Missioni Consolata - Giugno 2005

Il Gambo (Etiopia) ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• Al PREZZO DI UNA MUCCA E ra molto giovane quando Taitù fu colpita dalla lebbra, die le sfi~ò il viso, deturpandone totalmente il naso. Quando sposò Sollo aveva già una figlia, Zagai; dal marito ebbe altri quattro figli. Due anni fa la giovane Zagai fu venduta dal patrigno, al prezzo di una mucca, aTamarat, musulmano, già sposato con quattro mogli. La ragazza non aveva alcuna voglia di sposare un vecchio mezzo storplo e diventare la serva di altre donne. La madre si oppose con tutte le forze a tale vendita, ma inutilmente, finché ricorse alla_protesta estrema: lasciò la capanna e il marito e si rifugiò nel villaggio dei lebbrosi di Gambo, a casa di suo fratello, anche lui colpito dallo stesso morbo in gioventù. Ma la convivenza con la famiglia del fratello non poteva durare a lungo. Dopo alcuni mes.i fu accolta e aìutata dalle reli- ~ose Sorelle dei poveri. Quando avevo bjsogno di una donna per qualche lavoretto, come pulire le granaglie, la assumevo per aiutarla a guadagnarsi da viverei ma le occasioni erano troppo poche. Dal giorno della fuga sono passati due anni. Nel frattempo le suore si sono interessate per risolvere la situazione di Taitù. Hanno contattato il marito e si sono rese conto che tutti e due avevano bisogno l'uno dell'altro. Hanno facilitato vari incontri tra i due, finché si sono completamente riappacificati. Per festeggiare l'evento, le suore hanno offerto un piccolo rinfresco. Io le ho regalato un fazzoletto di seta. S ono ancora molti i casi in cui le donne devono su· bire le r~gole dell'uomo e accettare certe tradizioni che affondano le radici nella notte dei tempi. Oggi, tuttavia, molte cose stanno cambiando, sopratBruno Fusconi e Taitù. tutto tra i giovani. Grazie alla scuola e alla conoscenza di altri modi di vita, essi si rendono conto che alcune tradizioni sono valide e vanno conservate; altre, invece, non possono pjù essere giustificate né imposte co· me nel passato. La missione, poi, non è solo un centro sociale o religioso a cui chiedere aiuto materiale; ma è pure un punto di riferimento, dove missionari e suore sono sempre disponibili per aiutare la gente a risolvere j loro problemi, anche nei casi delicati, come quello di Taitù. Bruno Fusconi Il Wamagana (Kenya) • ••••••• • •••••••••••••••••••••••••••••• PROGEnl••• PAZZI N on piangere, fatti coraggio, soprattutto ri- ./,/ cordati dei miei ragazzi». Sono le ultime ' ' parole udite da padre Antonio Giannelli. Tali parole mi hanno dato forza, coraggio e tenacia per continuare ad aiutare i «suoi ragazzi» della missione di Wamagana. Tanti suoi amici si sono uniti per continuare la sua opera, coinvolgendo altre persone che, pur non conoscendo il missionario, hanno voluto aiutarci. A loro il mio grazie dal profondo del cuore. Sono convinta che dal paradiso padre Giannelli stende una mano su tutti noi , nei momenti felici e, soprattutto, in quelli meno lieti, quando nell'affrontare decisioni ci si sente sconfitti e amareggiati. Cosl, continuiamo a sostenere quel progetto che si chiama <<Atlamano Special School», che accoglie ri!gazzi e ragazze portatori di handicap. Aquattro anni dalla scomparsa di padre Giannelli, <<tanta acqua è passata sotto i ponti>>,ma quell'acqua si è anche fermata a Wamagana, nel pozzo che siamo riusciti a costruire, per soddisfare alla quotidianità dei nostri ragazzi. Con F arrivo di quell'acqua siamo riusciti ad allestire una lavanderia, attrezzata anche di macchine per asciugare tutti gli indumenti e la biancheria della scuola. fl dispensario e la sala di fisioterapia sono ultimati; SO· prattutto sono funzionanti e siamo certi che costituiscono un grande aiuto a tutti quei ragazzi che necessitano di fisioterapia. Soprattutto si è realizzato un altro sogno, che per tutti sembrava un «progetto pazzo»: il pulmino. Ora iragazzi non dovranno piùpercorrere in condizioni dlsagiate il tragitto tra la casa e l'ospedale, e viceversa. Inoltre, il pUJroino serve pure per il trasporto delle vettovaglie. E in cantiere un altro progetto: ultimare l'impianto d'irrigazione. Grazie di cuore anche a nome di padre Daniele, Federico, Filippo, Silvia, che seguono questi progetti <~un po' folli>>. Un grazie accompagnato da un sorriso da patte di tutti i ragazzj di Wamagana. Fulvia Cattò Miliani

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