Missioni Consolata - Giugno 2005

La relazione dal Sudafrica (a suo tempo caratterizzato dall'odiosa discriminazione razziale, imposta ai neri dai bianchi) ha impressionato anche per il clima di insicurezza e paura che regna in varie parti del paese: a tal punto che alcune abitazioni sono munite di «recinti ad al - ta tensione elettrica» per respingere i malintenzionaù. Intanto l 'anziano e saggio NeJson Mandela raccomanda a rutti «un piano di ricostruzione e sviluppo che nasca dall 'anima>>. D ata la diversità culturale, padre Zaccaria ha ascoltato con interesse soprattutto gli interventi riguardanti le nazioni dell'America. Nazioni socialmente travagliate. Fa testo l'Argentina (un tempo granaio del mondo), dove ieri si moriva anche di fame, mentre oggi si sopravvive alla «buena de Dior>>. Oppure il Venezuela, che vede crescere spudoratam.ente il divario fra ricchi e poveri. Per i missionari della Consolata la scelta dei bisognosi è sempre stata una priorità. E bisognosi sono, specialmente, i popoli indigeni. In Argentina e Venezuela la loro scoperta (o riscopena) qualifica la missione. Gli aborigeni latinoamericani sono stati il cavallo di batta~a in tante campagne di sensibilizzazione. L'ultima in ordine di tempo è stata Lo nuovo direzione generale dei missionari dello Consolato: da sinistro, MoHhew Oumo, kenyono, quarto consigliere; Francisco de Asfs Jesus L6pez V6squez, spagnolo, secondo consigliere; Aquiléo Fiorentini, brosifiono, superiore generale, già consigliere generale nello f?OSsoto amministrazione · Stefano Camerlengo, itahano, primo consigliere e vicesuperiore generale; Antonio Monuel de )esus Fernondes, portoghese, terzo consigliere. Lo nuovo direzione generale è lo più internazionale nello storio dell'Istituto. Inoltre, per lo primo volta il superiore non è italiano e un africano entra nel consiglio. MC l giugno 2005 pagina 14 <<Nos existimor>>: ha riguardato i contadini poveri, ~i emarginati urbani e gli indios dt Roraima (Brasile). Ebbene, con quale gioia, ill6 aprile, i capitolari hanno salutato l'omologazione dell'area indigena Raposa/Serra do Sol di Roraima ! Esultanti specialmente i padri Antonio Fernandes e Laurindo Lazzaretti, nonché fratel Carlo Zacquini, operanti in loco... E la Colombia? Da decenni, con i suoi 25 mila morti ammazzati all'anno, è dilaniata da un tasso di violenza su_periore persino a quello dell'Iraq. Eppure non mancano spiragli di luce, come la Scuola di riconciliazione e perdono «Espere». È un anti - doto efficace al clima di odio instauratosi nella nazione per motivi politici. <<Gli effetti positivi di questa scuola - ha affermato padre Piero Trabucco, ex superiore generale - potrebbero suggerire al nostro Istituto di favorire l'iniziativa ovunque svolgiamo un'azione missionaria>>. Dunque, riconciliazione e perdoDo, però non disgiunti da veri tà e giustizia. Poiché i missionari della Consolata soDo intercontinentali, padre Zaccaria ha accolto con stupore l'analisi sul Nordamerica (Stati Uniti e Canada). Qui la multiculruralità è, nello stesso tempo, dono e fardello. In ogni caso assurge a sfida che i missionari, sia di cultura inglese che francese, vogliono affrontare con coraggio. E coraggioso è stato padre Leonard De Pasquale, superiore de) Nordamerica, nell 'affermare che «gli Stati Uniti esportano la loro ideologia di democrazia in un modo non accettabile da nttti i cittadini. Di conseguenza molti si sono opposti all'aggressione degli Usa all'Iraq,_come pure alla politica di controllo e dominio del mondo». V aligia in mano e borsa a tracolla, padreZaccaria King' aru lascia Rua Ita 381 - Sao Paulo, sede dell 'Il ° Capitolo generale. Poiché assai difficilmente virimetterà piede, il missionario, prima di andarsene definitivamente, si volta a guardare per l'ultima volta... e incontra sulla facciata dell'edificio J'altorilievo della Consolata: bislungo, sproporzionato, impassibile. Non sorride questa Madonna; anzi, non ha neppure un volto. Ma è volutam.ente incompiuta. E forse, proprio per questo, è eloquentissima. Senza manto, indos· serà e il sari indiano e il pareo tanza· niano e il mano colombiano. Senza sguardo, avrà gJi occhi verdi della mamma canadese, quelli a mandorla della coreana o le pupille estasiate dell'etiope. Consolata e consolatrice, sorella e madre di tutte rMc l le genti. ~

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