende a perdere interesse per il lavoro comunitario e nelle relazioni con l'altro sesso sperimenta una Libertà che prima non esisteva. Queste pressioni esterne espon - gono igiovani attuali a un cambio totale e quindi, com'è caratteristica delle stagioni di grande mutamento epocale, ad un'instabilità e un'irrequietezza che sfociano molte volte neU'irresponsabilità e nella perdita di orientamentoe significato. Si presentano quindi alcuni grandi rischi: la tentazione di trovare sicurezza e stabilità in un'organizzazione annala, quella di lasciarsi sedurre dal «denaro facile>> offerto dal narcolraffico, con il progressivo formarsi di una <<narco-mentalità>>. In alcuni soggetti più deboli non è rara la tentazione di togliersi la vira nel momento in cui ci si trova davanti a problemi anche piccoli, ma per cui non si ha una base eli valori sufficiente per poterli affrontare e risolvere. Pensare «giovane» Alcuni giovani si sono resi conto di questa situazione di cambio e hanno deciso di correre ai ripari. Alla fine degli anni '80, ci si rendeva conto che il mondo srava cambiando c che, se non si riusciva a far sì che igiovani prendessero lavita nelle loro mani, sarebbero stati travolti dagli eventi. Non ci si poteva solo fidare della comunità e del suo processo; di fatto i giovani lavoravano per la comunità, ma questa non lavomva per i giovani. Si decise pertonto di creare un movimento giovanile che potesse servire come stru· mento d'unificazionedella gioventù indigena e veicolo capace di guidare i giovani alla formazione di una coscienza critica, moraJe e politica. L'obiettivo era aiutarci tra di noi a crescere, pensare e attuare come indigeni, nel rispett? della pro~ri~ cultura, ma attenta e preparati ru cambi epocali che sentivamo essere inevitabili e dai quali non volevamo farci cogliere impreparati. Abbiamo iniziato a creare una scuola di anjmatori che ha come fine queUo di formare giovani capaci di orientare altri giovani della nostra comunità. Cerchiamo, inoltre, di realizzare spazi di incontro e condivisione come le assemblee giovanili per scambiare opinioni ed esperienze, fare un'analisi della situazione e progettare le attività future. Anche il progetto della rete studentesca è una realtà interessante che ci permette di sensibilizzare i giovani della scuola alle problematiche del mondo contemporaneo. Abbiamo iniziato anche qualche progetto produttivo per imparare runj insieme le regole dell'amministrazionee della gestione, cercando di sperimentare scelte economiche alternative. Non siamo molti. Possiamo dire che allo stato attuale delle cose la nostra esperienza non coinvolge più del 5o/o del numero complessivo dei giovani della nostra regione, ma speriamo eli incrementare questa cifra in un prossimo futuro. Non tutti, anche all'interno della nostra comunità, vedono di buon occhio questo processo in cui, senza voler disconoscere il criterio del progetto comunitado e della cultura tradizionaJe, cerchiamo di dar valore al pensiero proprio di noi giovani, ciò che con un po' di ambizione e di orgoglio chiamiamo pensamiento j 6ven, il pensiero giovane. Anzi, riteniamo che un apporto dei giovani, più attenti alle nuove esigenze e sfide deUa comunità p_ossa essere ossigeno nuovo per affrontare le sfide non facili del presente e del domani , aprendo spazio al dialogo e alla comunicazione dei valori con altre forze umane e sociali della regione, del paese e anche internazionali. QueUo che vogliamo è svegliare le coscienze e lavorare nell'ambito di rutti quei contesti che possano aiut~lrci a migliorare la convivenza e permettere di costruire un nuovo profilo della persona, un nuovogiovane, che sarà, domani, l'artefice di nuove famiglie e, di conseguenza, di una nuova comunità. Leader giovanile analizza la situazione politiccrsociale colombiana. Il giovane che sogniamo è queUo che si forma, conosce, studia per poter offrire un servizio qualificato alla propria gente. Un giovane fermo nei suoi principi, stabile affettivamente e che fa le cose per scelta e non per obbligo, capace di discernere per conto suo ciò che è bene e ciò che è male. Un giovane che, cosciente delle sue radici , guarda verso il fu1uro io modo critico, ma aperto. Aperto anche al dialogo con voi , amici del nord del mondo, che pazientemente avete letto questa lettera. Se vorrete conoscere qualcosa di più della nostra vita sarete sempre i benvenuti in questa porzione della madre terra che è la patria dei nasa. l l asta pront~. Mc Una gtovane nasa • Le puntate precedenti sono state pubbli· cate su Missioni Consolata nei mesi di aprile e maggio 2005. MC l luglio-agosto 2005 pagino 13

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