Missioni Consolata - Giugno 2005

7,00 euro circa nelle industrie degli Usa. «La chiesa, e principalmente la Pastorale sociale Caritas, ha manifestato la sua preoccupazione per i trattati di libero commercio, che più che un vantaggio e un'opportunità di sviluppo, rappresentano il mezzo per cui questo paese viene spogliato della sua sovranità, delle sue risorse produttive e del suo capitale umano. Questo ci conduce ad una maggiore proliferazione della povenà e in questo senso è evidente che c'è una marcata intenzione di continuare a utilizzare la manodopera che la nostra povertà fornisce alle transnazionali dei paesi ricchi del Nordamerica e dell'Europa. L'industria delle maquilas, inoltre, non porta all'economia del paese altro che il salario precario, perché questo modello è incapace di incorporare l 'industria nazionale honduregna nel mercato mondiale. Le materie prime insieme ai macchinari sono introdotti in Honduras dall 'estero (esenti da qualsiasi imposta) e poi, i prodotti finiti - per lo più tesMC l giugno 2005 pagina 60 sili -anche se sono stati confezionati nelle zone franche di questo paese, non vengono esponati come prodotti "made in Honduras". In pratica, vengono riportati nei paesJ del Nord come prodotti fatti nel Nord, con prezzi del Nord, anche se sono stati fabbricati ai costi (bassissimi) del Sud del mondo». Aggiunge PedroLanda: «Noi non possiamo negare che l'industria delle maquilas abbia generato impiego. Sicuramente lo ha fatto e stiamo parlando approssimativamente di 130.000-150.000 persone, cioè di una grande fetta della popolazione economicamente attiva. Ma, se è vero che le maquilas generano .impiego, quello che non è accettabile sono le condizioni, che non sono di certo giuste. Penso che da tutti sia conosciuta la politica, util.izzata per incentivare la produzione, che consiste nel pagamento a cottimo». «Tra l'altro- precisa ancoraPedro Landa -, la maggioranza della popolazione che lavora nelle maquilas ha una media di 5 anni di scolarità. L'industria impedisce a questa parUno clonno sopraffatto dallo stanchezza su un autobus. te della popolazione giovane di avere accesso a un qualsiasi tipo di formazione che le permetterà in futuro di migHorare la loro situazione e quella del paese. Non solo vengono bloccati nella loro crescita personale, ma od contempo schiavizzati in un lavoro caratterizzato da una iperspecializzazione in operazioni meccaniche che riguardano soltanto una parte specifica del processo produttivo. n risultato è che le donne che escono dalle maquilas banno una scarsa qualifica professionale per accedere ad un altro impiego in altri settori dell 'economia». Aggiunge Pedro Landa, concludendo: «Personalmente vedo con preoccupazione che alcune di queste maquilas abbiano chiuso nd nostro paese lasciando una grande quantità di donne giovani senza possibilità reali di aspirare ad un altro lavoro. Inolcre, ci preoccupa l 'insicurezza di questo tipo di economia perché si basa sui «capitalirondine»: cosl come oggi sono qua in Honduras domani possono andarsene in Asia oppure in un altro paese e non garantiscono per lo stato nessun tipo di stabilità macroeconomica. Infatti, questa crescita è artificiale ed è anche totalmente dipendente dai capitali esteri, perché l'industria delle maquilas gode nel nostro paese, e in tutta l'America Centrale, di una quantità di eccezioni tariffarie e privilegi doganali tali che risulti molto conveniente stabilirsi in questa regione. Il ri - schio è che nella misura in cui si aprono nuove opportunità di lavoro in altre parti del mondo, a costi ancora minori, questi capitali stranieri vengano disinvestiti e le maquz"las semplicemente traslochino altrove. È evidente che in tutto ciò il futuro dell ' Honduras resti in secondo piano». In conclusione, come tutti gli al - tri intervistati, anche Pedro Landa ci ha confermato che le maquilas hanno creato delle opportunità di lavoro a breve termine, ma hanno altresl generato costi sociali altissimi. Tanto alti da chiedersi: «Ne vale la pena?». (FINE 2. PUNTATA· CONTINUA)

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