Missioni Consolata - Maggio 2005

La. vecchl.a.é.a., La. ma.la.~~é.a., la. IKOI'~e del pa.pa. uANCH110 GLI HO VOLUTO BENE••• (MA SENZA RETORICA)'~ di Paolo Farinella T n quei giomi», all'inizio di gennaio 2004 quandomiamam• <<J.m:t iniziava «laHnc del pnncipiQ»., anche )l papa l;lPP.arivo sempre più s<iferente, iniziando per lui «ii principio della fine». H'o vissuto contemporaneamente la malattia e la morte della mamma carnale e la malattia e il declino del padre (nella fede). D rap~rto del paJ?a con la malattia ha pennesso ai malati di guardarlae viverla mmodo più dinamico evinù~mentre ai sani ha in~ato che la malattia non è una maledizione, ma un momenro de.lla vita da cogliere come tappa inevitabile che diventa occasioneevangelica di conversione e redenzione. Il magistero profctico che il papa ci ha lasciato è che anche la maLu· ua e la morte sono «rc:mpl» di Dio. «Ùl quei giorni» hovisto il _papa invecchiRte, aggravarsi emo· rire ins1eme a mia mamma; l'h() accompagnato all'ospedale, gli sono stato accanto nella convalescenza post·operatoria e ho visto realizzarsi in lui la profezia di Gesù a Pletro: «Quando eri più giovane ti cingevi li veste da solo, e ®davi dove volevi; ma guando Sar'ai vecdlio tenderai le tue marù, e un. altro ti cingerà lavesteetiporteràdovetu non vuoi» (Gv21,18). Mailasoapresenza è stata cosl intenSJ e profonda come quando le sue tlne· sue bannomesso in lucela sua assenza fisica.Malato od suo letto come un vecchio qualsiasi, egli è stato un assente-presente in mezzo al suo popolo oranre, in mezzo ai g!ovani che durame la vita ha curato come la pupilla dei suoi occhi. Dice il OoeletJ.l che «c'è un tempo per~ cosa». Verrà il tempo ddfa valutazione globale del pontificato di pa_P,a Giovanni Paolo, del suo signiticato religioso e politico, oggt è an co· ra il tempo del silenzio c della pre_ghiera, il tempo per cogliere quattro «se~ dei tempi» di «quex giorni.» di grazia e peccato. Il primo «segno» è stata la reazione spontanea del popolo edei popoli alla notizia dcll '~gravarsi dci papa. Per unmomento, si e avuta la percezioneche il mondo intero fosse .unito nell:,~. Q reghiera, attraversato da sentimenti di unità, su~raodo di co~ aivisioni e fratture, odio e laceraziooi seoolan. fusieme aUa talla dei &i,O\.'Bni cheSJ?Ontanea affollava piazza S. Pietro1_popoli interi, cUlture e religioni senza distinzione di lingua, ctt colore o sistema politico avanzaVllno in corteo anomo al letto dd vecchio papa morente. dando fisicamente la testimonianza che un altro mondo ero possibile: il mondo della pace edella fraternità ~r cui «questo» papaavevamessoingioco sestesso e lasua crcilibilità. Attorno a quel letto, per un llreve tem~. tutto Umondo cessava di sbranarsi per essere «unO» come dovtebbe esse· re, come forse sarà. Tutti parl(lvuno la stessa lingua. n secondo «Segno» è stato lo sccmpto dcll'ostensione del papa e il comportamento dei me<lia. «In quei giorni» essi lo hanno sbranato e impietosi ne hannomostrato brandelli di camesem:a la pietas che si deve aimalati t.emzinali.IIo penato {)!!r lui, quando lo ho visto vittima e protagonista nel tritacarne dei media che lo esigevano a ~ahin<{l.le costo per mostrarlo alle folle. Quanta pe· na nel vedere che t ((}>rossimi» del pa· pa pc;rmettevanolo scempio di diSse· tare la morbosità spasuca delle tv piuttosto che custoclli-lo con amore 6liale nd mantello deiJa riservatezza e del pudore. n papa alla finestra che si sforza di parlare con la scena atroce del microfono offerto e sùbiro ritira· to, m1 ~parso come l'agnello muto davanti alla folla dei suot toS;ltOri di cui parla Is 53. Torna alla memoria 1a fi. gura di Noè, le cui scomposte nudità il figljo irrispettoso Cam irrise mo· strandole ai suoi fratelli Sete J afct che, invece, si rifiutarono di 12.anecipare al la sconcia esposizione. Essi c."'n gesti sacrali coprirono il padre e lo custo· dicono salvaguardando la sua di~ità, il