' KtRGHIZISJAN Alla riscoperta della «Via della seta» perduta MUSICA DELLE SFERE In equilibrio instabile tro passato efuturo, schiacciato tro il colosso cinese equello russo, il Kirghiziston conservo intatto, come oi tempi di Marco Polo, il fascino dell'antico Viodello seta, dove miti, leggende estoria si mescolono con l'armonia degli astri. testo e foto di Piergiorgio Pescati N oi kirghizi siamo un po- ,/.< polo che vive ~i ~iti e '"\ leggende; ogm Vlllaggjo, montagna, fiume, lago può raccontarti la sua epopea». Sheeren, la ragazza conosciuta durante una visita all ' Università del Kirghizistan, si bea al sole, sotto una delle poche statue di Lerun soprawissute all ' ubriacatura liberista degli anni del post-comunismo in Urss. Lo sguardo bronzeo del padre della Rivoluzione d 'ottobre, continua a sfidare fiducioso il futuro, volgendosi verso i monti Ala-Too (montagne colorate), che sovrastano Bishkek, capitale dello stato. D i fronte a lui, gli autobus carichi di passeggeri, procedono lentamente, mostrando sulle fiancate pubblicità di prodotti occidentali: Seven Up, pellicole Fuji, elettrodomestici Philips, automobili tedesche. E gui , tra queste evidenti contraddizioni di una società ancora nostalgicamente aggrappata al passato e al tempo stesso proiettata verso un domani alquanto incerto e precario, che inizio il mio viaggio lungo il tratco meno conosciuto e battuto della Via della seta: quello che daBishkek giunge fmo alla leggendaria Tash Rabat, l'ultimo caravanserraglio a disposizione dei mercanti, prima di varcare le soglie del Celeste Impero e raggiungere la città di Kashgar. Ragazzo kirghizo a Tash Rabat.
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