_Rocco!! t! <;!i vi~a _vis~uta (2) ....... ,~ .... -·~ .................................. ··~ .. ·~· .............. <<LA VECCHIAIA PIOMBÒ IN CASA NOSTRA E VI POSE DIMORA» Quando la vecchiaia è sofferenza e dolore fisico. Quando la morte è il dono più atteso. Questo è il racconto di una storia personale ed intima. Abbiamo pensato di pubblicarlo perché crediamo che in molti potrebbero ritrovarsi in queste righe e soprattutto in questi sentimenti. di Paolo Farinella H o visto invecchiare mia mamma. L'ho vista morire. Ho sempre pensato che mia mamma Rosa fosse eterna e incapace di invec€hiare. Non ero pronto a vederla trasformata, quasi di colpo, in una donna curva, fragile e col bastone, lei che è sempre stata una quercia, capace di affrontare ogni tempesta e uragano con grinta straordinaria. No, non ero pronto! Da prete ho vissuto tanta parte della mia vita tra gti anziani, accompagnandoli nel lenta declino fino alla morte. Ho sempre amato e stimato gli anziani che ho incont rato lungo la mia strada. Con loro mi trovavo a mio agio, anche se.spesso impotente di fronte alle loro necessità. La mamma, no! Non l' ho mai immaginata.. vecchia e malata. Nel mio subconsdo, semplicemente non poteva: ~la mamma! Ancora oggi non riesco a pìirlarne «al passato», perché, anche se morta, la vedo e la contemplo nella sua vecchi~ia e nella sua giovinezza. MAMMA ROSA Rosa è una quercia stabile che nessuna tempesta di vento può scuotere nella solidità della sua forza e stabilità. È lei che dà sempre sicurezla e prospetta soluzioni. Non si smarrisce mai davanti alle difficoltà èd ha sempre il coraggio di sapere ricominciare daccapo. La mamma non ha studiato, è ar~ rivata alla quarta elementare negli anni '30 in pieno regime fascista: Non può più frequentare ta· classe quinta perché «mista.» e i suoi genitori preferiscO"no toglierla da scuola piuttosto che mandare una bambina in mezzo ai ragazzi maschi. Erano i tempi. La mamma ha uno spiccato senso del sapere e della conoscenza. Legge, legge~ legge, divorando libri. Nella sua vecchiaia ha tre passatempi: il lavoro ad uncinetto o a maglia in ciii è artista (non ho mai comprato un maglione, avendoli sempre avuti «originali» e... «fatti a mano»). Devo a lei rinesauribile sete di studio e di ricerca che mi porto dentro. Ricordo che quand'ero bambino, attorno al fuoc~ nel braciere (dove mettevamo patate e salsicce dentro la carta"stagnolà), Lei d leggeva romanzi o r-accontava que.llj che aveva appena letto. Insieme al latte mi fece succhiare il gusto della lettura e mi trasmise la cunosità de( sapere. Quando la vecchiaia comtncia a diventare pesante per i dolori, seduta nella sua poltrona, là accanto at ca· lorifero, ogni giorno legg.e il giornale dando valutazioni politiche di al· ta pertinenza. Difficilmente sbaglia diagnosi. Pensare a lei e pensar'la sempre gievane e sempre efficiente significa anche pensare la mia vita con una assicurazìone di garanzia senz.a fine. Nel1982, a 57 anni, la mamma, madre di cinque figli maschi, perde il terzogenito, Santo di 31 anni con moglie.di 29 e due figU di 6 e 3. Santo muore in un incidente sul lavoro: schiacG-iato da un treno, mentre sostituiva un collega in ritardo. Ricordo quel giorno eome adesso. Era domenica 28 marzo e stavo andando all'altare. Ebbj la noti~ia . Mi fed sostituire e corsi a casa dei miei genitori. Mentre andavamo in macchina sul luogo della tragedia, annunciai loro il vangelo della morte: Santo è morto. Da quel momento la vita di mio papà e di mia mamma €ambiò. Per sempre. Tutto si trasformò. Il cimitem divenne il santuario det pellegrinaggio pèrenne e la vecchiaia piombò in casa nostra e vi pose dimora. Nel1995 alt'età di 79 anni muore mio papà, Giuseppe. La mamma ha 70 anni. Finché ha potuto ha continuato ad andare al cimitero come ad un appuntamento vitale, luogo di energia e di forza . Non va al cimitere, ma v.a ad un appuntamento im· portante: incontrare il figlio e il marito. Poi lentamente, invecchiando gìorno dopo giorno, comincia a diradare, sostituendo Le visite con La celebrazione della messa nell'anniversario della morte e nel giorno di compleanno. Oggi mi rendo conto che la sua vecchiaia ebbe inizio in quella domenica, 28 marzo 1982. La morte del figlio a cui diede la vita è nnizio della sua morte, lenta e inesorabile che passa attraverso il torchio della vecchia per spremere da tei ogni goccia di vita, una ad una. Gli ultimi died anni della vita di mamma Rosa sono un tormento e una palestra di dolore flsfco: la consunzione della spina dorsale ·non solo l'ingobbisce e la rende storta, rna deforma anche Le ossa della spina dorsale, ì cui dischi appuntiti a coda di rondine premono in maniera costante e sistematica sui nervi causando un dolore ininterrotto che Dossier MC l maggio 2005 pagina43
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