il governatore regionale. In alcuni casi esse hanno adcfuittura imposto un candidato unico. Nel parlamento nazionale colombiano sono presenti un gran numero di deputati che si ritengono eletti con il favore determinante delle Auc. ll loro numero è sufficiente per bloccare o rendere molto difficile l'approvazione di qualunque iniziativa parlamentare a loro sgradita. Nel2004 il padamento nazionale ha invitatoSalvatoreMancuso a un dibattito all'interno del Congresso lo seduta plenaria. Mancuso è ritenuto il capo delle Auc dopo la scomparsa (in circostanze poco cbiare) di Carlos Castano, capo storico e fondatore delle Auc. Durante il dialogo tra il governo Uribe e le Auc, sviluppato per mesi a Santa Fede Ralito, gli osservatori internazionali hanno notato ben poco pentimento dei loro misfatti da parte dei paramilitari. I loro capi hanno dato l'impressione di cercare soprattutto qualche forma di amnistia o legalizzazione del loro potere e del loro illecito arricchimento. Un atteggiamento che non promette nulla di buono nell'ipotesi che le Auc abbandonino lo stato di assoluta illegalità in cui hanno operato. DA PERÙ EBOLIVIA ALLA COLOMBIA Oltre a 4.000 ettari di oppio e 50 tonnellate di eroina, la Colombia produce circa 1'80% della disponibilità mondiale di cocaina, circa 440 8u.gle, bufale e incompetenti A oche sull'Jndustria coca-w.calna si spre(:aOO le ricerche sdentlftche, gli .M.studl sodo-economici e soprattutto le opinioni basate su poco più che emozioni. Chiunque abbia vlsltato la Colombia una volta, letto un libro o q~lche articolo, o - peggio - abbia masticato una volta la coca, si converte in un «espert~. Sono 320.000 i sltllntemet che dicono la loro sul tema coca-cocaina In Colombia. Così sono natl è cresej~ti miti e leggende menopolitane di ogni tipo, alcune date per certe perfino ln ambienti politici autorevoli. Ma priVe di qual~nque fondamento. Nel2004 per esempio ha fatto Il giro del mondo ed è stata pubblicata con enfasi, anche in Italia, la notizia che i narcotrafflcanti hanno sviluppato una nuova pianta di coca geneticamente modificata, capace di crescere ftno a tre metri e resistente alle fumigazioni aeree con glifosato. In molti d hanno creduto, ma era pura fantasia. In non pochi parlamenti nazionali ho ascoltato qualificati consulenti ed ecenomlsti sostenere che lo sviluppo alternativo - proposto dalle Convenzioni Onu contro la droga come soluzione alle coltiv~onillleclte - non è possibile perché nessuna coltivazione agricola può competere con gli alti guadagni della coca. In realtà esistono almeno \D'la dozzina di coltlvazioni tropiCali che, in termJnl di guadagni, possono competere con la coca con nessuno sforzo. E comunque non esiste un solo contadino cosi stupido da chiedere la sostituzione di un prodotto lllecito con uno lecito che renda altrettanto denaro per ettaro. Anche se molti sono analfabeti, i cocaleros sanno bene che un furto o una rapina rende sempre di più che Wl lavoro legale. Altro mito molto accreditato è quello che solo lo svilQppo sostenibile e l'accesso al diritti economici e sodali, come Il lavoro, la casa, Il cibo, la sanità e l'educazione possono scoraggiare le coltivé,Uloni Illecite. È una teoria elegante e verosimile, ma non ha alcuna relazione con la realtà. In molti paesi poveri non sono mal apparse coltivazioni llleolte, né vi si regJstra la violenza diffusa e la ctlmlnalltà osservate in Colombia. In BoliVIa, oltre 3 miUoni di campesinos ed indigeni vivono con un reddito di 500 euro all'.anno, meno di 1,5 euro al giorno, ma non si sono mal sognati di assodarsi aDe 20.000 famiglie che coltivano coca lUegale. tonnellate. Nel 2003 si sono registrati 86.300 ettari di coltivazioni di coca, cioè il 56% di tutta la produzione andina. Ma una gran parte delle produzioni di coca in Perù e Bolivia, sono trasformate in cocaina lo Colombia: 23 delle32 regioni colombiane producono coca. In Colombia non esistono mercati della coca; l'uso tradizionale di coca è minimo (l), per pochemigliaia di indigeni, che accettano solo la varietà novogranatense del tipo Erithroxylu·rtz novogranatense, che da alcuni anni non viene più coltivata per la produzione di cocaina. Pertanto, tutti i produttori sono costretti a produrre pasta base di coca (solfato basico di cocaina, detto «basuco» e consumato in Colombia) oppure il cloridrato di cocaina (la coca in senso stretto). La coca più comune in Colombia è la Erithroxylum coca, varietà negra, di origine boliviana e la Erithroxyium novogranatense, varietà trujillense di origine peruana. La «boliviana negra», secondo alcuni produttori, ha un contenuto di alcaloide più alto; la «trujillense>>, invece, crescerebbe bene anche con poco sole, e ciò l?ermetterebbe di coltivarla sotto la foresta tropicale o sotto altre coltivazioni (di yucca, per esempio), trovata che ridurrebbe l'efficacia del monitoraggio aereo o satellitare delle coltivazioni illecite. La produttività è molto variabile dovuta al numero di raccolti, alla quantità di piante per ogni ettaro, all'età e dimensione delle piante, alla quantità di foglie estratte da ogni pianta, alla eliminazione delle coltivazioni tramite fumigazione aerea, alla repressione tramite distruzione dei laboratori di produzione di cocaina, etc. Le stime più scientifiche tra quelle disponibili suggeriscono una produttività media di 5,8 Kg. di cocai· na per ettaro. Il valore della droga alla fonte è di circa 110 Euro al chilo per la pasta base e di 1.200 Euro al chilo per la cocaina. n valore [Otale del business del narcotraffico in Colombia, potrebbe dunque arrivare a circa 530 milioni di Euro l'anno, che rappresenta lo 0,6% del Pil (continua a pagina 52) MC l giugno 2005 pagina 49
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