Catrimani (Brasile) ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• 40 ANNI DA RICORDARE GUARDANDO AL FUTURO F u verso la fine d'ottobre del1965 che i padri Giovanni Calleri e Bindo Meldolesi misero piede in quel luogo designato oggi col nome di Missione Catrimani. Fin dal 1957, il padre Riccardo Silvestri aveva cominciato a percorrere i fiumi dell'allora territorio del Rio Branco alla ricerca di popoli indigeni, dando in un certo senso continuità a quella che fino al 1948 fu l'opera dei benedettini, fra questi padre Aquino, figura notevole e gran conoscitore dei popoli indigeni della terra Raposa Serra do Sol, ed in particolare del popolo macuxf, di cui aveva imparato la lingua. La storia e ~ avvenimenti vollero che padre Calleri morisse nJnovembre dell968, nella spedizione da lui guidata allo scopo di pacificare gli indios waimiriatroarf e permettere la costruzione della BR174, la strada che oggi collega Boa Vista a Manaus; mentre il padre Meldolesi, tuttora vivente, dopo poco tempo lasciò iJ Catrimani, passando il testimone al giovane missionario fratel Carlo Zacquinl, che per quasi 20 anni si dedicò ai yanomami, ne studiò la lingua, si preoccupò della loro salute, del rispetto della loro cultura, credo, tradizioni, promuovendo e chiedendo, insieme con un gruppo di persone sensibili al problema, al governo brasiliano la costituzione di un parco per la loro difesa. Ai primi, molti altri missionari si susseguirono ed i loro nomi sono ancor oggi ricordati dai yanomami, Giovanni Saffido, TullioMartinelli, Guglielmo Damioli, Silvano Sabarini, Francesco Bruno, Antonio Costardi, André Ribeiro, Adalberto Buritica. Nel1990 ì missionari furono espulsi dal Catrimani. La provvidenza volle che liD giudice decretasse il loro ritorno, motivandolo con la grave situazione sanitaria creatasi nell'impatto del popoloyattomami con la «civiltà occidentale» introdotta dall'invasione dei cercatorid'oro. Ai missionari si affiancarono le suore per collaborare nel campo sanitario e scolastico. Fioriscono i nomi di varie missionarie: Maria, Auristela, Florencia, Rosa Aurea, Felicita,José Iris. Ai missionari e missionarie si aggiunsero alcuni laici: Loretta e Roberto furono i primi; più tardi seguirono Ednal Rosy Cley, Geraldo, Edno, Camila. I 40 anni di presenza e attività missionaria tra gli indios del Catrimani ha suscitato non pochi dibattiti e inquietudini all'interno degli istituti dei missionari e missionarie della Consolata e in altre istituzioni ecclesiastiche. Gli interrogativi sono sorti soprattutto nei riguardi dei metodi e attitudini scelti dai missionari, preoccupati di rispettare il popolo yanomamt'. Essi hanno optato per una presenza che elevasse i valori presenti nella loro cultura e spiritualità, evitando che si ripetessero gli errori del passato, che hanno causato veri e propri genocidi. Volendo celebrare il 40° anniversario della presenza missionaria tra i yanomami, l'équipe missionaria, composta attualmente dai padri Laurindo e Gianfranco, dalle suore Bianca Yolanda, Mary Agnese Noeli, dalla coppia di laici missionari della Consolata Manolo e Paola, ha deciso di realizzare tre grandi momenti di ri - flessione per fare memoria del passato, celebrare il presente, guardare al futuro. n primo di tali incontri si è realizzato nel mese di marzo con la presenza di Guglielmo Damioli, per 20 anni missionario tra i yanomami. Oltre allo studio della lingua, strumento importante per il nostro lavoro, abbiamo potuto gustare alcune sfumature che ci aiutano a conoscere ed entrare sempre più nel mondo e nello spirito yanoma11n'. Alcw1i giorni più tardi, al nostro gruppo si sono uniti padre Antonio Fernandes e suor Irìda, superiori rispettivamente dei missionari e missionarie della Consolata nella diocesi di Roraima, e altri due confratelli per aiutarci a valutare il lavoro svolto e discernere le iniziative e i programmi da attuare. Dibattiti e colloqui informati, visite alle comunità e l'incontro fmale con i /eaders indigeni hanno dato vita a una memoria viva che ci ha fatto rivisitare importanti episodi della storia del Catrimani e ci proiettano in un presente c:he ha già il profumo di futuro. Alla fine di m~rzo, celebrando la settimana santa, cuore della vita cristiana, ci riecheggiava ne] cuore un grande sentimento di lode a Dio che, servendosi del popolo yanomami, tiene ancora viva la missione, le sue sfide, la sua profonda spiritualità che ci chiama a percorrere strade che dogmatismi e sillogismi raffinati molte volte non riescono a capire: siamo convinti di dovere fare un ulteriore sforzo per assimilare nuovi concetti che danno senso a parole come missione, evangelizzazione, catechesi... Gianfranco GrazioJa MC / ....... 2001
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