Missioni Consolata - Maggio 2005

anche per dunioni e attività educative e culturali. Vediamo alcuni ambiti specifici. FILOSOFIA Durame il periodo della conquista araba in Spagna furono tradotti in arabo, per la prima volta, le opere dei filosofi greci: a seguito di questo grande lavoro si sviluppò un notevole interesse per la filosofia, nonostante l'awcrsione delle autorità religiose islarniche. Tra le .figure di spicco del mondo della cultura, Ibn Rushd, passato alla storia occidentale con il nome di Averroè, medico e filosofo arabo nella Cordova del xn secolo (11261198), esercitò un'enorme influenza sia sul pensiero cristiano e .filosofico dell'Europa medievale sia su quello isJamico, grazie alle traduzioni delle opere di AristOtele, a loro voJta tradotte in latino e in ebraico. La storia di Averroè è stata narrata nel film li destino, del regista Youssef Chahine, premiata al Festival di Cannes nel1997. «Come aveva fatto per le altre discipline, anche in campo fil.osofico la civiltà islamka si era impegnata in una grandiosa opera di recupero: iJ crollo dell'impero romano aveva lasciato sussistere ben poco del pensiero classico e l'Occidente del primo medioevo conosceva appena i nomi dei grandi filosofi greci. In Oriente, al comrario, il movimento di ALCUNE PAROLE DERIVATE DALL'ARABO albicocco: o/-borquq alchimia e chimica: ol-ldmiyo alcool: ol-kuhl algebra: ol-giobr algoritmi: oi-Khworizmi (matematico) caffè: qohwo carciofo: khorshuf catrame: qotron cotone: qutn divano: diwon gazzella: ghozolo limone: limun magazzino: mokhozin materasso: motroh melanzana: bodhingion raga.zzo: roqqas (danzatore) razzia: ghozwo sofà: suffo (banchina) tariffa: to'on'jo zero e cifra: sifr zucchero: sukkor (da MoomettD in (uropo, ed. Mondadori) MC l moggio 2005 pogino 62 traduzione dal greco all'arabo (per lo più per intermediario del siriaco) aveva salvaguardato un ingente patrimonio intellettuale, che era andato ad arricchire la cultura araba e a fornirle un ulteriore motivo di at - trazione su quella europea. In questo campo, tuttavia, a diJferenza di quanto era awenuto per la cultura materiale o le varie scienze, i rapponi tra islarn e Occidente dovevano creare molti problemi e difficoltà: il pensiero filosofico, infatti, era difficilmente separabile nel medioevo da quello reJigioso. Tuttavia, se si vuole combattere un awersario, lo si deve, per quanto poco, conoscere; nasce così l'esigenza di studiare e approfondire le idee altrui: in questo modo, quasi inawenitamente all'inizio, l'Europa incomincia poco a poco a rendersi conto di quanto possa ricavare dal pensiero musulmano. n patrimonio più propriamente e originariamente islamìco viene pur semp re rifiutato, è vero, ma non si deve ignorare ciò che in questo patrimonio è rappresentato d~ùla cultura greca riclaborata dai musulmani»1 • In questo modo si scoprono le fi . gure degli studiosi e commentatori di quella filosofia: al -Kindi, al -Farabi , al-Ghazali , lbn Sina (Avicenna) e Ibn Rushd (Averroè). Gli ultimi due saranno collocati da Dante Alighieri tra gli «spiriti magn i» del Limbo nella sua Commedia. SCIENZE ln campo sciemi.fico e tecnologi - co innumerevoli furono le innovazioni introdotte dagli studiosi arabi: matematica, astronomia, astrologia, Granada: Alambra, cortile dei leoni. medicina, agronomia, botanica e chimica furono oggetto di importanti «rivoluzioni». I testi prodotti influenzarono a lungo l'Europa, e giunsero a granùi come Copernico e Galileo. Harun ai -Rashid, califfo deUa di - nastia degli abbasidi (786-813 ), si dedicò a portare la cultura nella sua eone e nelle città dell'impero araboislamico, che si estendeva dal Mediterraneo all'India. La sua opera fu poi proseguita dal figlio al-Matnun, che a Baghdad fondò un'accademia chiamata Bayt al-Hikma (Casa della saggezza), dove venivano tradotte le opere filosofiche e scienti.fiche greche e studiate materie come algebra, geometria c astronomia. Inoltre, a lui si deve la costruzione della prima grande biblioteca dopo quella dei tempi di Alessandria. In questa stimolante e dotta epoca visse il grande matcmaòco al-Khwarizmi, che fu tra gli studiosi della Casa della saggezza. Dal titolo del suo più importante e famoso lavoro, Hisab al-jabr w'ol-muqabala, ci è giunta la parola «algebra»: fu il primo li - bro sull 'argomento e venne tradotto tre secoli dopo, facendo conoscere all'Occidente la numerazione araba e lo zero. Da aJ -Khwarizmi deriva l' italiano «algoritmo». Tra le altre figure di spicco ricordiamo 'Abd al -Wafah (997),chesviluppò la trigonometria, la geometria della sfera e scoprì le variazioni del moto lunare; Ornar Khayyam (1123}, grande matematico (risolse le equazioni di 3° e 4° grado) eri - nomato poeta; al-Battani, che quan-

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