Missioni Consolata - Giugno 2005

Pre_sente e fufl!f? del Kosovo: aspettipolitici ..... ··~···~· .. ·········u•·•·n··········· SERBI DEL KOSOVO, PALESTINESI D'EUROPA 5 anni di amministrazione Onu, situazione economica è catastrofica, la pulizia etnica anti-serba continua, i kosovari albanesi parlano di indipendenza e «Grande Albania», con la prospettiva di una nuova guerra balcanica. 1InJanto prosperano le mafie d'ogni tipo. D alla con9sceAza della situazione sul campa emerge un dato di fatto: Le divisioni interne alle COOll!nità d'elle enclavi. All'opera di frammentazione e disgregazione di tali comunità non sono estranee Le forze di occupazione: ciò tende Loro tutto più semplice; ma tutto è più complicato per chi vuole resistere. In una situazione di miseria e sfacelo totale dal punto di vìsta sodale, bastano poche centinaia di euro o banali facilitazioni e agevolazioniy per divider~ e spaccare la gente. Una delle cause che spacca in due le comunità delle enclavi, per esempio, è l'imposizione di rappresentanti indicati dalla Kfor: una parte rifiuta di riconoscere chi non è indicato o eletto direttamente dalla gente (vedi riquadro), altri accettano con rassegnazione per non indispettire glì occupanti e non aggravare ulteriormente la situazione di Douier MC l giugno 2005 pagina38 vita quotidiana. Le comunità del Kosovo nutrono grande sfiducia anche verso i propri rappresentanti ufficiali presso l'Amministrazione temporanea del Kosovo, come i due Ivanovic (Milan e Ivan) e la stessa Rada Trajkovic, Leaders del Consiglio nazionale serbo del Nord Kosovo. In ogni colloquio avuto, nessuno ha mostrato convincimento o adesione a queste figure. Si sente chiaramente l'assenza di una vera e riconosciuta Leadgrship sul campo, che riesca a dare indicazioni e prospettive positive e costruttive1 J)er far usciré il popolo serbo kosovaro da una situazione di annichilimento e totale sconfitta. Ancora più profond.e sono le dr.. stanze e L'estraniamento dai partiti politici di Belgrado, la dimostrazione si è avuta con il totale rifiuto a votare nelle elezioni dello scorso anno e nelle precedenti taffluenza era stata la più bassa storicamente. Un altro umore palpabile nelle enclavi è la profonda ostilità verso la comunità internazionale, ritenuta colpevole di tutto quanto è successo, più responsabile persino dell'estremista albanese. Questo, tra l'al~ tra, nel1998 era stato praticamente debellato, sia politicamente che militarmente: ma poi è stato assunto e ditetto dalle centrali est~re e la partita è stata capovolta, portaA.do il Kesovo nell'abisso sociale e umano in cui è ora. In ogni dove, qualsiasi persona con cui si parli, lavoratore o contadino, rappresentante di comunità o religioso, risuona lo stesso ritornello: «Siamo soti, ci hanno abbandonato tutti~ si sono dimenticati di noi». Non è una cantilena retorica né una piaggeria., ma una lettura della posta in gioco, fatta da uomini sempl1ci, ma «coscienti e intelligenti»

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