Missioni Consolata - Maggio 2005

Intervista a Paolo Branca, docente di lingua arabaalta Cattolica di Mi lano. ProfessarBranca, spesso i rapporti tra islam eOccidente sonastati caratterizzati da momenti d'incontro e di guerra: si può parlare di «Scontro tra civiltà» iniziato secoli fa? «< conflitti che hanno contrassegnato le relazioni tra mondo arabo-islamico e Occidente non sono mai stati di natura religiosa o culturale, o di «scontro tra civiltà». Piuttosto potremmo parlare di «conflitti di interessi geostrategici». Le questioni ideologiche sono state inserite successivamente e strumentalmente. Un po' come avviene oggi. Misurare una storia di 1.400 anni, ricca di saperi e conoscenze importanti anche per roccidente, e la vita di l miliardo e 200 milioni di persone, avendo come unico metro di confronto Osama bin Laden e alQaeda, non ha senso ed è riduttivo. I rapporti tra le due sponde del Mediterraneo sono stati fondamentali sia per il mondo cristiano sia per quello islamico. Pensiamo al Canone medico di Avicenna (lbn Sina), che è stato alla base degli studi di medicina fino al1600. Oallo splendore artistico della Sicilia araba. Oppure a edifici come l'Alhambra in Spagna. Equando si menzionano le crociate (che a quel tempo non erano percepite come «guerre di religione»), ricordiamoci che Dante, nella Divina Commedia, non colloca Saladino, che combatté contro Riccardo Cuor di Leone nella terza e che da taluni era considerato un massacratore di cristiani, nei gironi infernali, bensl nel limbo insieme agli «spiriti magni». Lo riconosceva come un guerriero valoroso. D'altro canto, nell'islam vi è un significativo sostrato cristiano ed ebraico. Le civiltà del Mediterraneo non sono cosi lontane fra loro come si può credere attualmente. cifìcò la durata dell'anno solare e misurò la circonferenza della terra. E ancora: Ibn al-Haytham (1039), pioniere dell'ottica: il suo T'hesaurus opticus fu copiato da Ruggero Bacone, Leonardo da Vinci, Keplero e tanti altri; Gabir ibn Hayyan (813 ), figura di passaggio tra 1 'alchimia e la chimica; Abu Bakr a1-Razi (935) classificò le sostanze chimiche nelle categorie minerali, animali e vegetali; al-Maghriti (1007) dimostrò il «principio di conservazione chimica della massa>>, di cui Lavoisier, molti secoUdopo, se ne aggiudicò il merito. TI contributo scientifico dei musulmanl si estese anche in campo botanico, zoologico, storico, archeologico, geografico, astronomico, artistico, arch itetton ico, calligrafico, musicale, urbanistico, delle scienze naturali e sociali. BIBLIOTECHE EAMORE PER I LIBRI Dai cinesi i musulmani appresero la tecnica della fabbricazione della carta; poi la trasformarono in industria. Già nell'800 essa eramolto diffusa nella comunicazione scritta e veniva utilizzata dai bottegai per avSotto, Averroè. A destro, «via9gio notturno» di Maometto (miniatura turca sec. XVIII} . volgere gli alimenti. I libri venivano trascritti dai «copiatOri» o warraqin: le loro edicole ante litteram erano sparse qua e là nelle città. Per ciò che concerne le librerie, a fine 800 Baghdad ne aveva oltre 100: le principali erano veri e propri centri culturaJi, frequentati dalle élite colte dell 'epoca! Quanto a biblioteche ne sorgevano tante: nel1200, sempre a Baghdad, ce n'erano 36 pubbliche e ali:re private.Al Cairo, la Khinzana al-Ku· tub vantava oltre l milione e 600 milamanoscritti, quella di Cordova 40 mila, mentre la vaticana ne racchiudeva un migliaio. Insieme ai libri e biblioteche troviamo sistemi di classificazione e consultazione, enciclopedie, glossari , ecc. A chi obietta che tutto ciò era patrimonio di una minoranza di ricchi intellettuali, ricordiamo che scuole e università erano invece molto diffuse. I.: università al-Azhar del Cairo venne fondata nel 970: è la più vecchia del mondo. MEDICINA Con i musulmani la medicina raggilmse alti livelli e gli ospedali furo· no una realtà diffusa ovunque e accessibile a tutte le classi sociali. n primo, destinato ai lebbrosi, venne edificato a Damasco nel707: le «fatMC l maggio 2005 pagina 63

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