Traslazione dei resti mortali di moos. Filippo Perlo RITORNO ACASA ' E stato uno strano rito funebre. Non c'erano manifestazioni di cordoglio. Non una lacrima né sentimenti di perdita. Anzi, le suore cantavano e danzavano entusiaste di fronte aJla piccola uma che conteneva i suoi resti. Dignitosi sorrisi illuminavano i volti di vescovi e preti. Ragazzi di scuola rendevano omaggio in versi. Non c'era né tomba né sepoltura. Nessuno dei presenti «in luttO>> banno mai incontrato il defunto. D presidente della messa funebre, mons. Nicodemus Kirima, arcivescovo di Nyeri, 60 anni, non era ancora nato quando l'uomo lasciò il paese. E quando guesti morì, lontano migliaia di chilomeui,l'ausiliare di JGrima, mons. J obn Njue, aveva appena quattro anni. Eppure curti e l padri Giano Benedetti e Luigi Brombilla pprtano nello cattedrale di Nyeri i resti morto/i dì mons. Filippo Perlo. Il 21 febbraio 2005 si è realizzato il desiderio delle suore di Mario Immacolato di Nyeri: avere nello coso madre lo salmo del loro fondatore. Evento significativo anche per lo chiesa del Kenyo, di cui mons. Filippo Perlo fu il primo vescovo residenziale. testo e foto di Henry Makori * due parlavano di lui amorevolmente, direi familiarmente, come se fossero stati insieme fino alla domenica prima. <<Asanle, baba Perlo, kwa kazi uliyofanya!» cantavano le ragazzi - ne, a lode di un uomo che era morto quando le loro nonne erano ragazze. Era lunedì 21 febbraio 2005, il giorno in cui mons. Filippo Perlo, a 56 anni dalla morte, «ritornava» a Nyeri per restare tra la gente da lui amata. I fedeli sgranavano gli occhi davanti alla storia. Upassato irrompeva nel futuro . Le radici di un grande albero venivano a riposare tra i suoi rami. <<Padre nostro, ben tomato tra noi», cantavano in coro le suore di Maria lmmacolara, mentre portavano l'urna con i suoi resti. La cattedrale della Vergine Consolata era piena zeppa di suore, pre·
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