Missioni Consolata - Maggio 2005

se opportunità di vita. Ma tutti i governi hanno sempre trattato gli anziani come parassiti che chiedono pensioni troppo esose, si ammalano troppo e non producono. Gli olandesi, nel loro sconcertante pragmatismo, hanno risolto il problema. Gli uomini e le donne intorno a 70-75 anni sono consapevoli di essere un peso per la società e autonomamente si ritirano in centri per anziani, di solito ultra confortevoli. Dicono di essere felici di tale scelta e viverla come una conquista. In Italia, il retaggio della famiglia patriarcale resiste creando lo scontro tra drastiche risoluzioni pratiche e crisi di coscienza. CLANDESTINE, MA INDISPENSABIU «Il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa, non c'è posto, non c'è posto per carità!», cantava Domenico Modugno. Un ritorneUo dolce amaro che apparentemente ha trovato una soluzione equa per nuove e vecchie esigenze. Quale? Angela, Elena, Maria, Sandra e molte altre sono ragazze giunte dai paesi dell'Est, soprattutto da Romania e Ucraina e loro sono «la soluzione» al «problema» (esiste una definizione più politicamente corretta?) del nonno. Sono le badanti, o collaboratrici familiari. Un esercito (solo in provincia di Torino sono 35.000) di lavoratrici che si prende cura delle persone anziane. Il900fo è extracomunitaria, il910Jo sono donne. Il 770fo di loro ha la licenza media, H150fo la licenza elementare. Ragazze sì, ma anche donne adulte. Il 580Jo ha un'età comp~esa tra i 30 ed i 50 anni. Applicando ta!i statistiche alla realtà torinese risulta che una famiglia su dieci ricorre al loro aiuto per assistere i nonni. Molti analisti sostengono che sia l'ennesimo passo verso La totale privatizzazione del sistema sociale. la badante vive in casa dell'anziano non più autosufficiente o con grosse difficoltà. Cucina i pasti, prowede a lavarlo, somministra medicine, vigila che non combini pasticci e ascolta in maniera professionale [e storie del passato raccontate a oltranza. Fungono anche da difesa definitiva contro il pericolo delle truffe cui sono sottoposti molti anziani che vivono da soli. Il boom di richieste di tale figura professionale sta portando ad un flusso continuo di ragazze che, lasciata la famiglia nei paesi di origine, giungono come clandestine ma già con un lavoro sicuro. ELO STIPENDIO VA A CASA l-o stipendio varia. Da un minimo di 750 euro ad un massimo di 1.200, dipende dalrimpegno che necessita la persona da assistere, se sono regolarizzate o meno, se devono lavorare anche il fine settimana. La tredicesima e la liquidazione finale vengono quasi sempre riconosciute. Il vitto e l'alloggio sono ovviamente offerti dalla famiglia. Non tutte sono interessate alla regolariz.zazione in quanto consapevoli di non essere considerate come un pericolo. «La polizia italiana non cerca noi che siamo sempre chiuse in casa e non rappresentiamo alcun pericolo per gli italiani. Economicamente poi non guadagneremmo nulla perché i versamenti fatti li perderemmo, in quanto un po' tutte desideriamo solamente fare un buon gruzzolo e tornare a casa» dice Elena, badante-compagna di vita di Caterina anziana signora torinese. La buona retribuzione ricevuta unita ad una semi mancanza di spese ha portato la categoria badanti ad essere un cliente ambitissimo dai trasportatori di soldi. Gli stipendi vengono di solito pagati in contanti, ed il gruzzolo che si forma viene nascosto in casa. La propensione al risparmio è elevatissima. Sono soprattutto le clandestine che ricorrono ai corrieri informati per spedire i soldi a casa con i quali riescono a mantenere tutta la famiglia. I bidoni esistono ma meno di quanto si possa immaginare. LA STRANA COPPIA le dinamiche che si creano all'interno della strana coppia badantenonno possono risultare bizzarre. Non sempre rose e fiori, talvolta un amore-odio reso vivibile dalle abili mosse diplomatiche dei parenti coinvolti, interessati che la convivenza sia pacifica quindi fruttuosa per tutti. Il rapporto di lavoro si conclude con la morte dell'assistito, e la famiglia del caro estinto solitamente non esita ad aiutare la badante con la quale ha creato un rapporto quasi familiare. Racconta sempre Angela delle sue esperienze lavorative vicine ai non· ni: «la vita da badante è faticosa. Il nostro impegno è continuo e, il peggioramento delle condizioni dell'anziano può talvolta risultare pesantissimo per tutti. Io temo molto di più il degrado psicologico che quello fisico perché difficilmente gestibile. Mi è capitato infatti che il nonno che assistevo non mi riconoscesse più e avesse crisi di panico. Oppure in altre occasiçni che facesse resistenza passiva. Esicuramente un lavoro molto duro». Eccolo dunque il popolo invisibile delle badanti. Talvolta capiscono male l'italiano, ma apprendono con impegno. Alcune imparano anche il dialetto. La «soluzione badante» può essere un buon punto d'equilibrio tra la casa di riposo, non amata dagli italiani, e la vita in famiglia del nonno che comporterebbe sacrifici difficilmente sopportabili nell'epoca moderna. • Oouler MC l maggio 2005 pagino41

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