Missioni Consolata - Maggio 2005

ARRIVARE A FINEMESE Lo stato civile che si prende cura dei cittadini anziani che per tutta la loro vita hanno contribuito con il lavoro e attività diverse a fare crescere l'economia e la società, oggi sta scomparendo e abbandona gli anziani alla deriva della vita. Questa è la legge della giungla dove sopravvive chi è piùforte, mentre oggi, con la politica sostenuta dal governo Berlusconi, sopravvive solo chi è ricco e diventa sempre più ricco. D'altra parte si è mai visto un ricco fare gli interessi dei poveri? Oun finto anziano, che usa scarpe speciali per aumentare di uno o due centimetri la sua piccolezza, fare gli interessi degli anziani veri? La stessa società che si ubriaca di efficienza giovanilistica, quando pensa alranziano non può che vederlo, oltre che un problema, anche come «ospedalizzatojmalato» e quindi un costo grave per la spesa sanitaria. Oggi una persona non può correre il lusso di diventare anziano e di ammalarsi : entra subito in un limbo, terra di nessuno, dove la fatica di vivere diventa anche terrore dì sopravvivere. Molti anziani non arrivano alla fine del mese, come molti operai, molte famiglie menoreddito e molti ragazzi senza lavoro perché precari a vita. Uno Stato di diritto e un governo decente dovrebbero porre gli anziani e il loro stile di vita in cima ai propri pensieri e alle proprie scelte economico-sociali. La civiltà di una nazione si misura dall'attenzione che ha per gli anziani che custodiscono la memoria collettiva. COME UN POZZO D'ACQUA FRESCA EDISSETANTE Accanto all'anziano «problema» e «malato» vi è, infine, ranziano «ricoverato» in qualche ospizio con nomi pomposi che promettono serenità, pace, oasi... e chi più ne ha più ne metta, mentre si rivelano frequentemente piccole carceri, quando non sono autentici lager, dove gli anziani sono depositati come un pacco inservibile, in attesa che la morte venga a liberare loro dal peso della vita e i parenti dal peso del mantenimento, pronti sempre ad intascare reredità eventuale. Pochi mettono in rilievo che l'anziano è una risorsa non solo di valore per la grande testimonianza che può dare della sua vita e per il contriputo che ha dato alla costruzione della società, ma anche in senso strettamente economico: i nonni «badanti» dei nipoti; i mariti o le mogli «badanti» dei rispettivi congiunti anziani o malati; i pensionati che mantengono figli e nipoti disoccupati o con problemi finanziari; anziani dediti al volontariato, allo studio e alla ricerca. Il mondo degli anziani è un pozzo profondo da cui sgorga ancora acqua fresca e dissetante. Bisogna saperla vedere con le antenne «rabdomanti» della verità e delrattenzione alla persona per poterla gustare e assaporare perché gli anziani non sono solo il passato. Essi sono il nostro presente e anche il nostro futuro, quel futuro che è sempre dietro di noi ad illuminare il nostro presente. Lo ha capito molto bene un «vecchio», Giovanni Paolo II che il t ottobre 1999 scrisse una Lettera agli anziani molto toccante e affettuosa. Si sa, gli anziani tra loro si commuovono facilmente e si capiscono al volo, anche senza parole, perché ad essi basta solo uno sguardo. Ha scritto il papa: «Che cosa è la vecchiaia? Di essa a volte si parla come dell'autunno della vita... seguendo ranalogia suggerita dalle stagioni e dal susseguirsi delle fasi della natura ... Se..• rinfanzia e la giovinezza sono il periodo in cui ressere umano è in formazione, vive proiettato verso il futuro, e, prendendo consapevolezza delle proprie potenzialità, imbastisce progetti per l'età adulta, la vecchiaia non manca dei suoi beni, perché - come osserva san Girolamo - attenuando l'impeto delle passioni, essa "accresce la sapienza, dà più maturi consigliu (Commento ad Amos 2, Introduzione). In un certo senso, è l'epoca privilegiata di quella saggezza che in genere è frutto delresperienza... ~ben nota, poi la preghiera del Salmista: "Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapien· za del cuore" (Sal90/89, 12) ... [Gli anziani] sono custodi della memoria collettiva, e perciò interpreti privilegiati di quell'insieme di ideali e di valori comuni che reggono eguidano la convivenza sociale. Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria. Gli anziani, grazie alla loro matura esperienza, sono in grado di proporre ai giovani consigli ed ammaestramenti preziosi. Gli aspetti di fragile umanità, connessi in maniera piU visibile con la vecchiaia, diventano in questa luce un richiamo alrinterdipendenza ed alla nec~ssaria solidarietà che legano tra loro le generazioni, perché ogni persona è bisognosa delraltra e si arricchisce dei doni e dei carismi di tutti" (nn. 5 e 10)». ENELLA BIBBIA.•• Giovani e adulti dimenticano spesso che la giovinezza è una «malattia», che passa presto con gli anni, ma lo sapeva bene l'uomo biblico che strive «giovinezza e capelli neri sono un soffio» (Qoelet 11,10) e dall'altra riva gli fa eco il sapiente che aggiunge: «Vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal numero degli anni; ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza e un'età senile è una vita senza macchia» (Sapienza 4,8-9). Quando c'è la civiltà che si esprime nella cultura della persona, non si fa più questione di età, di giovinezza o di anzianità, si guarda solo alla qualità delta vita per ogni stagione che l'awentura umana comporta. • Douler MC l maggio 2005 pagina 31

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