Missioni Consolata - Giugno 2005

«rera post-sovietica, oltre a rinnovare la metrica di alcuni canti, ha introdotto una vera rivoluzione nella tradizione dei cantastorie: la voce femminile». Amano a mano che Chinara e Macsaz continuano la loro esibizione e Mambetova Jazgul, la nostra guida, ci traduce il significato delle parole, ecco delinearsi nella nostra mente, tra Le steppe, migliaia di soldati a cavallo che urlano per incutere timore all'avversario, ma anche per esorcizzare la propria paura. Poi gli scontri, cozzi cruenti e crudeli, come solo i duelli alrarma bianca e all'ultimo sangue possono essere. Uomini calpestati dagli zoccoli dei cavalli, zolle di terra sollevate che ricadono sui corpi dei caduti, clangori di lame che si incrociano, sibili di frecce... Poi, improvvisamente, lo stornello cambia e con esso Lo scenario. lL canto d'amore di Ailanash per lt suo uomo che mai più tornerà, si perde nelrimmensità delle pianure, senza ·che nessuno riesca a raccoglierlo.l cavalli che pascolano tranquillamente sulle alture sembrano non accorgersi del dolore della fanciulla. Solo uno si avvicina e chiede alla ragazza di salirgli in groppa: è il destriero cavalcato daU'amato e solo lui potrà ricongiungere i due. Ailanash si ritrova a librare nel cielo, con i capelli al vento. Andrà a raggiungere l'amore e, come lui, si tramuterà in stella. Per ore e ore, Chinara e Macsaz continuano a declamare versi accompagnandosi con il liuto. «Molte canzoni le abbiamo composte noi, ascoltando la sera i racconti degli anziani: storie di quotidianità che a molti passano inosservate, ma che in realtà rappresentano testimonianze di una tradizione che, prima o poi, sappiamo che scomparirà, soppiantata dai miti delragiatezza della città» afferma con voce pacata Chinara qualche sera dopo, mentre mangiamo nella yurta. È fiera di cantare assieme a Macsaz Moldagauizv, attualmente il più giovane akyn, che sta imparando a memoria repopea di Manas. Dall'età di 7 anni, suo nonno, manaschi anche lui, gli ha insegnato passo per passo come cantilenare le strofe. Gli chiedo cosa significa essere manaschi e come si diventa. «Solo chi ha un albero genealogico puro kirghizo può sperare di div!!ntare manaschi. Ma non basta: un manaschi deve saper amare il suo popolo e le tradizioni più di sé stesso e della propria famiglia. Eancora non basta; oltre a tutto questo, un manaschi deve essere cosciente che sta per diventare colui che tramanda il ricordo del più grande eroe dei kirghizi, quindi deve sentire su di sé tutto il peso di tale responsabilità. Quando un mànaschi canta le gesta di Manas, diviene lui stesso Manas». Poi indica il tunduk, rintelaiatura tonda di Legno rosso, perno centrale in cui si innestano le pertiche di sostegno laterali e attraverso cui defluisce il fumo del focolare domestico: «Senza tunduk non ci sarebbero yurte; senza Manas non ci sarebbero i kirgnizi. Manas è il supporto del tunduk, della nostra casa, della nostra famiglia, delle nostre tradizioni». 1 1 aria gelida della notte rende limpida la volta celeste. Le L stelle sembrano cristalli luminosi Lanciati dalla mano di un gigante, chissà, forse proprio da Manas... Nel sacco a pelo, sento Macsaz intonare un'ultima melodia. «Le truppe dei Kara Kyrgyz si unirono nella battaglia. Nessuno dei guerrieri si ritirò. Tutti si unirono alla battaglia. I resti delle yurte formarono una montagna. I corpi delle persone vennero accatastati per formare montagne. Uomo, tu dormi su quelle montagne». • Tititaca. Qui i sentieri e le rotte ma· rittime interne, provenienti dall'A· sia nordo rientale, confluivano nel tronco principale della Via della se· ta. Nel bazaar cittadino, ancor a oggi tra i più colorati de] Kirghizistan, venivano b arattate merci di ogni ti· po, per essere poi portate in Mon· golia, Siberia e nord della Cina. riodo sovietico. N ei suoi 6.236 kmq di superficie, la marina russa sperimentava i nuovi siluri, e attorno ai 688 km di costa sono sorte città dormitorio pe r i militari. Tutto ciò, p erò, non ba impedito che le acque limpide e calde del lago siano, oggi come ieri, meta del turismo interno. Le stupende spiagge di sabbia che si aprono sulla cost a, l'acqua leggermente salata, dovuta ai depositi mine rali dei fiumi immissari (l'Issyk Kul non ha emissari), pennettono di non far rimpian - gere troppo ai kirghizi , la mancanza d i uno sbocco marino. Costeggiamo tutto il lago fi no a raggiungere Karakol, dove rendiamo omaggio al più grande esploratore r usso dell'800: Nikolai Mikbailovich P rzheva1sky. N onostante fosse cristiano e le sue spedizioni La regione di Issyk Kul è stata in· terdetta agli stranieri per tutto il p e· MC l giugno 2005 pagina 69

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