. \0 di retto . àe\\a Consolata e; t. ~ "\ ~ fta i Miss1onal" 0ro Toronto (Canada) •••••••••••••••••••••••••••••••••••••• LE GAMBE LUNGHE DEllA MISSIONE Q uindici giorni intensi, per scoprire come si fa missione nei paesi che non hanno povertà, almeno all'apparenza. I.: occasione è stata la pubblicazione in inglese del libro su padre Giuseppe Richetti Continuerà a sorridere. Ma la storia comincia qualche anno fa, quando mi venne recapitata una lettera dalJ'Uganda, in cui il giovane mittente, l'italo-canadese padre Marco Bagnarol, mi raccontava che passava le notti allume di candela, usando una macchina da scrivere anteguerra (in senso letterale) a tradurre il libro. L'emozione nel leggere queUe righe per me è stata tanta e come non festeggiare .insieme l'ultimazione del lavoro? Cosl, con una cara nmica, Alessandra, ho raggiunto padre Marco a Toronto: siamo diventate praticamente la sua zavorra, lo abbiamo seguito in tutta (o quasi) la sua azione di animazione missionaria. PadreMarco va neUe scuole armato di proiettore e giocattoli ugandesi, costruiti con materiali di scarto, ma preziosi per una creatività che non trascura di riscoprire ogni oggetto, di d dargli vita e dignità nuove. Marco racconta dei bambini soldato, sosranzia con immagini e dati le sue affermazioni. Cattura l'attenzione di ragazzi allibiti, quasi increduli, per le sue parole, come del resto i tanti, troppi, che non conoscono queste realtà. E Marco allora continua a tradurre. <d.: italiano - dice - è una bella lingua, ma letta da pochi I.:inglese ba il potere della diffusione>>. E allora si tira su le maniche e arpeggia sul suo piccolo computer la musica della conoscenza, di una conoscenza in carne e ossa. Se penso al lavoro missionario in Kenya, in Italia e qui (gli unici luoghi in cui ho avuto modo di visitare questa realtà), mi viene da credere che la Consolata abbia proprio Je gambe lunghe e sappia animare, gonfiare le Padre Marco Bagnara/ e Luigi Accossato tra Annalisa e Alessandra. MC / ....... 2005 nostre anime, renderei liberi anche attraverso la conoscenza, anzi soprattutto attraverso la conoscenza. È importante, m questo periodo stodco, il sostegno sociale, ma non è sicuramente da meno que$to seminare la paro]a laddove si pensa di sapere già tutto, ferché è proprio da qui che si svegliano le coscienze. ragazzi fermano padreMarco sulla porta e sono altre domande, che diventano pian piano più personali. Notiamo anche l'interesse e l'apertura dei dirigenti scolastici e degli insegnanti, che motivano e contagia· no i ragazzi dèlla stessa curiosità e scelta di sapere. Eh sl, perché spesso il sapere è anche una scelta. Le lezioni a scuola e i libri tradotti non rimangono concetti messi in fila, ma si trasformano naturalmente in educazione, e per osmosi l'informazione diventa formazione. E Marco ricomincia la corsa e non si fa mancare neanche la celebrazione deUa santa messa a Radio Maria. Siamo davvero testimoni? Mi chiedo, e se non lo siamo di Dio, lo siamo dell'uomo? Le corse di Marco tra scuole e celebrazioni finiscono nella grande casa costruita per seminaristi e ora sede di vari ritiri. Qui veniamo ospitate anche noi e assistiamo al miracolo dell'accoglienza, organizzata da padre Luigi Accossato, dagli altri missionari, dal seminarista Peter e dall'amica cuoca Angelina. Qui scopriamo anche quanto la religione sia un <collante>> per la comunità italiana in Canada. Alla Consolata ci si ritrova e ci si riconosce, si scambiano quattro chiacchiere nella lingua natale e si usa l'inglese per aprirsi a tutti. Anna)jsa Vandelli
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