Missioni Consolata - Giugno 2005

ALLa ricerca degli HLtimi «mana~chi" D a Bishkek, un viaggio di 13 ore ci ha portato sulle rive dette acque color smeraldo di Son Kul, al centro di un vasto altopiano a 3.500 metri. Attorno al lago, dopo il dissolvimento dell'Urss, che li aveva costretti alla vita sedentaria1 sono tornati ad abitare i nomadi, che ne hanno punteggiato di yurte bianche il tappeto verde e, con motta fatica e abnegazione, cercano di far rivivere le Loro tradizioni ataviche. La spedizione a cui mi sono aggregato, è composta da etnologi, antropologi e muskologi, che si prefiggono di-studiare e registrare i canti degli akyn, i cantastorie itineranti del Kirghizistan, che raccontano la vita quotidiana, gli amori, le gesta delle tribù locali, per poi metterli a confronto con quelli degli anni '30, periodo in cui Stalin obbligò i nomadi a stanziarsi nei kolchoz, e annotare le differenze che il tempo e gli eventi ·politici hanno apportato. Son Kul è stata scelta per due motivi: pér il paesaggio, che ricorda le terre d'origine dei kirghizi nella Mongolia e Yenisei, e per il tipo di tribù insediatesi nelle regìoni, considerate le più fedeli alle tradizioni del passato. «Se è vero che it territorio è uno dei principali elementi che in· fluiscono nella formazione di una società, allora Son Kul è il terreno ideate per studiare il nuovo corso del pathos kirghizo» dice retnologa Susan Mat Som, della Malaya University dì Kuala Lumpur. In effetti, qui tutto ricorda lo spirito che pervade ~animo di questo piccolo popolo: fierezza espartanitàdelta vita, libertà di spazi incontaminati in una terra stupenda ma i· nospitale, assoluto silenzio d'elle notti stel_late. N elle società nomadi kirghi.ze, .gli akyn occupano tr?di'zionalmente un posto di riguardo, accanto agli sciamani. Ma, ment·re questi ultimi sono parte integrante di uno specifico clan e prendono parte a tutt~ le attività sociali a esso colle· gate, i cantastorie ne sono al di fuori. Nomadi tra i nomadi, sono sempre stati elementi superpartes, quindi le persone più adatt~ per suggellare rapporti tra le diverse tribù, divulgare notizie, mediare matrimoni, sedare liti e, nei tempi passati, chiamare alla guerra. Prima dell'introduzione della lingua scritta, a opera del governo sovietico, gli akyn erano anche delle biblioteche viventi. A loro er<!no affidate le memorie storiche e mitologiche dell'intero popolo kirghizo, mentre ai più capaci veniva dato il compito dì tramandare i( testo dei testi per eccellenza: repopea di Manas, il leggendario eroe guerriero che portò questo piccolo popolo a ritagliarsi un territorio in cui vivere libero e pacifico. !:intero racconto di 550 mila strofe, supera in lunghezza qualsiasi altra mitologia e per la completa declamazione cccorrevano ben 13 giorni di,estenuanti performances. I pochi akyn che raggiungevano un tale livello di sapienza (e onore), venivano fregiati del titolo di manaschi, cantori di Manas. Oggi, la trasposizione scritta delrepopea ha dissuaso gli akyn a intraprendere il faticoso ed estenuante processo di memorizzazione, tanto che i manaschi attuali possono declamare al massimo qualche decina di migliaia di strofe. Dopo una settimana di registrazioni, veniamo a sapere che nella regione stanno girando due tra i migliori akyn del paese. Ci dirigiamo verso il luogo indicato e, appena superata rennesima collina, giungono alle nostre orecchie le melodie, un poco malinconiche, di una canzone tradizionale accompagnata dalle note di un liuto. Appena giunti ci aspetta una sorpresa: uno dei due akyn è una ragazza, Orozkavieva Chinara, che gira assieme a Macsaz Moldagauizv. Jacques Charreaux, musicologo del gruppo, che sta preparando un programma per la radio francese sullo sviluppo della cultura musicale dei popoli delle steppe, è entusiasta: Né io né Jenia siamo riusciti a capire come una persona normale abbia potuto sopravvivere all'interno di un luogo tanto angusto e retro, ma si sa, le principesse non sonomai state persone normali. Il mito esprjme piuttosto la metafora dei pericoli provenienti dall'esterno per il piccolo e indifeso popolo kirgbizo. Solo restando entro le pianure e valli delimitate dalle alte montagne della catena Tien Sban, i kirghizi potevano sperare eli far fronte alle scorrerie nemiche. E così hanno fatto dal XIII secolo, quando, scacciati dalle steppe siberiane, si sono stabiliti in queste lande. ra bellezza, a cui poeti e mercanti cbe ne costeggiavano le sponde si sono ispirati per scrivere versi letterari di struggente bellezza. Oggi le sue rapide sono affrontate da esperti ra/tisti che giungono da tutto il mondo. MC l giugno 2005 pagino 68 ISSYK KUL Da Burana costeggiamo il fiume Chuy, rinomato per i canyons di raRaggiungiamo la città di Balykchy, che si affaccia sull'lssyk Kul (issyk = caldo, kut =lago), il secondo lago alpino più esteso al mondo, dopo il

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