Missioni Consolata - Maggio 2005

gUo con UG8 e a settembre, quando durante l'Assemblea generale deii 'Onu verranno rivisti i progressi della Dichiarazione del mìllennio. DIMEZZARE lA POVERTÀ Non tutto è perduto dunque, ma bisogna rimboccarsi le maniche, come sottolineato ancora da Sachs: •Se si vogliono raggiungere gli obiettivi dl sviluppo del millennio, il 2005 deve portare a un aumento degli sforzi ... Per assicurare Il successo, nel 2005 Il mondo deve iniziare a costruire, migliorare le politiche e distribuire gli investimenti necessari a raggiungere questi obiettivi». L'obiettivo numero uno riguarda povertà e fame (uedl il riquadro) . L'obiettivoda raggiungere entro il 2015 è dimezzare il numero di persone che nel 1990 vivevano con meno di un dollaro al giorno. Considerando i paesi a bassa e media economia, questo significa far scendere la percentuale di popolazione con tale reddito pro capite da poco meno del30 all4% cìrca. La scelta di l dollaro al giorno come spartiacque ha un significato ben preciso: tale cìfra rappresenta il requisito minimo per la sopravvivenza di una persona e sono piùdi l miliardo le persone che vivono con un reddito sotto a questo limite. Nei paesi a media e: conomia, Ulimite per parlare di povertà viene calcolato intorno a 2 dollari . Ebbene, un calcolo stimato nel 200 l parla di 2,7 miliardi di persone che vivono con meno dl due dollari al giorno, di cui oltre la metà nei paesi in via di sviluppo. Il numero di tali poveri continua a crescere in Medio Oriente, Nord Africa e nell'Africa sub sahariana mentre sono stati visti miglioram~ nelle zone dell 'Asia dell 'est e del Pacìfico. Se però le cose continuano come sono andate finora, la discesa V'OBIETIIVO Nol Eradicare povertà estrema e fame. Gli obiettivi del millennio in questo campo chiedono di dimezzare fra il 1990 e il 2015 la proporzione di persone che vivono con meno di l dollaro al giorno. In termini percentuali q~esto significa pa.ssare dal27,9al14"fo d1 tutta la popolazione dei paesi a bassa e media economia. Per quanto riguarda Lo stato di nutrizione, gli obiettivi chiedono di dimezzare entro il 2015 (sempre a partire dai numeri del 1990) la proporzione di persone che soffrono la fame. V'uNITI CONTRO LA POVERTÀ Gli obiettivi di sviluppo per il nuovo millennio chiamano in causa tutto il mondo e chiedono l'impegno non solo di chi rappresenta i diversi paesi, di politici ed esperti dei vari settori, ma anche della società civile. Nella lotta contro la povertà, la mobilitazione della società civile di tutto il mondo si è raccolta nel2005 nella Globo/ Cali to Action Agoinst Poverty (Coalizione contro la povertà), che vuole ricordare ai diversi governi gli impegni assunti e chiede per esempio l'aumento qua.litativo e quantitativo dell'aiuto allo sVIluppo, la cancellazione del debito, un commercio internazionale equo. la Coalizione italiana contro la povertà, che unisce numerose organizzazioni, è stata presentata a Roma il 2 marzo scorso. percentuale che si riuscirà a ottenere entro il 2015 sarà vìcina al 20%, ben lontano quindi dal14% prefissato. CIBO PER TU1TI n primo puntodegli obiettivi del millennio comprende anche la fame, strettamente correlata alla povertà e provata ogni giorno da oltre 850 milioni di persone. La malnutrizione, dal canto suo, gioca un ruolo in oltre la metà delle morti fra i bambini. Non si tratta solo dJ mangiare poco, ma anche male, di essere privati degli elementi nutritivi necessari alla salute, ancor più indispensabili nella delicata fase di crescita e sviluppo che dovrebbe portare l bambini all 'età adulta. Bambini spesso svantaggiati sin dal primo respiro, perché durante la gravidanza le future mamme non hanno poMo nutrirsi in modo adeguato e sono nati già sottopeso. In realtà, il mondo produce abbastanza cìbo per tutti , ma proprio tutti , i suoi abitanti. Anche un paese come l'India, cui da sempre vengono associate immagini di malnutrizione e fame, produce abbastanza cibo per sfamare la sua popolazione. Nonostante questo, si continua a morire di fame e di malattie aggravate dalla malnutrizione: Infezioni respiratorie, malaria, morbillo, Aids per fare qualche esempio. Non è però sempre e solo una questione di ridistribuzione. È anche un problema di produzione, che Investe soprattutto l'Africa: la fame in Africa non solo continua a essere diffusa, ma è addirittura in aumento. Al contrario di quanto successo negli ultim.ianni nella maggior parte dei paesi asiatici, latino americani e Medio Oriente, dove, salvo in alcune zone remote, vi è stato un miglioramento nelle attività agricole in Africa non si è avuto lo stesso ris~ltato e il continente è in ritardo ri- !!petto alle altre zone in via di sviluppo. E proprio in Africa che dovranno concentrarsi gli sforzi maggiori per questa meta degli obiettivi del millennio. Presentando l risultati del lavoro svolto dal Mi//ennlum Project , che ha fatto emergere l punti critici su cui agire, Jeffrey Sachs ha anche affermato: «Siamo nella posizione di poter porre fine alla povertà estrema entro la nostra generazione. Non solo dimezzarla se vogliamo eliminare la povertà e- strema, possiamo farlo entro il 2025•. La strada è dunque possibile: è necessario percorrerla più in fretta. • FoNn http:// www.focslv.lt http:// www.millennlumcampalgn.lt http:// www.developmentgoals.org http:/ / www.d evelo pmentgoals.org/Poverty.htm http:// www.unmlllennlumpro)ect.org Sachs JD -McArthur JW, T HE Mlu..ENMUM PROJECT: a pian for meeting the Mlllennlum Development Goals. Lancet 2005. Sanchez PA - Swamlnathan MS, H UNGER IN A FRICA: the llnk between unhealthy peop le and unhealt hy solls. Lanoet 2005. MC l moggio 2005 pogino 59

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