Missioni Consolata - Giugno 2005

Il corovonserroglio di Tosh Robot. racconto non è avvalorato dal corso degli eventi, beh, tantO peggio per la storia. Le leggende non chiedono certo il suo permesso per penetrare nella mente di un popolo. La sera, mi siedo conJazgul sotto un cielo stellato che non riesco a definire altro se non «simpiy great>>. Stiamo in silenzio per decine di minuti, incuranti dell'aria che a 3.000 metri si è fatta fredda e pungente. Alla fme, Jazgul, accorgendosi del mio disagio di fronte a tanta immensità, inizia: <<Quando saprai ascoltare la musica del cielo, le parole che ti provengono dalle stelle e dalla luna, allora saprai di essere in pace con te stesso». n ricorso alla sinfonia celeste mi ricorda tanto la teoria della «musica delle sfere» di Pitagora: dopotutto la mentedel genere umano non è cos) diversa... NARYN Lasciamo con dispiacere Son Kul alle spalle e puntiamo ancora verso sud, dirigendoci a Naryn. Oramai le yurte sono visibili ovunque, anche dove non dovrebbero esserci: luogo le strade, appena si apre uno spiazzo, ecco un gruppo diyurte-risrorante. ANaryn, città che prende il nome dal fiume più lungo del Kirghizistan che la attraversa, dormiamo in un yourt-inn aUa periferia della città. n bazaar di Naryn è stato per secoli uno dei più attivi della Via della seta, duro che è il primo grosso mercato che si incontraprovenendo dalla Cina. Oggi i suoi fasti sono solo un ricordo, ma dopo che Pechino eBishkek hanno riaperto le frontiere, Naryn sta conoscendo una seconda rinascita. TASH-RABAT: ULTIMA FRONTIERA L'ultima tappa del nostro viaggio verso sud ci porta a Tash-Rabat. La strada si inrrufola tra strettegole, costringendo il Mammul a guadare fiumi, sprofondare in buche, incl inarsi pericolosamente su un costone roccioso. Alla fine, ecco aprirsi di fronte a noi il caravanserraglio di TashRabat. Qui, a 3.500 metri di quota, le ca· rovane han sostato per secoli, rifocillandosi prima di intraprendere la scalata al passo che porta in Cina. Accanto alla costruzione in pietra, risalente al xv secolo, ma restaurata nell984, ci sono delle l'ttrte abitate da nomadi e la piccola fattoria dove vive il direttore del caravanserraglio, J ergobiek Karpiekof, assieme alla moglie Tursun e le figlie. Assieme a loro visitiamo l'edificio: la luce del giorno penetra dai pertugi della cupola, illuminando la sala principale. Da qui si aprono a ventaglio le stanze dei mercanti, le prigioni, le stalle, le mangiatoie. n tutto in tmo spazio alquanto ristretto. E l'ultima notte che trascorriamo a Tash-Rabat, domani cominceremo il viaggio di ritorno. Mentre me ne sto seduto a gambe incrociate di fronte alla yurla dove sono alloggia· to, osservo iJ cielo rischiarato daJ.Ia luna. Aikaoish, la figlia più piccola di J ergobiek ed il cui nome significa «Regina della luna», ha appena ter· minato di cantare una fùastrocca. Ora, solo l'acqua del vicino rusceUo fa da sonofondo alle stelle. Fisso la fioritura della Via Lattea lassù, proprio sopra la valle e non riesco a distinguere se iJ dolce sciabordio è dovuto all'acqua del ruscelloo allo scorrere degli astri nell 'infinito. Che sia que- !Mc 1 sto il Nirvana? -- MC l giugno 2005 paglno 71

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