Missioni Consolata - Giugno 2005

etnografico e una biblioteca in modo da proporsi come associazione specializzata nel turismo e formare, quindi, guide competenti in un settore che potrebbe fungere da volano per la depressa economia locale. In un tÙtro ambito cruciale nonché di emergenza umanitaria, quello sanitario, opera la clinica di Dubbo, distante alcuni chilometri da Konto. Inaugurata nel 2000, frutto della collaborazione tra un gruppo di benefattori marchigiani, consorziati in una fondazione per dare continuità al setvizio, e il CUAMM (Centro uni - versitario aspiranti missionari medici) mette a disposizione un reparto di chirurgia e una pediatria, quest'ultima con venti posti letto. Per coprire le spese di degenza, si chiede una piccola somma; mentre per quanto riguarda i paziend visi - tati mensilmente le stime parlano di 5.000; alcuni provengono addirittura dalla frontiera con la Somalia. Il personale della clinica, fom1ato da medici italiani volontari e infermieri etiOJ>Ì, deve misurarsi con la malaria, la tubercolosi, l'epatite viralc, il glaucoma e soprattutto l'Aids che, per vergogna e disinfonnazione, viene nascosto come se fosse una colpa divina, fmché il virus non si manifesta in tutta la sua virulenza. Anche il parto rappresenta un pericolo per la vita. Per raggjungere la clinica, molte mamme affrontano a piedi uno spostamento di 5-6 ore, compromettendo seriamente l'esito dell'operazione. In assenza di mezzi di trasporto, il malato viene trasportato dai suoi parenti su una barella fatta in casa, percorrendo diPadre Angelo Antolini celebro lo primo messo nello nuovo chteso, inaugurato nel gennaio 2005. versi chilometri. È dawero un popolo in cammino. A Boditti (una piccola comunità, sempre nel comprensorio di Soddo) è sorto un calzaturificio, con maccllinari giunti dalle Marche, che attualmente non naviga in buone acque, ma che presto si riprenderà al - la grande. Le suore della comunità in cui il laboratorio è stato costruito lo sperano con tutto il cuore, perché il popolo che si raduna inlomo alle parrocchie chiede quotidianamente un aiuto. E, quando si sparge la voce di un nuovo censimento per individuare i bambini e le famiglie da inserire nel progetto di adozione a distanza, vengono a frotte dai villaggi più sperduti. Vadozione a distanza è un programma di assistenza che i cappuccini banno avviato da molti anni e che riguarda circa 6.000 bambini. Per loro significa ricevere una benedizione, in quanro in Etiopia la guerra e le carestie hanno prodono molti orfani e lasciato piaghe insopportabili. Drammatica è la realtà dei ragazzi di strada, ai quali i frati stanno cercando di dare una degna sistemazione con un'iniziativa che sta partendo a Borkoshé, piccola comunità non lontana da Soddo. Bambini con le croste ai piedi, i lineamenti delicati mortificati in un'espressione Sopra, Soddo: coso di accoglienza per gli orfani. A sinistro, nello scuola primario di Soddo i bambini imparano divertendosi. imbronciata del viso, rassegnata, quasi da vecchi, con capelli e pelle imbiancati dalla_polvere. Per entrare a far parte del sistema di solidarietà, grazie al quale riceveranno una famiglia italiana disposta ad «adottarli>> nelle spese scoLastiche e in quelle concrete di tutti i giorni, si mettono in fila silenti, accompagnati da un adulto, guardando fissi nel vuoto, con occhi che contengono solo la fame e il loro nome. MC l giugno 2005 pagina 25

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