suo decoro e la decenza dei figli stessi (Gen 9,22-2.5). Attorno al papa, ho visto emergerela tribù di Came sconDossier MC l maggio 2005 pagina46 figgere i sentllJ\enti di SeteJafer. n terzo «Segno» è StatQ offer· 1:0 da preti e religiosi che hanno affollato le trà.Smissioni tv che ripetevano sempre noiosamente le stesse cose fino a provocare un ri.gerto per ()Verdou. l suoi figli primoaeniti1 preti, vescovi e reli~osi , che avrebbero dovuto stare in Sì.lenz1o ìmmersi ndla onihieracon e per il «padre» agonizzante, sedevano comodie Ciartì:eri in tutti i-salotti tv che fmo aqualche ora prima erano sta· ti il tempiopag.mo dell'effùnero e dell'immoralità. n papa muro e orante bruciava senza consumarsi come il rovèt<> di Mosè e il clero mediatico partecipava all'abbuffata di Sodoma e Gomorra, celebratada quei giomulisti, officianri del vacuo e delle vane p<trole che il31 marzo scorso, addirittura nella tv di stato. ritardarono la «prima» notizia dell'impmvviso aggravarsi del papa (che era un vero scoop giornalistico) per noh tu.rbare il «porta a porta» elettorale del presidente del consigliò, che amman· niva prosopopea, sapendo che il papa stava morendo. Un'occìiSione perduta per un meschino crtlcolo di bottega. n quarto «Segno» è s~ta la reazione dei politici nostraniedei potenti. Co· loro che hanno voluto la guerra ereventiv~ contro ò~ diritto e contro lo s~p?pa clie, inuulmentell'aveva diclitar.ata immorale haJ,'IOo affollato compunn e do enti le messe «imporranti» (ci~ riprese dalk tv), spendendosi in elogi e ringraziamenti al papa «grandoo1.artdìce della storia e uomo degli soon· volgi menti mtemazioruui. Da nessuno hosentito dire, anChe una sola volta, che «questo» è stato il papa che hM condannato la guerra e che si è speso fino allo spasimo per evitare un conflitto di religione. Nessuno h:1 detto che è stato il solo a distinguere tra terrorismo e musulmanesimo. Molti ha,nno messo in evidenza con enfasi solo il suo ruolo neUa caduta del comunismo, dimcnùcandosì dJ ricordare che, propJ;io in America, il papa aveva condannato sc.'Veramente il capitalismo mercantile e illiberalismo sen~à anima c colmo di ingiustizia. Ho rivisto 6.no alla n\lusea le immagini della visita del papa al parlàmento iraliaoo (14.11.2002), dove, applauditissimo, aveva chiesto un.segno di clemenza per i detenuti. n papa, ancnc da morto, aspetta ancom una risposta. Da pane dd papa resta la fhzur.t _gigante di un credente che non ba avuto paura nédelfa sofferenza, né ddla malattia e tanto meno della vecchiaia che ha ~aputo vivere e piegare alla sua volontà indomità. Né la vita né la morte lo hanno (>.OS:Seduto, ma eglisi è abbandonato nelle braccia dell'una e <le!J'alrra con ladocilità di chi sa cheentrrunbesono un dono di Colui che lo ha chiamato arendere ragione dcllà morte duraJ,lte la sua vita e della vita nel momento della sua malattia e della morte. La sua ultima parola è stata un sussurrato «Amen!» çome sigillo di adesione alla volontà di Dio, compiuta fino in fo.odo. Ancora una volta e J>C! sempre resta per noi il suo sguardomorente rivolto verso la finestra vuota <.jUasi avolersi precipitare tra lafol· la di giovani che lo accompagnava nellamorte: ((Sono \'enuto a cercavi. Siete venuti a uovarmi. Grazie». Quelle parole sono state, ancora, una c;~rezza e un bacio dati a ciascuno. Mia mamma è morta all'inizio di sabato, il papa alla fine del sabato (2 aprile) e à1 principio della do· menica «ddlc vesti bianche>> che egli aveva dedicato alla «Divina Misericordia», quasi a dire che il mondo intero è circondato e assediato dalla misericordia/tenerezza di Dio. Adistanza di unmese, resta dentro di noi comemarchio di fuoco l'eco della sua voce profetica cbe an nuncia le stesse parole del Risorto: <<Non abbiate paura!» per sfumare nell'abbandono filiale e senza ri serve nel grembo della Madre: «Ton.ts tuus!». •

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